“Da persona di frontiera non ho mai visto il confine come una barriera. Oggi però vedo molti più rischi che opportunità”. Una frase pesante quella pronunciata ieri dal presidente Confindustria Como, Gianluca Brenna, e riportata nella lunga cronaca di Varesenews della serata “La Città dei Laghi (Como-Ticino-Varese)” organizzata dal Rotary Varese. Il tema principale è quello – assai suggestivo – che avevamo già illustrato lungamente in questo articolo. Ma a colpire, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, sono state le parole del numero uno degli industriali comaschi che segnano il cambiamento netto dei rapporti, e della percezione dei rapporti, tra Como, e più in generale tra tutto il territorio di confine, e la Svizzera: terra, quest’ultima, di grandi opportunità (basti pensare a quanti frontalieri lavorano nella Confederazione) ma diventato anche temibilissimo concorrente per le imprese italiane.
“Da persona di frontiera non ho mai visto il confine come una barriera – citiamo da Varesenews – Oggi però vedo molti più rischi che opportunità. Abbiamo ancora una crescita ma questa porta più problemi – ha aggiunto il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna – Il tema dei frontalieri era un fenomeno che aiutava i territori e noi non avevamo carenza di personale. La nostra generazione sta andando in pensione e non è rimpiazzata e le conseguenze sono drammatiche. La frontiera è diventata vera e se non affrontiamo i problemi tra Ticino e province vicine, sarà ancora più dura”.
4 Commenti
Esatto mai fare mea culpa mai! Alzare gli stipendi no eh. Continuiamo a pagare la gente €6 l’ora e poi lamentiamoci che vanno in Svizzera e ne prendono 19.40 netti
Dal 1°agosto 2023 è stato lanciato il programma “Bonus Neet” (articolo di Maria Grazia Gispi su La Provincia del 5 agosto). Il programma prevede lo stanziamento di 24milioni di Euro da parte della Regione per incentivare le imprese private ad assumere i NEET (giovani inoccupati che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione). Nel comasco sono stati stimati nella misura del 40% delle persone inattive in età lavorativa, quindi circa 3000 giovani. Questo programma non ha ancora avuto l’attenzione che merita da parte delle imprese private del nostro territorio. Sicuramente il programma può essere migliorato, sicuramente non è facile individuare ed inserire nel mondo del lavoro questi giovani, sicuramente è necessario formarli e addestrarli alle mansioni necessarie alle imprese, ma credo, conoscendo le capacità di Gianluca Brenna, e la sensibilità di molti imprenditori comaschi che sia un terreno da esplorare e che loro siano gli unici in grado di esplorarlo.
Ma una volta fare una proposta?
Sicuri che sia la Svizzera il problema e non invece la nostra Classe politica e dirigente?.