“Sia chiaro a tutti, questo non è un attacco politico a Regione Lombardia che, pur con qualche comprensibile errore, ringrazio per non aver lesinato la benché minima energia nella lotta a COVID 19. Questo per chiarezza”.
La premessa è soft, ma il deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, non lesina critiche anche pesanti ad Ats Insubria, l’emanazione sui territori della sanità regionale. Nel mirino, la nota diffusa ieri.
Ats Insubria sulle Rsa: “Oltre mille ospiti (427 decessi) e 900 operatori tra positivi e sospetti”
“Vorrei che in futuro i dati forniti da ATS fossero disaggregati per provincia in modo da consentire a tutti una lettura immediata e consapevole – afferma Butti – penso inoltre che la meritoria attività citata da ATS in questo slancio autoreferenziale andrebbe scandita con maggior chiarezza per quanto concerne i tempi di attuazione e intervento”
Segue una serie di affondi specifici. Il primo sui tamponi: “Si legge che da ieri è stata potenziata l’attività di esecuzione dei tamponi e questa precisione temporale apprezzabile andrebbe estesa anche agli altri interventi descritti nel comunicato stampa. Peraltro abbiamo certezza che ATS sia ancora alla ricerca di medici volontari per effettuare tamponi, ma non cerchiamo il pelo nell’uovo”.
“Poi leggo anche che sono in corso sopralluoghi nelle strutture sociosanitarie. Ma da quando sono in corso? Da un mese e mezzo o dalla scorsa settimana? – chiede polemicamente il deputato lariano – No, perché un entusiasta di natura, quale sono io, potrebbe dedurre che tutto va bene nelle strutture e sul territorio. Quindi, proseguo per deduzione logica, i sindaci e i responsabili delle strutture RSA, che si sono giustamente lamentati, anche con me, sono dei complottisti”.
Segue il tema – noto da tempo sul Lario – delle apparenti attenzioni riservate soprattutto al ramo varesino del territorio di competenza dell’Ats.
“Ma quello che stupisce è l’assenza di citazioni riservate alle istituzioni comasche – sottolinea Butti -Con il sostegno di Camera di Commercio di Varese, dell’ordine dei medici di Varese e del comune di Busto Arsizio (a tutti il mio sincero plauso) ATS Insubria ha istituito, si legge sempre nella nota diramata ieri, una terza postazione per l’esecuzione dei tamponi in modalità drive in da affiancare a quelle esistenti di Varese e Como”.
“Poi si cita un altro progetto interessante di radiodiagnostica al letto nelle RSA, si presume della provincia di Varese, in collaborazione con una delle ASST varesine (Settelaghi). Tutto sinceramente apprezzabile, ma ci vogliono per caso dire, in modo subliminale, che le categorie comasche, la Camera di commercio di Como e Lecco (presidente comasco), gli ordini professionali comaschi, l’ASST, il Sant’Anna e altre istituzioni non si siano rese disponibili per implementare, anche in questa provincia dei cugini poveri, qualche progetto di utilità al territorio?”.
“Non ci credo! Non ci credo perché conosco la sensibilità dei vertici delle citate “istituzioni” – affonda ancora Butti – Più probabile che questa lodevole “voglia di fare” di ATS Insubria sia stata colta da strabismo e limitata dal gusto per il “particulare machiavellico varesino”. Peraltro, da cittadino e anche da legislatore nazionale, mi sarebbe piaciuto leggere di questo attivismo non il 20 aprile, ma qualche settimana prima. Magari anticipando un zic, si dice dalle mie parti, i decessi avvenuti nelle RSA e le difficoltà con cui hanno lavorato gli operatori a qualsiasi livello. Siamo davvero sicuri che in questa fase ( per non parlare della precedente) alle RSA servano “telemedicina” o radio diagnostica a domicilio e non altro? Se si vuole evitare la polemica, o qualsivoglia reazione, occorre evitare la provocazione”.
In prospettiva, il deputato comasco afferma che “la Riforma Maroni del 2015, almeno per quanto concerne il servizio socio sanitario sul territorio, necessita di un tagliando. Purtroppo le modifiche apportate alla legge 23/2015 nell’autunno 2018, dopo la fase sperimentale, riguardavano solo l’azzonamento socio sanitario delle competenze ATS, non la diversa qualità dell’organizzazione dei servizi. Quella Riforma, che ebbi modo di definire già allora “degli acronimi” consente troppe libere interpretazioni attuative”.
“Questo – è la conclusione – crea confusione negli operatori, ma soprattutto nei cittadini che da una Riforma studiata per loro, non vogliono complicati acronimi, burocrazia o paroloni, vogliono solo essere curati. Inutile piangere ora sul latte versato, questa pandemia obbligherà la politica, a tutti i livelli, ad intraprendere un condiviso e sereno processo di riforma del servizio sanitario. Questo non significa rinunciare alle competenze regionali per tornare al servizio centralizzato del vecchio ministero della Sanità, anzi! Sarebbe una follia. Ma solo fare chiarezza tra le competenze”.
11 Commenti
Alessio….si aprono praterie nei pascoli leghisti.
Boh… se inauguri una postazione a Malpensa Fiera, mi riesce difficile pensare di dover ringraziare il Comune di Sorico, l’ordine dei medici di Como, e la CCIAA di Como-Lecco. Piuttosto, l’onorevole della Tremezzina potrebbe impegnarsi -per quanto in suo potere- affinché venga attivata una postazione per esempio a Menaggio, visto che in zona abitano tanti frontalieri che a breve riprenderanno ad andare in Svizzera da Porlezza, e difficilmente verranno a Como a farsi controllare.
