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Ambiente, Attualità

“Porta Sud delle Alpi”, una galleria sotterranea per unire Monte Olimpino e Chiasso. Il progetto rilanciato

Liberare i quartieri di Ponte Chiasso e Monte Olimpino dal traffico pesante. E allo stesso tempo alleggerire la pressione sul centro di Chiasso e nelle aree adiacenti, da sempre congestionate come ben sanno anche le migliaia di frontalieri in movimento quotidiano tra i due confini. Per farlo l’idea è quella di creare la “Porta Sud delle Alpi”, ovvero realizzare una galleria dall’uscita di Monte Olimpino che andrebbe a sbucare dopo la collina del Penz in Ticino, dove far confluire essenzialmente il traffico pesante (qui il progetto e le tavole)

Questa ipotesi di lavoro (il cui studio è partito nel 2019), nata nell’ambito di una ricerca del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), sta riscuotendo molta attenzione sia in Svizzera che in Italia. E proprio questo sarà uno dei temi del convegno di mercoledì 8 marzo a Villa Olmo dal titolo “Il progetto AlpTransit- Tra costruzione, architettura e paesaggio”, organizzato dal Comune di Como e dal Comune di Chiasso.

Un’idea di forte impatto e fascino che andrebbe anche a creare un parco a Monte Olimpino, liberata in parte dal traffico. Questo, infatti, sarebbe permesso dallo spostamento dell’ultimo tratto dell’autostrada fuori città, lasciando che dove sorgono le dogane italiana e ticinese prendano forma aree e verdi (qui il progetto e le tavole).

Un primo elemento positivo è che nel settembre del 2022 il Comune di Como ha firmato la lettera di intenti, ovvero il documento inviato al Capo di dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Svizzera e, sul versante italiano, al Ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibile. Lettera in cui viene illustrato il progetto e le ricadute favorevoli sul territorio interessato. Inoltre una prima presentazione del piano era stata fatta in un incontro organizzato dai quartieri di Como Nord all’oratorio di Ponte Chiasso nel giugno del 2022.

A fornire ulteriori dettagli interviene l’architetto Elena Fontana, dello Studio Demattè Fontana: “Il progetto prevede lo spostamento dell’attuale tracciato autostradale in galleria in corrispondenza dell’asse ferroviario. L’analisi dell’attuale situazione evidenzia criticità che sono sotto gli occhi di tutti: in media alla frontiera di Chiasso una persona sta in colonna un’ora e mezza al giorno. Questo dato dimostra che il problema del congestionamento del traffico è reale, oltre al fatto che il numero dei lavoratori frontalieri e dei pendolari è in aumento costante. Si tratta inoltre di problemi uguali su entrambi i lati della dogana e legati al traffico di merci e persone, al bisogno di rendere le strade più sicure, migliorare l’efficienza del controllo doganale, trovare una soluzione ai problemi ambientali”.

Il futuro tracciato del progetto

Alla base vi è il fatto che la visione studiata con lo spostamento del tracciato in galleria permetterebbe di attivare la riqualificazione urbana ed ambientale di tutto il territorio di frontiera lungo il fiume Breggia, con “un possibile collegamento del parco Spina Verde, con il Lago di Como e la connessione di questo con il Lago Ceresio. La galleria ideata, e lo sbocco dopo la collina del Penz, farebbero sì che l’uscita di Chiasso e la nuova dogana si verrebbero a trovare nell’area industriale ticinese tra Novazzano, Balerna e Chiasso, nel Pian Faloppia, dove la presenza di un’infrastruttura come l’autostrada porterebbe più benefici che svantaggi”, spiega l’architetto.

Nella parte Italiana si aprirebbero diversi scenari. Tra I tanti anche il mantenimento dell’uscita di Monte Olimpino o l’innesto del nuovo tracciato all’altezza di San Fermo. Il tratto autostradale esistente dismesso, a questo punto verrebbe declassato a strada statale. Inoltre, le aree residenziali a ridosso di questo tratto verrebbero sgravate dal traffico “parassitario”, che non porta dei vantaggi all’economia locale perché è un traffico di passaggio.

Ovviamente sarebbe necessaria anche la ricollocazione degli spazi doganali e il ripensamento della pianificazione di importanti aree di smistamento e di altrettante aree che si troverebbero d’un tratto inutilizzate, come gli spazi della dogana commerciale di Brogeda e lo spazio del tratto autostradale a ridosso del fiume Breggia (qui il progetto e le tavole).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 Commenti

  1. Giusto! I flussi per la Svizzera e per Como andrebbero divisi prima della barriera di Grandate e trasferire la tratta Grandate-Brogeda all’ANAS in funzione di tangenziale ovest di Como.

  2. Tre condizioni imprescindibili:
    1) considerare la stazione unica Chiasso-Como parte integrante del progetto.
    2) Il nuovo tratto autostradale dovrà collegarsi alla A9 a sud della barriera di Grandate, per tenere divise la barriere di pagamento da e per Milano-Svizzera da quella attuale per Como.
    3) Trasferimento all’ANAS del tronco Grandate-Brogeda, affinché possa funzionare davvero come tangenziale ovest di Como.
    Senza questa impostazione preliminare si potrebbero avere più danni (incolonnamenti) che benefici.

  3. 15 anni x le paratie!
    Molti di più, si va verso il mezzo secolo, x la Ticosa!
    Non parliamo Dell ospedale psichiatrico e caserma!
    Perché fanno questi progetti!!?????

    1. Con la configurazione proposta qui sarebbe impossibile, perché l’autostrada non passerebbe più da Tavernola.

  4. La scoperta dell’acqua calda anzi caldissima. AHAHAHAH.
    Pochissimi sanno che quando fu costruita lautolaghi il tracciato era moooolto differente e prevedeva una volta giunti a Grandate di proseguire verso la Svizzera passando per DREZZO, senza tutte le gallerie e i viadotti poi fatti con gravissimo danno ambientale e paesaggistico.
    Ma all’epoca prevalsero logiche Molto generose per chi produceva cemento e acciaio per armare i pilastri.

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