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Asilo Sant’Elia, la verità: altro che 500mila euro, servono 2.8 milioni. Ciabattoni: “Ma tornerà a essere asilo”

Ennesima doccia gelata per il futuro dell’Asilo Sant’Elia, gioiello del Razionalismo comasco e italiano ormai chiuso dal 2019 per l’ennesimo cantiere-calvario  avviato dal Comune e mai concluso. Da allora, i bambini che prima lo frequentavano sono stati trasferiti altrove e l’intervento – più che far rifiorire il tesoro dell’architettura firmato da Giuseppe Terragni – ha fatto germogliare calcinacci, oblio e transenne. Ma rispetto alla stima fatta dall’ex Giunta Landriscina di “solo” mezzo milione per la riapertura ipotizzata addirittura già nel 2023, il percorso sarà decisamente più lungo e costoso.

L’ultimo punto della situazione è stato fatto dall’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Ciabattoni, rispondendo a una precisa domanda del gruppo consiliare di Svolta Civica a cui ne è stata accorpata una simile dell’esponente di FdI, Giordano Molteni.

“L’obiettivo – ha detto Ciabattoni – è la riqualificazione e l’adeguamento dell’edificio per restituirlo alla sua funzione originaria di asilo nel rispetto delle norme attuali e nella salvaguardia della struttura. E’ stata condivisa con la Soprintendenza la necessità di avviare un programma conoscitivo organico per gli interventi tesi al recupero e, in quanto icona dell’architettura del ‘900, quale polo del turismo culturale”.

“Sono numerosi i problemi di conservazione – ha aggiunto l’assessore – Servono la sistemazione della copertura, il consolidamento delle strutture e delle travi, la sistemazione delle pensiline e dei serramenti, gli adeguamenti degli impianti per la prevenzione antisismica e anticendio, e quelli relativi alla rete fognaria e allo smaltimento delle acque, fino alla sistemazione di via Alciato ed eventualmente anche di via dei Mille”. Insomma, un quadro articolato e decisamente complesso, vista anche la delicatezza dell’edificio in questione.

“Il quadro economico, da un stima a braccio, comporta una spesa di 2.8 milioni da reperire. Il recupero potrà avvenire anche in lotti ma in modo armonico e unitario, non frammentario ed evitando interventi non risolutivi in termini assoluti”. Per quanto riguarda il passato, dunque, archiviato lo studio di fattibilità conprendente lavori solo parziali (e mai portati a termine) messo a punto nel 2020. Infine, Ciabattoni ha sottolineato che con delibera approvata il 9 settembre scorso, nell’ambito del Pob 2023-2025, è stato ribadito l’obiettivo di recupero dell’immobile come asilo, non appena reperite le risorse necessarie.

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2 Commenti

  1. Vergognatevi tutti, passato e presente! I bambini sono alla Severino Gobbi, struttura non adeguata x spazi e programmi con i locali dello spazio gioco con giardino abbandonati a se stessi! Ma cosa state aspettando a spostarli!!!!!???? Svegliatevi, i bambini meritano rispetto!’n

  2. Non è possibile renderlo asilo a norma senza snaturarlo. Eppure lo sanno, pensano che Sovraintendenza dia i permessi? Solo fumo negli occhi. Farne spazio per laboratori per studenti, a rotazione elementari e medie. Testimonianza del razionalismo.

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