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Disastro tamponi, code per il vaccino. Orsenigo (Pd): “Ats Insubria non sa cosa sia Como e fa scarica barile. Serve un’Ats Lariana”

“Ats Insubria e Regione Lombardia stanno ripetendo gli errori del passato. Da qualunque punto di vista si voglia vedere la situazione prevenzione Covid, si ripete sempre lo stesso cliché”, lo denuncia Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, di fronte alla situazione in provincia di Como.

Solo qualche ora fa la rabbia dei sindaci (qui i dettagli) poi quella del pentastellato Raffaele Erba (qui i dettagli).

“Un eufemismo dire che ci sono delle difficoltà nel tracciamento, ma mentre Regione ha potenziato ogni provincia nei punti tampone, a Como stiamo ancora aspettando il raddoppio con il San Martino, che ancora non si sa quando aprirà. Speriamo prima di raggiungere il picco, perché davvero potrebbe fare la differenza per la salute delle persone e la sanità della comunità”, prosegue Orsenigo.

“Tutte le mattine siamo in coda per i tamponi, in coda per i vaccini, non possiamo chiamare gli operatori preposti perché i numeri di prenotazione sono saltati. Ma Ats Insubria scarica il barile su tutto il territorio, da Asst fino addirittura ai sindaci. Evidentemente Ats Insubria non ama il nostro territorio, non lo apprezza”, secondo il consigliere Pd.

“E intanto Regione Lombardia sta cercando ancora strutture interessante all’attivazione temporanea di posti tecnici di cure sub-acute a favore di pazienti Covid positivi. A Como non sarebbe meglio riattivare i così tanti agognati posti nella cittadella di via Napoleona?”, si chiede Orsenigo.

“Ancora una volta non ci siamo: Ats Insubria, quando si occupa di Como, sembra sempre non sappia di cosa stia parlando. Per questo, oggi più che mai, è urgente attivare un Ats Lariana”, conclude l’esponente dem.

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3 Commenti

  1. Purtroppo liberarsi dei leghisti in Lombardia sarà quasi impossibile , cominciamo a liberarci da varese.

  2. Il problema non sono solo i tamponi, i vaccini e l’emergenza pandemia. Magari. Si potrebbe pensare che finito l’incubo torna tutto normale. Il problema è la mancanza di Medici nell’ospedale cittadino, ad esempio al Pronto Soccorso e in Nefrologia, e la mancanza di Medici sul territorio. In alcune località della provincia, le dimissioni di alcuni Medici di Base hanno generato un caos incredibile. A Fino Mornasco, in un anno miei amici hanno, in rapida successione, visto dimettersi tre Medici di base. Gli ultimi due non li hanno di fatto neppure conosciuti. A Olgiate, mi dicono, che la situazione della medicina territoriale sia altrettanto problematica. Sicuramente le cause principali sono il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, la vicina Svizzera, specialità più remunerative per chi fa professione privata ma è lo stesso per la vicina Varese. Basterà creare l’AST Lariana? Senza mandare in soffitta la fallimentare gestione leghista della Sanità lombarda, forse non sarà sufficiente. Anzi non sarà sicuramente sufficiente.

  3. Certe forze politiche tutelano i cittadini con un’attenzione “direttamente proporzionale” al PIL prodotto dalla provincia. Meno se ne produce, e meno attenzione istituzionale si riceve. E quella di Como figura ahimé tra le ultime; se non erro, terzultima tra le province lombarde, solo davanti a Lodi e Pavia.

    Del resto come non capirle queste forze politiche, con le elezioni vicine è indispensabile assicurarsi gli inevitabili “liberi contributi” delle aziende ai partiti. Insomna, un benevolo occhio di riguardo per chi ha già di più!

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