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Attualità, scuola

Como, ultimo appello al sindaco: “Rapinese fermati, le scuole non si chiudono così. Dai, parliamone” (Video)

Il sindaco chiude le scuole e i rappresentanti comaschi in Regione fanno fronte compatto: “Rapinese, fermati”. Ancora una volta dunque, dopo le manifestazioni delle famiglie, la decisione trova opposizione. Oggi al Pirellino di Como l’assessore regionale Alessandro Fermi (Lega), i consiglieri Sergio Gaddi (Forza Italia), Marisa Cesana (Lombardia Ideale Fontana Presidente) e Angelo Orsenigo (Partito Democratico) hanno voluto sottolineare la totale contrarietà ma con mano tesa e hanno lanciato quello che Fermi ha definito “l’ultimo appello” perché vi sia quanto prima un confronto ampio e prospettico sulla questione (assente ma solo per impegni pregressi, e totalmente in linea coi colleghi, la consigliera Anna Dotti di Fratelli d’Italia).

E’ chiaro a tutti come la decisione di chiudere una scuola materna, elementare o media spetti al primo cittadino, i rappresentanti regionali però hanno evidenziano più volte (tanto quanto le famiglie, gli insegnanti, alcuni dirigenti e i sindacati) come non vi sia mai stato alcun confronto reale tra amministrazione e parti in causa, piuttosto la comunicazione monodirezionale di una decisione presa. Esemplare, ha raccontato Orsenigo, il fatto che i sindacati siano stati convocati, solo dopo insistenti richieste, alle 16 del 14 ottobre, incontro finito alle 18 con l’avvio in rapida successione dei lavori in cui la giunta ha varato proprio il provvedimento che mette nero su bianco l’addio ai primi istituti: lo trovate qui. Insomma, nemmeno il tempo di lasciar decantare quanto discusso durante il vertice.

Ecco quanto hanno detto stamattina i quattro rappresentanti comaschi, nel video una sintesi e sotto gli interventi integrali:

Alessandro Fermi

Quella di Rapinese è una decisione unilaterale che avrà ripercussioni rilevanti su scuole storiche della città. Dobbiamo premettere che, norma alla mano, la decisione sul tema è esclusiva competenza del sindaco, la Regione prende solo atto delle decisioni ma è anche vero che la Regione dà chiarissime indicazioni sul metodo che deve essere “un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con le parti coinvolte”. Ecco, quanto fatto a Como cozza con queste indicazioni e mette tutti in grande imbarazzo. E’ una visione politica che non è la mia perché chiudere una scuola è sempre un fallimento, l’alternativa è costruire istituti alveare in cui si raggruppano più classi possibile, togliendo identità ai luoghi, riducendo gli spazi per le attività collaterali e, non secondario, togliendo la presenza del Pubblico nelle città e nei quartieri, è un problema culturale.
Rapinese parla di risparmio, chiariamo perché è un concetto relativo se l’immobile è di proprietà comunale. Togli la scuola ma l’edificio rimane tuo e devi manutenerlo, quindi la differenza la fanno solo le spese correnti come acqua, luce e riscaldamento. Quini o lo vendi o non stai risparmiando.
C’è stata troppa fretta, troppa frenesia nel prendere questa decisione. Bisogna dare certezze alle famiglie, se la scelta è chiudere lo fai nell’arco di 4 o cinque anni, fai concludere il percorso scolastico, dici alle famiglie che questa scuola poi non ci sarà più. Il metodo diventa merito in questa cosa, non è stato possibile discutere e ragionare, non è stato permesso di offrire valutazioni differenti. Oggi noi siamo propositivi e lanciamo un ultimo appello al sindaco: si fermi, prenda atto delle indicazioni, discuta con noi, il provveditore, i sindacati e le parti coinvolte, questa decisione rischia di segnare Como per i prossimi anni. Rapinese parla di calo demografico che però è tutto da venire e resta da vedere quanto inciderà. Noi siamo disponibili a lavorare insieme.

