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Adeleke, Ouji e le treccine venute dal deserto: nuove vite dalla Nigeria a via Milano

Via Milano alta è un registro vivente e brulicante della storia delle ondate migratorie che negli anni hanno interessato la città. Ci sono gli egiziani, i tunisini, i libici e i marocchini venuti dall’altra parte del mare.

Ci sono i pakistani e bengalesi, venuti dall’Asia. Ci sono i nigeriani, i ghanesi e i gambiani, insieme a tutti gli altri migranti subsahariani arrivati negli ultimi anni di crisi migratorie, internazionali e locali, come nel caso della stazione San Giovanni.

Como passanti in via Milano alta ph: Carlo Pozzoni

Poche strade di Como hanno assorbito questa umanità varia quanto via Milano, scolpitasi ad immagine e somiglianza dei nuovi comaschi, con una miriade di internet point, parrucchieri, negozi di kebab o i “Weave-on shop”, negozi di parrucche ed extension afro, ultima aggiunta al profilo della strada.

Nella penombra del Nat’s Weave on Shop, all’altezza della rotonda di piazza San Rocco, Ouji siede dietro al bancone, dando le spalle agli scaffali colmi di creme e cosmetici. Jennifer, sua moglie, è affaccendata attorno alla testa della figlia che richiede un fine lavoro di pettine e spazzola. Alla tv danno uno sceneggiato in yoruba, la seconda lingua della Nigeria.

Le tre pareti sono piene fino al soffitto di parrucche ed extension sintetiche impacchettate. “Questo negozio è il nostro tentativo di inventarci un lavoro, quando questo scarseggiava – spiega l’uomo che con la moglie è arrivato in Italia dalla Nigeria all’inizio degli anni 2000. Como, dove la coppia si è trasferita nel 2015, è stata una destinazione quasi casuale, ci raccontano, che ha fornito però il contesto ideale per lanciare l’attività di famiglia.

Etnopasti in via Milano Alta. Minireportage tra colazione, pranzo, merenda e cena

“Inizialmente ci siamo affidati ai servizi sociali ottenendo una casa comunale. Risparmiando il più possibile siamo riusciti ad aprire il negozio nel 2017. Jennifer lavorava proprio con parrucche ed extension in Nigeria”.

Ouji continua dicendo che, certo, gli immigrati africani arrivati a Como sostengono gli affari ma che “anche molte donne italiane frequentano in negozi di via Milano alla ricerca di extension bionde o chiare per i propri capelli”.

Un dato che ci viene confermato anche da Peggy, nigeriana, e Kamara, senegalese, due donne incontrate nel negozio dell’amica Endurance. “I nostri capelli e la nostra pelle sono diversi da quelli dei ‘white people’ e quindi abbiamo bisogno di prodotti di importazione che possiamo trovare solo in via Milano”.

Al sottile filo sintetico di parrucche e ai bisogni di donne lontane da casa è invece legata la storia di Adeleke, 30 anni, arrivata a Como dalla Nigeria nel 2015, nel pieno della più recente crisi migratoria internazionale. Oggi ha il proprio negozio all’incrocio con via XX Settembre, ben dentro il cuore di via Milano bassa.

“E’ da quando sono piccola che tratto i capelli degli altri. Avevo un negozio quando vivevo in Nigeria – spiega la ragazza – quando un giorno è andato a fuoco a causa di un generatore difettoso ho perso tutto quello che avevo. Così ho deciso di partire”. Quando Adeleke parla del viaggio che l’ha portata in Italia è come se un velo le si stendesse sugli occhi.

“Abbiamo provato ad attraversare il deserto ma prima di farcela siamo rimasti bloccati nella sabbia. Avevamo talmente sete che alcuni, tra gli uomini, bevevano la loro stessa urina. Credevo sarei morta” racconta la ragazza che è riuscita poi ad arrivare in Libia dove si è imbarcata per l’Italia.

“Poi ho raggiunto Como, direttamente dalla Sicilia e da qui non me ne sono più andata” spiega, riuscendo a recuperare un sorriso. Dopo aver lavorato in un salone di Ponte Chiasso è stato poi il momento di aprire la propria attività, giusto l’anno scorso.

“Per il momento va tutto bene. Spesso capitano tante donne italiane o addirittura svizzere che vengono da me per farsi fare le extension – dice soddisfatta tra una cliente e l’altra la ragazza, a cui chiediamo quale sia il suo sogno per il futuro – un domani voglio avere un grande salone di bellezza in cui poter finalmente lavorare con dei capelli veri”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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