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Associazioni d’Arma sotto sfratto: “Ce ne andiamo da Como”. Comune in trincea

Scene belliche – o quasi – in via Vittorio Emanuele, a Como. Schierati due eserciti. Il primo – quasi vero – è composto da Cavalleria, Artiglieria, Bersaglieri, Genieri, Combattenti e reduci, militari in congedo. Il secondo ha in capo il “generale” Mario Landriscina, sindaco di Como, e il “colonnello” – nonché assessore al Patrimonio – Francesco Pettignano.

Fuori di metafora – che poi tanto metafora non è – il caso è scoppiato alla fine di marzo con una lettera firmata dal responsabile della sezione Cavalleria, cavalier Giacomo Guarisco, a nome anche di alcuni tra i più noti esponenti delle Associazioni d’Arma della città. Al centro della polemica cannoneggiata, la sede storica delle associazioni in via Balestra, a due passi dai Musei Civici. Locali dati in concessione dal Comune nel 2013, con contratti però ormai scaduti. Fattore per cui l’amministrazione ha concesso una proroga soltanto fino al 31 maggio 2019, senza certezze assolute per il dopo. Questa incertezza e l’anno abbondante di tempo prima della “dead line”, però, ha mandato su tutte le furie in particolare Guarisco che ha rappresentato anche le posizioni delle altre associazioni.

La sede delle Associazioni d’Arma in via Balestra a Como

“Non vogliamo perdere del tempo e aspettare maggio 2019 – ha scritto al sindaco il responsabile della sezione Arma di Cavalleria, Guarisco – Alla prossima convocazione del consiglio comunale (dunque teoricamente lunedì 9 aprile ndr) dovete darci una risposta definitiva. Perché se dobbiamo spostarci a San Fermo lo faremo anche subito, il sindaco (Pierluigi Mascetti, ndr) sarebbe ben felice di ospitare noi e il museo gratuitamente e voi perderete tutto quanto. Non stiamo scherzando – ha aggiunto nero su bianco il Cavalier Guarisco – ma se voi ci manderete via, state sicuri che convocheremo la stampa nazionale, regionale, provinciale, le tv locali e nazionali e anche Striscia la Notizia”. Guerra vera, come si vede, al di là delle iperboli iniziali.

Ma pronta, però, arriva la risposta – di tutt’altro tenore – dell’assessore-“soldato” Pettignano. “In realtà, le associazioni stanno in quei locali da tempo nonostante le concessioni scadute e senza pagare canoni. Anzi, abbiamo anche abbuonato alcuni debiti del passato – afferma – Noi siamo andati loro incontro, prorogando la concessione scaduta al maggio 2019 perché riconosciamo il valore umano e storico delle associazioni. Il punto è che i Musei ci hanno chiesto i locali di via Balestra perché hanno bisogno di spazio, ma noi abbiamo contestualmente offerto alle associazioni una possibile sede alternativa in piazza Mazzini. Eppure nel giorno concordato per il sopralluogo congiunto, nessuno si è presentato. Sono sempre disponibile al dialogo e al confronto e non vogliamo che le Associazioni se ne vadano da Como. Ma bisogna dimostrare una volontà reciproca di trovare un’intesa, non può essere solo il Comune a fare passi in avanti”.

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Un commento

  1. Con tutto il rispetto per le Associazioni d’arma (io ne faccio parte), devo precisare che sostengo gli assunti di Giacomo Guarisco che si firma come “Guarisco Cav. Giacomo” ma non risulta aver ricevuto il cavalierato da chicchessia. Fu “cavaliere” in quanto militare così come si potrebbe dire “soldato” o “fante” ma la forma di proporsi “Cognome Cav. Nome” spetta solo a chi è stato nominato al Cavaliere al merito della Repubblica. Negli elenchi, il Signor Guarisco (cavaliere in congedo), non risulta!

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