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Asilo senza Elia: via i bambini, lavori a metà, niente soldi. Il gioiello di Terragni affonda

A giugno, quando a Como si andrà al voto per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale, saranno trascorsi ormai quasi tre anni. Era l’estate del 2019 infatti quando l’asilo Sant’Elia, in via Alciato, uno dei tesori del Razionalismo lariano progettato da Giuseppe Terragni, veniva chiuso per l’esecuzione di lavori non più rinviabili e i bambini spostati in altre scuole. Il problema è che quel trasloco è diventato pressoché definitivo e della fine di quei cantieri, per ora, non si vede l’ombra.

Per il recupero di quel gioiello architettonico, operazione molto travagliata e che tante polemiche ha fatto esplodere in città, bisognerà attendere ancora, e chissà per quanto. E ciò che più rattrista è vedere lo stato di degrado e abbandono che inevitabilmente si sta generando tutto intorno all’edificio. Della maestosa opera del Razionalismo, purtroppo, ormai si intuiscono solo dei lampi di grandezza del passato. Crepe sui muri esterni, cancelli con lucchetti arrugginiti e reti che delimitano il perimetro sempre più rovinate, insieme a rifiuti gettati in terra, offrono un quadro desolante.

Sbirciando oltre i cancelli chiusi si intravedono, dai grandi finestroni delle aule, ancora dei materiali didattici coperti con delle lenzuola e ormai sommersi da strati di polvere.

In passato i lavori prevedevano anche la sistemazione delle tende, un problema che costringeva le maestre a coprire i finestroni con dei cartoni per provare, senza successo, a evitare che il calore del sole trasformasse l’edificio in un forno. Insomma chi si trovasse ad aggirarsi oggi intorno all’asilo a tutto potrebbe pensare tranne di essere di fronte a un luogo meta di pellegrinaggio per tantissimi studiosi e curiosi. E nel giardino, dove le piante crescono ovviamente senza alcun controllo, alcuni giochi per bambini che giacciono rovesciati in mezzo all’erba completano l’immagine deprimente dell’opera progettata da Giuseppe Terragni e intitolata ad Antonio Sant’Elia, costruita fra il 1935 e il 1937.

“Purtroppo i vincoli artistici, la necessaria supervisione della Soprintendenza e la necessità, dopo i vari tentativi finiti male di eseguire interventi appropriati, di redigere un progetto definitivo curato in ogni minimo dettaglio, rimandano la sistemazione dell’asilo alla prossima amministrazione – spiega l’assessore competente Pierangelo Gervasoni – Non si tratta di voler scaricare una responsabilità ma inevitabilmente il bene è molto particolare. Soldi a disposizione non ne avevamo se non per interventi minimi e in tal caso non aveva senso fare piccoli lavori a scadenza su un edificio simile”.

Insomma, allo stato attuale, nessuna speranza all’orizzonte. La certezza è soltanto che a breve il futuro dell’asilo Sant’Elia diventerà un problema molto serio per il futuro sindaco di Como.

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2 Commenti

  1. Egregio Arch. Franchini, nemmeno la sua amica Gerosa è stata in grado di metterci mano e non solo lì, basta vedere in che stato versano le scuole di tutto il territorio comunale per rendersene conto.
    Visto che Lei è così capace e ha tante idee – vedi piazza Cavour- si candidi con la dott.ssa Minghetti, anzi, meglio ancora, si proponga come Assessore qualora dovesse vincere, poi faccia i fatti – non le parole, perché a parole e a commentare qui , sono buoni tutti.

  2. Che pena…. che nostalgia…. per una politica forte e determinata a fare l’interesse pubblico. Nemmeno per i bambini.
    Un piccolo capolavoro dell’archi Moderna, che in 80 anni ha reso felici e educato migliaia di bimbi, nelle mani di un gruppo di incapaci, svogliati e incompetenti, che in 5 anni non sono stati capaci nemmeno di finanziare un restauro adeguato e ben fatto.
    Con un avanzo di cassa comunale di 18 milioni di € non utilizzati.
    Questa si chiama malafede e indifferenza al mandato che i cittadini ti hanno dato.
    E va ricordata con cura alle elezioni del 12 giugno.

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