Bene Senatore, allora, da uomo libero, ma riferimento indiscusso a Como di un partito di maggioranza in Regione, ci aspettiamo che dopo questa uscita si impegni in modo concreto, tramite i vostri consiglieri regionali, per modificare l’attuale modalità di gestione della sanità da parte di Regione Lombardia.
Ci aspettiamo atti concreti, ci aspettiamo proposte legislative, magari condivise con l’opposizione e con il Presidente Fermi, che a voce (ma solo a voce, anche lui) ha espresso criticità sulla riforma.
Oppure lei è l’unico a pensarla così in FDI?
Perché in quel caso ci sarebbe un problema politico, se il principale rappresentante a Como di FDI è in disaccordo con la sua maggioranza regionale, sulla principale competenza di Regione Lombardia.
Nel 2015 ero al lavoro come Lei come tutti ma, a differenza di molti, alle elezioni del 2018, memore anche di questo e di altri scippi che ha subito la provincia di Como negli anni, ho votato per il candidato della coalizione di centrosinistra .
Non saprei e non mi interessa se Lei nel segreto dell’urna ha fatto altrettanto.
Considerando le sue reiterate proteste dopo la creazione della varesina ATS Insubria potrei anche crederci, ma non mi sembra proprio.
Aggiungerei all’assolutamente condivisibile commento di Andrea un ulteriore quesito: chi ha svenduto l’ ospedale S.Anna all’ Università dell’ Insubria (Varese) con un accordo sottoscritto da un Direttore Generale di stretta osservanza leghista ? Vuoi mai che ………?
Sono stato preceduto nei commenti: effettivamente è strano che l’onorevole Butti se la prenda con una regione che dal celeste in poi è stata esclusivamente governata dal centro destra. Quindi o rinnega le alleanze, le decisioni dei suoi compagni di partito o, boh?
Sbagli ne han fatti in regione ma anche il governo sordo e tra il 31 gennaio quando già sapevano della Cina al primo infetto nel lodigiano, si sarebbero potute salvare tante vite, tra operatori della sanità e pazienti
Guardi, se vuole buttarla in polemica politica…rinuncio a qualsiasi confronto. Con la Riforma del 2015 il “Celeste” c’entra meno di zero. La riforma fu di Maroni. Io non ne faccio una questione politica, muoiono le persone, altre di infettano. Le pare abbia voglia di fare polemica? Ero critico nel 2015, resto critico, a maggior ragione oggi. Sono un uomo libero e da uomo libero se il mio partito sceglie una strada che non condivido, lo dico.
oh, che bello il comunicato del Senatore Butti!
Ma chi ha nominato i vertici di ATS? Regione Lombardia, a maggioranza centrodestra, FDI compresa.
Ma chi ha approvato la riforma delle ATS, con l’accorpamento di Varese con Como? Regione Lombardia, a maggioranza centrodestra, FDI compresa.
Ma chi ha in mano la gestione della sanità, compresa quella disastrosa dell’emergenza COVID? Regione Lombardia, a maggioranza centrodestra, FDI compresa.
Deduciamo quindi che o il Senatore Butti fa opposizione alla maggioranza di cui fa parte il suo partito in regione, oppure che il Senatore Butti fa opposizione al suo stesso partito.
In entrambi i casi, un bel salto di qualità.
La premessa del Senatore è tutto un programma. E’ un po’ come il professore che dice ai genitori che il loro figliolo è un somaro ma, a sua scusante, si è impegnato molto. L’impegno della Regione c’è stato, come dargli torto.
A parte questo, è assolutamente condivisibile quello che dice, compreso un certo orgoglio di campanile, tuttavia è d’obbligo una domanda. Ma quando si costituì l’ATS Insubria, quando la plancia di comando fu collocata a Varese e non a Como, quando dalle strutture ospedaliere del nostro territorio hanno iniziato a scappare bravi medici e bravi infermieri (la pianta organica mi risulta assai deficitaria e potrei citare bravissimi specialisti che si sono trasferiti a Garbagnate o a Varese stesso), quando perfino cercarono di scipparci i quadri….ma il Senatore dov’era?
Nel 2015 non ero in Parlamento, tantomeno in Regione Lombardia. Da professionista ebbi modo di esprimere contrarietà su parte di quella riforma…qualche anno dopo, purtroppo, ho avuto ragione. Lei, invece, dov’era?
Il problema Ats e’ un problema regionale ,se da quel posto non arriva “verbo” nessuno si muove egregio senatore Butti.
Non rispondo per polemizzare ma per fare chiarezza e quadrato sugli avvenimenti.
Ad Alzano nel bergamasco chi ha dato ordine di riaprire il pronto soccorso e’ una voce giunta dalla Regione Lombardia e da esimio dirigente responsabile del walfare !!!
nella provincia di Como chi ordinera’ di eseguire I tamponi sara’ l’ATS di Varese e non sono qui a ricordare chi e’ il direttore nominato di quell’ente ,ma chi l’ha nominato direttore ovvero REGIONE LOMBARDIA nelle persone del governatore e assessore proprio quelli che si vantano di aver impegnato 26 milioni di euro per un ospedale da campo per soli 6 pazienti ,ospedale come sappiamo privo di operatori a regime e reparti di ausilio indispensabili per poter lavorare in coordinamento !!!!!!!
saprete pure che a Bergamo inizieranno a lavorare previo test sierologico o tampone si proprio quei tamponi che fino ad ora per le strutture rsa non si sono mai trovate !!!
Comprende vhe questa non e’ polemica ma rappresentazione di uno stato di fatto e luoghi.