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“Affitti record, a Como si pagano in media 1.800 euro al mese. Ecco lo studio su ogni quartiere”

“Negli ultimi giorni tiene banco il città l’alto costo della vita nella nostra città, e allora abbiamo provato ad approfondire il tema su una delle spese che all’interno del nucleo familiare può avere una incidenza rilevante. Per questo abbiamo approfondito il tema degli affitti nella nostra città ed abbiamo registrato un un costante incremento dei canoni, con valori medi, che a marzo 2025, si aggirano ai 1.800 euro mensili”. Così fa sapere la neonata associazione cittadina Nova Como. Il sodalizio propone un’ampia analisi con grafici che pubblichiamo integralmente:

Alla luce di ciò, riteniamo indispensabile intervenire con misure integrate, volte sia a incentivare la locazione a lungo termine a prezzi calmierati, al fine di preservare il tessuto sociale della città.
Da come si può evincere dallo studio effettuato, tenuto conto dell’offerta presente nel comune di Como, la variabiltà del costo medio degli affitti ha valori che sono suscettibili di modifica in base alle zone della città, come dimostra il grafico seguente.

Analizzando i dati riportati, emerge in modo chiaro la significativa variabilità dei canoni di locazione nelle diverse aree di Como. La media generale di 1.828,04 € al mese colloca la città su livelli di affitto piuttosto elevati rispetto ad altri contesti urbani di dimensioni simili.

      • Tavernola si distingue come zona più economica (850 €/mese), quasi la metà rispetto alla media cittadina. Il dato risente del numero di offerte presenti al momento della rilevazione e, di conseguenza, il prezzo medio.
      • Centro Storico registra invece gli affitti medi più alti (2.343,55 €/mese), superando ampiamente la media generale. Questa forbice può riflettere la maggiore attrattività turistica e commerciale, oltre a un prestigio storico-architettonico che spesso influisce sui prezzi.
      • Centro – Borghi – Zona Valduce – San Martino – San Rocco – Sant’Agostino e Rebbio – Camerlata – Monte Croce viaggiano entrambe intorno ai 1.670 € mensili, valori significativi che suggeriscono un discreto interesse residenziale in queste aree, probabilmente per la loro posizione semicentrale.
      • Stadio – Borgo Vico – Villa Olmo presenta un affitto medio (1.805 €) molto vicino alla media complessiva, nonostante si tratti di zone anch’esse pregiate e in prossimità del lago.
      • Monte Olimpino – Ponte Chiasso – Sagnino (1.132,22 €) e Albate – Lora – Camnago Volta (1.215 €) si collocano sotto la media generale, ma rimangono comunque su cifre non trascurabili
      • Civiglio – Garzola (1.566,67 €) e Caserme (1.090,77 €) hanno valori intermedi ma comunque un posizionamento non troppo distante dalla media cittadina.

 Se analizziamo il costo euro/m² dal campione oggetto dello studio si evincono i seguenti dati:

E’ importante sottolineare che non esiste un valore univoco e “assoluto” per il costo medio degli affitti in Italia al metro quadro, poiché i prezzi variano in base a numerosi fattori (posizione geografica, tipologia di immobile, stato di conservazione, servizi accessori, ecc.). Tuttavia, in via indicativa possiamo fornire una stima basata su alcune rilevazioni di portali specializzati e agenzie immobiliari nazionali.

  • Valore medio nazionale: in molte analisi recenti (dati 2022-2023)1 i canoni di locazione in Italia si aggirano intorno ai 10-11 euro/m² mensili, come media complessiva.

  • Differenze territoriali:

    • Grandi centri urbani (es. Milano, Roma, Firenze): i valori possono salire dai 14-15 euro/m² fino anche a oltre 20 euro/m² per zone molto centrali o di pregio.

    • Città di medie dimensioni o aree periferiche: i prezzi spesso si assestano intorno ai 7-9 euro/m².

