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Bonifica Ticosa, costi esplosi. Magatti: “La mia verità, ecco come è andata”

Prima i numeri, pesantissimi. Anticipati da ComoZero settimanale nell’ultimo numero (qui la distribuzione): Bonifica Ticosa, i conti sono astronomici. Galli: “Servono altri 4 milioni”. Il totale è nove

Subito dopo, l’immediata replica dell’ex assessore all’Ambiente (giunta Lucini), Bruno Magatti. In un lungo intervento sulla nostra pagina Fb Magatti  puntualizza e precisa, passo passo, le operazioni compiute per la bonifica. Una disamina, nello stile classico dell’attuale consigliere d’opposizione (Civitas), più che dettagliata. La pubblichiamo integralmente:

I dati della Bonifica sono accessibili.
Il fatto che la caratterizzazione (2007) del terreno, fondamento del piano operativo di Bonifica, non avesse “visto” (perché nemmeno cercato) l’amianto ha generato una serie di problematiche.
Ma è bene ribadire che, comunque, una enorme parte dell’area è stata bonificata e collaudata (rappresenta la stragrande parte dell’area, che stimo, grossolanamente a memoria, intorno all’80% del totale ).

Lo scavo della cosiddetta cella 3 rivelò nuove presenze, inattese dal piano di Bonifica di amianto.
Ciò ci indusse a suddividere l’area in tre lotti, e richiedere la certificazione dei due lotti collaudati, e a non procedere alla cieca nello scavo dell’area attorno alla cella 3 (terzo lotto) . Decidemmo, invece, di procedere con una nuova caratterizzazione di quest’ultima area (scavando una ventina di trincee profonde qualche metro e per una lunghezza di una decina di metri) per avere la certezza di quale fosse la situazione reale.

Ciò permise di accertare la presenza diffusa e non trascurabile di significative quantità di amianto nel terreno adiacente (ribadisco:, non previsto dal piano di Bonifica che avevamo ereditato ).
I costi che si devono prevedere per rimuovere tutto quel materiale “sporco” sono semplici da calcolare!
Questa situazione, aggiungo, era chiaramente definita prima dell’arrivo dell’attuale amministrazione.
Da allora non mi risulta che alcuna decisione sia stata assunta, salvo procedere nel monitoraggio delle acque di falda.
Cosa si intende fare? completare la Bonifica affidando (con gara) i lavori di scavo e conferimento dei materiali? ovvero: mettere in sicurezza l’area ancora sporca e lasciare ai posteri eventuali azioni ulteriori?

Dobbiamo rassegnarci al fatto che la città si è ritrovata a dover pagare il conto per il “regalo” che ci ha fatto chi nascose porcherie “sotto il tappeto”.
Ma questa situazione è anche conseguente a una caratterizzazione che, alla prova dei fatti, si è rivelata inadeguata con la conseguente sottostima dei costi (se la valutazione fosse stata adeguata si sarebbe ragionevolmente potuto chiedere di inserire quella di Ticosa nelle bonifiche di interesse sovracomunale, con presa in carico e assunzione di costi da parte di Regione) . Tutto ciò è ben precisato in documenti redatti dal dirigente e da me che datano già qualche anno.

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