Nessun hotel comasco ha aderito al bando di Ats Insubria per fronteggiare anche con strumenti non prettamente ospedalieri o domestici l’emergenza Covid, a differenza di quanto accaduto a Varese dove Ats Insubria si è infatti accordata per un totale di 104 camere a Induno Olona e Gallarate (85 euro al giorno a persona, il corrispettivo per le strutture).
E davanti allo zero comasco, il parlamentare Cinque Stelle Giovanni Currò esprime grande delusione.
“L’indice di contagio Rt a 1,9 della nostra provincia di Como è il più alto di tutta la Lombardia – sottolinea Currò – Varese è già pronta a ricevere i primi ospiti nelle strutture, mentre Como finora è rimasta ferma. Occorre maggiore attenzione, Como è una città fragile anche per la presenza importante di pendolari milanesi e frontalieri. A fronte di questo dato mi dispiace registrare che ad oggi non sembrano risultare disponibilità ad aperture di Covid hotel. In una città dove sicuramente non mancano le strutture, questo è un segnale che la città non deve dare. Per tale motivo contatterò le associazioni di categoria per capire il motivo di questa mancanza di disponibilità”.
“In provincia – aggiunge l’Onorevole Currò – si sta assistendo ad una situazione sempre più al limite. Una parte consistente dei lutti ha colpito nuovamente le Rsa, costrette a curare in sede i malati. I Covid hotel possono rappresentare in questo momento delicato strutture di vitale importanza per ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare. Sono luoghi pensati soprattutto per chi non può isolarsi facilmente dal resto della famiglia in appartamenti piccoli”.
“I nostri anziani rischiano di essere travolti non solo dalla pandemia, ma anche dalla mancanza di soluzioni concrete e strutture adeguate, e questo, noi, non lo possiamo permettere” conclude il parlamentare comasco.
Un commento
Figurarsi se i padroni dei nostri super hotel si possono mettere a disposizione per un fine nobile… Questi piuttosto stanno chiusi e poi chiedono anche l’aiuto dello stato nonostante siano anni che si ingrassano con i turisti! Ovviamente mi sembrerebbe doveroso che a questo punto ATS mettesse a disposizione almeno le ex caserme e magari le vecchie strutture in disuso, peccato che bisognava pensarci prima della seconda ondata! Questa è giustouna delle troppe cose che regione lombardia si è dimenticata di fare che sfiga!