    • Aree più piccole o regioni meno popolate: si possono trovare valori anche sotto i 6- 7 euro/m².

 È importante sottolineare che questi dati sono il risultato di stime medie e fotografano una realtà molto eterogenea. Per avere un quadro più preciso e aggiornato, conviene consultare i report annuali o semestrali di agenzie immobiliari (ad esempio quelli pubblicati da Nomisma, Immobiliare.it o Idealista) e gli Osservatori sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.

Confrontando il valore medio di 21,04 €/m² rilevato a Como con le stime nazionali, si nota che Como si colloca decisamente al di sopra della media italiana (spesso indicata intorno ai 10-11
€/m² mensili su scala generale).

Nel complesso, questi dati confermano il costo elevato delle locazioni a Como e mostrano che la geografia del mercato degli affitti è estremamente diversificata, con aree “di pregio” dove la domanda supera di gran lunga l’offerta, e zone più periferiche dove i prezzi si mantengono relativamente contenuti.

In prospettiva, sarebbe necessario adottare azioni finalizzate ai seguenti obiettivi:

  • Riduzione del costo degli affitti a lungo termine: Promuovere contratti a canone concordato o calmierato, con particolare attenzione alle categorie di popolazione maggiormente vulnerabili (giovani coppie, studenti, lavoratori temporanei).

  • Incentivazione della cooperazione tra proprietari e inquilini: Favorire il coinvolgimento delle associazioni di proprietari e inquilini in un dialogo continuo, mirato a individuare soluzioni condivise e tutelanti per entrambe le parti.

Con l’obiettivo di porre in essere politiche finalizzate per affitti a canone calmierato, come ad esempio:

  • Riduzione dell’IMU per i proprietari che sottoscrivono contratti di locazione a prezzi concordati o comunque inferiori a una soglia prestabilita (ad esempio il 10-15% in meno rispetto al valore medio di mercato).

  • Premialità su tasse e tributi locali (es. TARI ridotta o azzerata) per gli immobili concessi in affitto a lungo termine (almeno 3-4 anni di durata contrattuale) con canoni calmierati.

La finalizzazione delle azioni sopra proposte, sono possibili solo con un dialogo strutturato con associazioni di proprietari e inquilini e pertanto occorre prevedere:

  • Tavolo permanente: Istituire un tavolo di confronto con le principali associazioni di categoria (proprietari e inquilini) e le organizzazioni sindacali del settore abitativo, al fine di monitorare l’andamento del mercato e di aggiornare periodicamente il valore dei canoni concordati.

  • Promozione di contratti-tipo: Elaborare modelli contrattuali standardizzati, con parametri di durata, canone e clausole specifiche a tutela sia del proprietario sia dell’inquilino, da adottare in maniera semplice e rapida.

Siamo convinti che con azioni di medio/lungo periodo il contenimento del costo degli affitti possa portare ai seguenti vantaggi:

  • Miglioramento del tessuto sociale: favorire residenze stabili contribuirà a evitare lo svuotamento dei quartieri, garantendo continuità e vitalità alle attività locali.

  • Migliore qualità della vita: soprattutto per la sostenibilità finanziaria dei nuclei familiari che si trovano alle prese quotidianamente con un costo della vita molto alto e che non è sostenuto dai rinnovi dei contratti di lavoro.

Ci auguriamo che i risultati del nostro studio possano fungere da stimolo per un confronto aperto e costruttivo tra tutti gli attori istituzionali interessati – amministrazioni locali, associazioni di categoria, rappresentanti dei cittadini e altri soggetti coinvolti – affinché, attraverso il dibattito e la collaborazione, possano emergere soluzioni e politiche concrete in grado di incidere positivamente sulla qualità della vita della comunità.

Infine una nota: È importante sottolineare che questi dati sono il risultato di stime medie e fotografano una realtà molto eterogenea. Per avere un quadro più preciso e aggiornato, conviene consultare i report annuali o semestrali di agenzie immobiliari e gli Osservatori sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.

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