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Albergatori d’acciaio e di speranza. Alberto, Carlo, Margherita: storie da Tremezzina, Bellagio e Lezzeno

Il nuovo anno, dopo un 2020 di crisi e momenti difficilissimi per i vari settori economici italiani a causa della pandemia, avrebbe dovuto rappresentare una nuova speranza sostenuta anche dall’avvio della campagna vaccinale contro il Covid.

Per molti albergatori di Como e del lago però, visto il clima di incertezza generale ancora presente nel Paese, il pensiero della prossima stagione non è molto ottimistico. Se parliamo di hotel a conduzione familiare, molti piccoli imprenditori lariani si sentono abbattuti e disorientati.

“Al momento siamo ancora chiusi, stiamo cercando di capire cosa succederà nei prossimi mesi – spiega Alberto Cetti, titolare dell’Albergo Lenno e presidente dell’Associazione Turistica Tremezzina – avrei voluto riaprire a metà marzo come tutti gli anni ma come posso decidere ora? Ho alcune prenotazioni per questa estate, per eventi slittati lo scorso anno, ma adesso già qualcuno inizia a rivalutare vista la situazione. Aspettiamo qualche mese, apriremo non appena ci saranno le condizioni. Speriamo per Pasqua, a inizio aprile”.

Così come per le altre strutture di Centro Lago e Tremezzina, per Cetti sarà importante capire anche l’evoluzione della pandemia a livello europeo, visti i clienti di riferimento – inglesi, francesi, svizzeri, tedeschi. “E poi bisogna capire se la campagna vaccinale italiana avrà un effetto anche a livello psicologico sui turisti – osserva – le nuove restrizioni per ora non ci toccano troppo, visto che siamo in bassa stagione, ma speriamo che tutti gli sforzi ci permettano di ospitare turisti nei prossimi mesi. Un anno è passato e ci siamo difesi come potevamo, ma il secondo sarebbe un disastro senza la stagione estiva a partire da maggio”.

E conclude: “Io, la mia famiglia e i miei dipendenti siamo a casa da novembre, vorrei poter avere un buon numero di turisti in struttura per potere riassumere tutti al più presto. E’ importante a livello economico ma anche psicologico per tutti noi. Siamo disorientati, il mondo si è invertito: prima decidevamo noi cosa sarebbe successo, ora invece dipende tutto da fattori esterni”.

Carlo Sancassano insieme a due turisti (foto pre-Covid)

Anche a Bellagio, per una struttura particolare come l’Hotel Il Perlo Panorama specializzata in servizi per gli amanti del ciclismo, la situazione non è differente. “Abbiamo chiuso l’albergo a fine ottobre e ora stiamo cercando di capire come procedere – così il proprietario Carlo Sancassano che è anche presidente dell’associazione PromoBellagio – il piano sarebbe di ripartire a metà di marzo, come ogni anno, ma non sappiamo ancora quanto varrà la pena riaprire subito. Qualcosa si sta iniziando a muovere ma molto lentamente, è poco e concentrato solo sui mesi estivi”.

Come molti albergatori, anche Sancassano sta rivalutando la tipologia di turismo e i servizi da offrire. “La mia idea è concentrata sulla prossimità – spiega – considero che il turismo oltreoceano non ci sarà, accoglieremo in prevalenza italiani e spero europei se apriranno le frontiere. Tuttavia, stiamo riscontrando un buon interesse sul mondo attivo e della bici, ci sono poche prenotazioni ma in tanti ci contattano per chiedere informazioni. Questo dimostra una rivalutazione delle attività outdoor e il nostro territorio si presta, c’è molto da scoprire qui intorno”.

E, come presidente dell’associazione PromoBellagio, osserva: “Pensiamo che i tre mesi estivi saranno come l’anno scorso, ma ci sarà molto lavoro da fare in termini di promozione per la bassa stagione. Dovremo fare una buona comunicazione del paese e del lago, vorremmo anche porre le basi per il prolungamento della stagione in autunno-inverno. Abbiamo perso l’occasione di farlo lo scorso anno, non vogliamo che quest’anno sia la stessa cosa e quindi ne parleremo già nei prossimi consigli”.

Chi invece ha una visione più serena è Margherita Maestri, che guida l’Hotel Villa Aurora di Lezzeno insieme alla sua famiglia. “In questo momento stiamo facendo alcuni lavori in vista della prossima stagione – confessa – l’hotel è di famiglia e quindi non abbiamo nulla da perdere, vogliamo portare avanti l’attività dando lavoro ai dipendenti. L’anno scorso abbiamo avuto grandissimo riscontro con l’apertura, siamo positivi altrimenti non avremmo investito in questi nuovi lavori. Prima o poi, d’altronde, finirà la pandemia”.

Ottimismo che, ovviamente, non va confuso con una mancanza di realismo. Ma che sicuramente denota una grande audacia. “Normative permettendo, a fine marzo vorremmo riaprire – aggiunge – purtroppo sappiamo che le condizioni non sono le migliori, ma quando potremo ripartiremo e prenderemo ciò che arriverà. Abbiamo tanti clienti fidelizzati italiani, non solo la clientela americana che è tipica dei grandi hotel del lago”.

Altra caratteristica particolarmente apprezzata dai turisti è l’offerta legata agli sport acquatici. “Da noi si possono fare tante attività in acqua, all’aperto – conclude – forse proprio questo ha attirato la clientela, insieme al ristorante e ai nostri servizi. Lo scorso anno è stato così, speriamo che lo sia anche nel 2021. Insomma, incrociamo le dita”.

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Un commento

  1. Queste sono tutte attività che non pagano l’affitto, se anche rimangono ferme per una stagione non rischiano di chiudere, fanno paura tutte quelle attività e sono tante che rischiano di diventare preda delle mafie e per le quali i “ristori” sono un paliativo insufficiente a fronte di perdite che sfiorano l’80% degli anni precedenti…. Ma forse è meglio non parlarne?

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