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Chiude il centro vaccini a Cantù, il sindaco Galbiati: “Dobbiamo alzare la voce e picchiare i pugni come ha fatto Menaggio?”

“Egregi Direttori Generali, negli scorsi giorni ho appreso che il punto vaccinale presso l’Ospedale Sant’Antonio Abate terminerà il proprio servizio alla cittadinanza, proseguendo per i soli pazienti fragili già in carico al servizio sanitario. Dopo settimane di contatti, manifestazioni di disponibilità e rassicurazioni circa il mantenimento del punto vaccinale, non posso nascondere incredulità e delusione”.

E’ l’incipit della lettera molto amara che il sindaco di Cantù, Alice Galbiati ha inviato ai direttori di Ats e Asst lariana dopo che è stata comunicata la possibile chiusura del centro allestito all’ospedale Sant’Antonio Abate. Il sindaco sottolinea: “Non tanto e non solo per avere appreso la notizia a mezzo stampa (notizia riportata dal quotidiano La Provincia, Ndr), senza alcun preavviso, quanto per il fatto che sembra oramai pacifica l’equazione tale per cui se si vuole ottenere qualcosa l’unica via è quella delle alzate di scudi, così come accaduto per il punto presso l’ospedale di Menaggio, destinato alla chiusura e, oggi, restituito alla sua funzione”.

Il sindaco fa riferimento alle cronache degli ultimi giorni con il cambio di rotta sul centro vaccinale del lago.

Svolta clamorosa. Fermi: “Nessuno stop, all’ospedale di Menaggio vaccini anche per gli over 70”

E prosegue con un toni che si induriscono: “Sono sinceramente felice per il collega Spaggiari e ancor di più per i cittadini della Tremezzina, che non dovranno arrivare fino a Como per vaccinarsi. Il messaggio che passa è però svilente, e lo è principalmente per Voi e per gli Enti che gestite, che paiono alla mercè del vento di volta in volta più tagliente. Solo alzando la voce e picchiando i pugni sul tavolo si ottiene attenzione? Non posso, non voglio crederlo. E’ tuttavia mio preciso dovere difendere gli interessi, non della politica locale, ma delle migliaia di persone afferenti al territorio canturino alle quali io e gli altri colleghi Sindaci siamo chiamati a dare giornalmente conto. A queste persone vorrei raccontare che Ats ed Asst stanno facendo ogni sforzo possibile
nonostante i numeri attribuiscano alla provincia di Como la maglia nera regionale per somministrazione di vaccini. Eppure i fatti ci dicono che il punto di Cantù (forse) chiuderà, quello di Mariano Comense non è ancora attivo (ieri però il sottosegretario Turba lo ha annunciato, Ndr). A fare da contraltare i dati, soprattutto nel canturino, che evidenziano elevate incidenze di contagio. Il canturino e il marianese, un bacino d’utenza di oltre 100 mila persone attualmente dirottate su Erba, Lurate Caccivio o Cernobbio”.

Chiude Galbiati: “Ho detto più volte che non ne faccio una questione di campanilismo, più volte ho spiegato che le valutazioni di Ats hanno matrice tecnica ed una visione d’insieme non volta a favorire un Comune piuttosto che un altro o una parte politica piuttosto che un’altra. Se le notizie riportate dalla stampa fossero confermate questo territorio sarebbe però inopinatamente ed
ingiustificatamente svantaggiato. E’ doveroso da parte vostra prendere una posizione e, soprattutto, dare risposte certe. Non solo a me o agli altri Sindaci del territorio, ma ai nostri concittadini, Vostri utenti. Resto convita che il buon senso ed una più approfondita analisi porteranno alla decisione di proseguire la somministrazione presso l’Ospedale di Cantù anche per le altre fasce di popolazione e per tutto il tempo che sarà necessario. Sono certa che comprenderete l’importanza di condividere queste informazioni con tutti i cittadini e spero
apprezzerete una mano tesa piuttosto che un pugno sul tavolo. A tal proposito Vi invito ad un incontro pubblico da tenersi a stretto giro al fine illustrare le strategie della campagna vaccinale sul nostro territorio, spiegandone motivi ed obiettivi”.

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