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Gli albergatori lecchesi: “Impossibile competere con il brand Lake Como, dire Lago di Lecco è controproducente”

C’è un passaggio nella relazione sull’anno turistico 2022 messa nero su bianco a inizio anno dal Consorzio Albergatori Lecchesi (qui integrale) che segnala in qualche modo una svolta storica, o almeno una realistica presa d’atto, sull’efficacia della comunicazione del Lario verso il mondo: il teorico “Lago di Lecco”, inteso come brand da veicolare ai potenziali turisti, non esiste.

E come controprova arriva il fatto che “cedendo”, per così dire, al fascino globale del brand Lake Como/Lago di Como, anche l’altra sponda del lago ne sta godendo per la prima volta nella storia i risultati concreti.

“L’analisi sull’anno 2022 – ha scritto il Consorzio Albergatori Lecchesi nella relazione di fine 2022 – ha confermato il ritorno dei turisti, con una crescita significativa anche sul 2019, l’anno pre-pandemico. La nota principale è la crescita delle presenze degli stranieri che superano gli italiani ed in particolare dei turisti americani, che sono più che raddoppiati rispetto al passato”.

Poi ecco il passaggio centrale: “Per la prima volta il territorio lecchese è stato considerato parte della destinazione Lake Como, si tratta di un fatto eccezionale che mette le basi per la crescita futura del turismo nel nostro territorio ed è frutto di un’azione più che decennale di chi ha voluto investire sul brand internazionale, e sta iniziando a dare i propri frutti. Oggi i turisti scelgono Lecco, Malgrate, Valmadrera, Mandello del Lario ed in generale i Comuni del bacino lecchese per il lago, per il Lago di Como, una delle più desiderate destinazioni turistiche mondiali nella fascia medio alta. L’uso del brand Lago di Como è determinante per il nostro territorio, si consideri che Lecco non ha alcun appeal in termini turistici, non è conosciuto ed è impossibile competere con il LakeComo”.

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Questo, sull’altra sponda del Lario, non significa ovviamente annullarsi su Como, anzi: “Lecco, nella sua dimensione extra Lago di Como, è meta per viaggiatori di lavoro, per il Politecnico di Milano, per il troppo pieno del Salone del Mobile di Milano, per la Moto Guzzi di Mandello del Lario, per gli eventi come il Nameless. Lecco è principalmente meta per gli escursionisti, da Milano, Brianza e Lombardia. Ma Lecco, all’interno del Lago di Como può affermarsi con una sua identità e così, senza snaturarsi, con intelligenza e pragmatismo sta diventando una meta turistica internazionale”.

“Parlare in termini turistici di “Lago di Lecco” e non di “Lecco destinazione nel Lago di Como” è controproducente – aggiungono gli albergatori lecchesi – mentre parlare di Lecco in termini manifatturieri, a partire dal settore metalmeccanico, è positivo. Si tratta di settori differenti che necessitano di strategie di comunicazione differenti”.

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7 Commenti

  1. Da lecchese dico che Lecco non può competere con Como…
    Non c’è dubbio che Como è molto più avanti, Lecco rimane un parapetto periferico, sconosciuto fuori dalla Lombardia che non merita nemmeno di rimanere provincia… non si riesce a capire per quale ragione mantengono la Provincia di Lecco!

  2. Scusate, ma secondo me il motivo per cui non si dirà MAI lago di Lecco e il motivo per cui COMO batte Lecco… e qualsiasi altra località ….. ha ragioni STORICHEEEEEE.

    Non si tratta di venti o altro.

    Il territorio di COMO fino al 1927 è stato vastissimo! Fino alla parte settentrionale della provincia di Varese…Lecco, Sondrio, Monza e Brianza…si dice tutt’ora Bassa comasca e Alta Brianza comasca….
    Di cosa stiamo a parlare? Che storia hanno queste località in confronto a Como?

    Non sono da comparare. Senza niente togliere a questi luoghi che si sono sviluppati e anche molto bene.

    L’uso del brand Lago di Como è determinante . Ci credo! Anche da come è strutturata Como non è nata l’altro ieri! Storicamente parlando! Avrà sempre più appeal.

    1. Dimmi che non conosci la storia di Lecco senza dirmi che non conosci la storia di Lecco, e pensare che Lecco nel 1100 andò persino a dar fuoco a Como

  3. Concordo! Il vento è meglio tra Valmadrera e lecco, ma il discorso che fai sullo Yacht Club Como c’entra in parte! Come hai detto,li è un problema di mentalità, di cattiva amministrazione, di speculazione (un’associazione sportiva che fa centinaia di euro di utile ogni anno.. e dovrebbe chiudere a zero.. fosse per me che ci ho lavorato manderei la Finanza… ma sai, ormeggiano, fan benzina e prendono il caffè proprio lì) aggiungiamoci anche che il traffico a motore completamente sregolato rende pericolosa la navigazione a remi o a vela. Il primo bacino a Como potrebbe essere una piccola Venezia, com’è stato fino agli anni 60, regate veliche comprese. ma si sa, qui quando si parla di “Como città turistica” è per difendere grandi e poch interessi: albergoni e barconi in primis

  4. Sarebbe giusto che il Comune di Lecco dedicasse un poco di spazio anche agli sport di scivolamento ( windsurf, kite, wing surf, sup), predisponendo adeguate strutture di ingresso in acqua nei luoghi più adatti. Il vento ha fatto la fortuna dell’alto Garda, potrebbe esserci una buona opportunità anche a Lecco, dove i venti non mancano.

  5. Lecco é bellissima ed ha i venti piú belli. Breva. Tivano e Nord incazzato. Il Top per la vela e per gli sport a vela. Altro che Yacht Club a Como, ottuagenari che manco sanno fare una gassa, un luogo per tutti quelli che vogliono apparire . In una ambiente spettacolare Lecco offre il triplo.

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