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Binda rilancia la recizione dei monumenti a lago: “Io assalito da benpensanti e buonisti, ha vinto il degrado”

Stimolato dai fatti cronaca più e meno recenti, l’ex assessore del Comune di Como Nini Binda, titolare delle deleghe al Verde e alla Polizia locale ai tempi della seconda giunta di Alberto Botta, rilancia in grande stile le cancellate per i giardini a lago e nello specifico per la protezione dei monumenti nella zona.

E non solo: in una lunga riflessione-sfogo affidata a facebook (che non casualmente inizia con un “ah, ma allora forse avevo ragione”), Binda parte dalle origini lontane della discussione: “Sono vent’anni che si discute dell’opportunità di porre un argine al degrado che, specialmente nelle ore notturne regna sovrano in questa porzione di Città, tra le più pregiate sia dal punto di vista ambientale sia da quello architettonico, come Assessore con delega alla vigilanza fui il primo a lanciare l’idea di realizzare una recinzione in quest’area”.

L’ex assessore, dop aver rimarcato che ottenne “uno stanziamento di 880 milioni di lire dell’epoca per l’opera di recinzione” ricorda anche il cancello che propose: “Il manufatto che si voleva realizzare era di fattura pregevole ed aveva ottenuto tutti i permessi, purtroppo la scadenza del mio mandato non mi permise di portare a termine la realizzazione della cinta attorno ai Monumenti a Lago”.

“L’idea di chiudere nelle ore notturne l’area mi derivava dall’osservazione di quanto compiuto all’Estero – sottolinea ancora Binda – Hyde Park Londra, Centrale Park Nel York, Louvre Rue de Rivoli Parigi Parco Ciani Lugano”.

Amara la conclusione: “Purtroppo, duole constatare che, quando lanciai tale proposta fui assalito dalle contestazioni delle associazioni dei benpensanti, delle (anime belle) che in nome del solito buonismo obiettarono che le chiusura della zona significava ammettere il fallimento di tutte le politiche volte a dissuadere i vandali dal deturpare la città e le sue meraviglie. Purtroppo ha vinto l’ignavia per evitare che l’area dei Monumenti a Lago si trasformi in un grande Monumento al degrado bisogna essere più coraggiosi ed avere uno sguardo più lungo, all’ora mettere insieme queste idee serve anche a ripensare alle colpe che la mia generazione ha avuto nei confronti della Città”.

“Colpe collettive, ma anche colpe individuali – conclude sfogandosi Binda – di chi per paura di sbagliare o per timore di sporcarsi le mani non ha voluto mettersi in gioco, o non gli è stato offerto. Rischiare sarebbe forse stato meglio […] in questa Città negli ultimi decenni è sempre mancata una visione generale di quello che si voleva ottenere e di conseguenza il coraggio di osare”.

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3 Commenti

  1. Si potrebbe iniziare dal pavimentare il marciapiede fronte lago e metterci un’illuminazione decente.

    Fatto quello poi si potrà valutare se serve anche altro.

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