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Baby gang, Molteni: “Risse e pestaggi da stroncare. Mancata integrazione e cattiva gestione immigrazione tra le cause”

Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, interviene sul fenomeno delle baby gang che in queste ore hanno occupato le cronache di Cantù.

“Gli episodi di violenza che si sono verificati venerdì e sabato notte nel centro di Cantù e poi a Como sono fatti gravi e non vanno sottovalutati, anzi è doveroso alzare l’attenzione e aumentare i controlli – dice Molteni – I responsabili delle violenze sono già stati individuati grazie al lavoro e all’impegno straordinario delle forze dell’ordine, ora serve una risposta sanzionatoria. Sono stato immediatamente informato di quello che è accaduto tra venerdì e sabato scorso a Cantù e da allora sono in strettissimo contatto con il Prefetto di Como, il sindaco, le forze dell’ordine e ho sentito alcuni proprietari di esercizi commerciali della zona”.

“Ringrazio il Prefetto di Como che ha prontamente dimostrato grande attenzione e sensibilità e convocato un tavolo tecnico di coordinamento, con la presenza del sindaco di Cantù e di tutte le forze dell’ordine per analizzare e approfondire i gravi fatti di cronaca avvenuti a Cantù e a Como – aggiunge il sottosegretario – Si è deciso di intensificare e rafforzare sin da subito, a cura della Questura, e in modo prolungato i servizi straordinari di controllo del territorio canturino e delle zone limitrofe, già potenziati in passato per il fenomeno dei furti nelle abitazioni. Quindi più pattuglie e più volanti, indispensabili per rafforzare il presidio del territorio e la sicurezza dei cittadini”.

Baby Gang a Cantù, il prefetto riunisce forze dell’ordine e sindaco. In provincia già individuati 14 minorenni

“Risse, aggressioni, violenze, pestaggi e intimidazioni da parte di gruppi, prevalentemente minorenni, vanno stroncati immediatamente perché creano allarme sociale e un senso di insicurezza alla convivenza civile, al senso di comunità e al lavoro degli esercenti – osserva Molteni –  Il fenomeno si è evoluto in peggio. Dall’inciviltà, al vandalismo, alla prevaricazione si è passati alla violenza, spesso con l’uso di strumenti di offesa e anche di armi. Il tema delle baby gang si sta affermando in modo esponenziale come problema reale a livello nazionale, un fenomeno purtroppo strutturale e non più occasionale che si sta imponendo all’attenzione in tantissime città italiane. Non solo nei grandi centri metropolitani ma anche in realtà più piccole, ogni giorno si riscontrano fatti di quotidiana violenza da parte di gruppi di giovani”

“Se il disagio e le devianze giovanili post pandemia diventano violenza o peggio ancora criminalità, anche con l’uso di armi, è un problema serio e bisogna immediatamente intervenire con fermezza con la prevenzione, il contrasto, il controllo del territorio e la partecipazione di tutte le agenzie educative e sociali territoriali, della scuola, del mondo dell’associazionismo e del Terzo settore. Alle spalle spesso ci sono contesti famigliari difficili, c’è dispersione e abbandono scolastico, modelli e riferimenti sbagliati, odio e rabbia verso la società – conclude Molteni  – Spesso c’è poi un grave problema di fallimento delle politiche di integrazione, dovuto a una pessima gestione dell’immigrazione che determina sui territori ulteriori tensioni e delinquenza. Quindi benissimo il potenziamento del controllo del territorio da parte delle forze di polizia, ma si continua a lavorare per incrementare le assunzioni straordinarie di poliziotti e agenti in divisa, per sopperire a carenze e pensionamenti. Serve quindi un approccio multilivello tra i vari attori, istituzionali e non, dagli enti locali alla società civile, al mondo della famiglia, dello sport e della scuola per prevenire, limitare e contenere il fenomeno delle baby gang e della devianza giovanile e riportare legalità, sicurezza e serenità sui territori”.

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3 Commenti

  1. Ricordo a Molteni che sono loro al governo, lo sono stati anche nel precedente e, sia pure con periodi di opposizione, la loro presenza negli ultimi 20 anni è stata costante. Quindi la mal gestione dell’immigrazione è un problema che li riguarda direttamente.

  2. La Lega quando accende il “mangiacassette”, all’HIFI non sono ancora arrivati, ti fa ascoltare sempre la stessa musica. Stiamo faticosamente uscendo da due anni di pandemia, è scoppiata una guerra in Europa, il loro Segretario viene ridicolizzato da uno sconosciuto Sindaco nazionalista polacco e il vice-capitano ritira fuori il tema di quanto sono cattivi gli immigrati. Tuttavia, prima di farci spiegare come prendere a manganellate le gang di teppistelli metropolitani, il vice-capitano deve ancora spiegarci come la maggioranza di centrodestra e il Governatore leghista hanno reso possibile la strage nelle RSA lombarde durante le prime fasi della pandemia, dovrebbe spiegarci i rapporti tra il partito nazionalista di Putin, Russia Unita, e la Lega, le frequentazioni di Salvini e Savoini con i russi, documentate da foto e immagini giornalistiche, e come sia possibile che perfino in Polonia il suo “capitano” sia stato apostrofato come l’amico (dalla traduzione “lacchè”) di Putin che indossa magliette con il volto del suo idolo impresso. Insomma, i discorsi elettorali sulle gang di teppistelli a cui spezzare le reni sono interessanti ma oggi lo sono altri temi. Bisogna riconoscere che la società liquida torna solida nel ritrovato clima da guerra fredda. Per intendersi, si capisce chiaramente chi sono i veri nemici della nostra libertà di vivere come ci piace e gli immancabili “lacchè” di cui si circondano.

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