Angelo Orsenigo

E’ un problema educativo, le famiglie pongono una questione di metodo e come diceva Fermi è necessario un ampio confronto, trasparente e efficace. Le manifestazioni e le azioni delle famiglie di queste settimane dimostrano che i genitori non sono delle pappemolli come li ha definiti rapinese qui siamo di fronte a una chiara manchevolezza dell’amministrazione. Quando ha preso parola in Commissione regionale ha portato questioni tecniche e numeri mentre i genitori presenti chiedevano di affrontare la questione in modo umano. Nella delibera della giunta in cui si annunciano le prime chiusure il sindaco sostiene di aver condiviso con le parti la decisione, sembra piuttosto una condivisione univoca. Pensate che i sindacati sono stati incontrati alle 16 del 14 ottobre, peraltro su loro richiesta, l’incontro è finito alle 18 e dopo pochi minuti la giunta ha votato il documento che chiude gli istituti. Fa rabbrividire, questa è una scelta di imperio e univoca. Io dico, Rapinese Fermati, confrontati, parliamo di bambini e non di pacchi.

Sergio Gaddi

Le scuole non si chiudono, è come togliere il volante a un’auto. E’ assurdo e ingiusto nemmeno nei momenti più catastrofici si chiudono le scuole. Dal Comune sono arrivate bugie, parlare di risparmio è un danno, il valore del capitale umano è infinitamente superiore alla bolletta della luce. Parlando di problemi strutturali il sindaco invoca finestre con problemi e fessure, roba che sistema un manutentore. E’ offensivo far credere ai cittadini che generi risparmio quando stai attuando il peggiore degli sprechi. Le bugie sono tante, soprattutto quando dice che ha ereditato questa situazione dal passato, dal passato semmai ha ereditato gli investimenti, i cantieri e i milioni per poter intervenire. E mente ancora attribuendosi il merito. E’ tutto strumentale, come quando nella delibera vengono citati supposti cali di iscrizione: l’asilo Carluccio ha le liste d’attesa piene, le elementari di via Perti quest’anno hanno incrementato con un +14 sulle iscrizione. Il comune usa i numeri per confondere secondo un piano stabilito e non concertato. Se sarà accettato quello che proponiamo, cioè un tavolo di confronto, i numeri finalmente andranno nero su bianco. Quello che trovo molto scorrretto è che si obblighino i cittadini ad andare alla guerra contro il sindaco, gruppi importanti, non politici e trasversali. Parlando poi di consiglio comunale non posso non notare la costante mancanza di rispetto della dignità d’Aula. La gestione del presidente Anzaldo non si è mai vista prima, è asservito al sindaco quando dovrebbe rappresentare tutte le forze. L’amministrazione spinge i cittadini a entrare in conflitto, quindi se ci sarà un ricorso al Tar darò tutto il mio appoggio, d’altronde la storia recente ha visto il Comune sempre sconfitto, si vedano Luna Park e asilo magnolia. L’arroganza spacciata per efficienza è un inganno culturale che alla fine viene smascherato.

Marisa Cesana

L’istruzione è fondamentale, parliamo del futuro dei ragazzi, la scuola è sempre un pregio e mai un danno economico. Non deve pareggiare ma anzi richiamare sempre investimenti che garantiscano educazione ed edifici, solo così si valorizza una comunità. In audizione il sindaco ha parlato di costi per il ripristino delle strutture e denatalità. L’immobile è del Comune e qualsiasi funzione assolva è sempre un costo a meno che non venga venduto. Sulla denatalità vedremo nei prossimi anni, quello che sappiamo è che queste scuole non hanno un calo di iscritti. Consideriamo poi la continuità educativa e non solo, come è possibile chiudere da un giorno all’altro separando bambini che stanno insieme da anni? Sono state prese decisioni sbagliate e senza condivisione. Inoltre i dati forniti dal Comune e dai Comitati delle famiglie non coincidono. Vogliamo chiarezza e dialogo.

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Un commento

  1. Consiglieri Comunali di Rapinese dimettevi, sfiduciatelo. Non legate il vostro nome alle ignobili azioni che si stanno perpetrando a danno dei più fragili e deboli in vista di un misterioso (ma non troppo) secondo fine. Date lustro alla vostra persona compiendo un gesto di responsabilità civica. DIMETTETEVI e consentite a Como di tornare a respirare.

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