Il Comune di Como resta solo. Nuovo capitolo nella vicenda dell’Azienda Sociale di cui ci occupiamo da qualche giorno. Tutto è partito venerdì scorso quando 18 dei 21 Comuni che fanno parte dell’Ente si sono schierati con San Fermo decretando, con voto, che sarebbe dovuto diventare capofila per i prossimi tre anni. Un Comune ha votato diversamente, cioè Como che ha indicato se stesso (nonostante nel 2023 avesse annunciato di volersene andare), e due si sono astenuti vale a dire Carate Urio e Tavernerio. Questi ultimi però ieri hanno cambiato idea e firmato sia l’Accordo di Programma che i Piani di Zona mettendo politicamente nell’angolo il capoluogo e schierandosi con il sindaco di San Fermo Pierluigi Mascetti che in questi giorni si è scontrato duramente su queste pagine con il sindaco di Como, Alessandro Rapinese.
Cosa significa? In estrema sintesi funziona così: l’Assemblea costituita da 21 comuni (li elenchiamo in fondo all’articolo) è l’organismo politico che decide come spendere i fondi in arrivo dalle istituzioni, l’altro organismo è l’Azienda Sociale, fondata nel 2019, cioè l’Ente Giuridico che fa da braccio operativo e che fino a oggi ha svolto il ruolo di capofila ricevendo i fondi. Ora con la sottoscrizione dell’accordo di programma l’organismo è stato spostato al Comune di San Fermo che dal prossimo 30 giugno diverrà appunto Capofila. I due documenti oltre alle firme delle 20 amministrazioni ora sono stati inviati ad altri enti coinvolti e dopo le sigle necessarie saranno depositati in Regione venerdì o lunedì prossimi.
Questo è quanto sta accadendo. Ma, come si dice, c’è un ma perché secondo il sindaco di Como Alessandro Rapinese le regole del gioco sarebbero diverse poiché, ha spiegato, l’accordo di programma deve trovare unanimità (e ha indicato quale riferimento normativo il comma 4 dell’art. 34 del d.lgs. n. 267/2000). Scriveva in un commento sulla pagina Facebook di ComoZero: “San Fermo della Battaglia per diventare Ente Capofila del piano di zona deve passare per un accordo di programma che lo stabilisca. Accordo di programma che prevede anche la firma di Como (consenso u-na-ni-me) e Como ha già detto che non lo firmerà a meno che sia Como stessa ad essere Ente Capofila. Il tutto a prescindere dal citato voto in Assemblea dei Sindaci (assemblea che ha PROPRIO rivelato che Como non consentirà a San Fermo della Battaglia di essere Ente Capofila)”. Qui trovate l’intervento integrale.
Di tutt’altro avviso Mascetti, che ha evidenziato: “Per quanto concerne le certezze normative del sindaco di Como gliele lasciamo tutte e vedremo i risultati; noi ci siamo rivolti a professionisti del settore, a segretari comunali di provata esperienza a dirigenti regionali; abbiamo agito a norma di legge; mi chiedo anche come possa ottenere il verdetto u-na-ni-me visto che 18 comuni (ora appunto sono 20, Ndr) sono contrari a Como Ente Capofila. Chiaro il concetto? Se ne faccia una ragione Rapinese, si chiama democrazia e parla molto, molto chiaramente anche se lui non conosce il linguaggio”. Qui trovate l’intervento integrale.
Insomma quelli che il sindaco di Como ha definito “Comunelli” hanno alzato la testa e preso posizione. La partita è tutt’altro che chiusa e, conoscendolo, Rapinese non resterà certo con le mani in mano, anche se come detto l’iter per il nuovo organismo è stato avviato.
Intanto ieri sera per la terza volta è saltata una riunione dell’Assemblea. Mentre il sindaco di Como cercava di far passare un nuovo direttore e un nuovo Cda, i Comuni hanno lasciato l’aula, alla verifica del numero legale i lavori sono stati chiusi.
Per approfondire: qui il sito dell’Azienda Sociale Comasca e Lariana
I 21 Comuni:
- Albese con Cassano
- Bellagio
- Blevio
- Brienno
- Brunate
- Carate Urio
- Cernobbio
- Como
- Faggeto Lario
- Laglio
- Lezzeno
- Lipomo
- Maslianico
- Moltrasio
- Montano Lucino
- Montorfano
- Nesso
- Pognana Lario
- San Fermo della Battaglia
- Tavernerio
- Torno