Ne avevamo parlato nei giorni scorsi (qui i dettagli) del voto di domenica scorsa in Ticino per decidere se tenere I negozi aperti più a luno e più spesso. E se in riva al lago l’apertura pressoché costante degli esercizi commerciali, soprattutto nei periodi di grande affollamento, è praticamente una regola, anche il Ticino ha detto “si”. La “liberalizzazione” del settore ha infatti trovato più voti favorevoli rispetto al “no” sostenuto dai sindacati. A essere favorevole alla legge è il 56,8% dei cittadini, mentre è contrario il 43,2%.
I cambiamenti sono tre: più aperture domenicali (da tre a quattro l’anno) e l’estensione dell’orario, dalle 18 alle 19, nei festivi settimanali e le domeniche prima di Natale. Inoltre, cresce il numero dei negozi che avranno diritto alle deroghe concesse per le località turistiche attraverso un aumento della superficie: l’attuale limite di 200 metri quadrati passa a 400.
I sindacati Unia e Ocst in prima linea avevano lanciato un referendum per opporsi e raccogliere firme sufficienti (quasi 8mila) ma nulla da fare. Si sosteneva, tra l’altro, che la domenica fosse un giorno dedicato alla famiglia. Mentre il “no” avrebbe aiutato I commercianti ticinesi a contrastare la concorrenza italiana