E’ passato ormai un anno – era l’ottobre 2024 – da quando venne annunciato l’accordo tra Roma e Berna per abolire il cosiddetto divieto di cabotaggio. In altri termini, l’impossibilità che i bus del trasporto pubblico potessero varcare il confine e proseguire le corse anche oltre confine.
Una sorta di “muro invisibile” per il trasporto pubblico, costretto a fermare le corse rigorosamente entro i territorio statali di competenza. Da allora si è lavorato per arrivare a una formulazione definitiva di questo testo su cui era stata apposta la firma da parte del consigliere federale Albert Rösti, e del vice ministro italiano delle infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi.
E proprio il viceministro solo pochi giorni fa, intervenuto al convegno “Un Mare di Svizzera 8”, è tornato su questo tema, dichiarando – come riporta Telenord.it – di essere ormai “alle battute finali – ha rivelato – per l’accordo sul cabotaggio transfrontaliero con la Svizzera. Dopo un intenso lavoro di coordinamento tecnico e diplomatico, il testo è ora pronto per l’adozione da parte del Consiglio dei Ministri. L’intesa rappresenta un passo avanti concreto per migliorare l’efficienza dei collegamenti transfrontalieri, ridurre i viaggi a vuoto e potenziare i servizi di trasporto nelle aree di confine, a beneficio di cittadini e imprese”.
Nel prossimo futuro, quando il cambiamento sarà ufficiale a tutti gli effetti, le compagnie di autobus italiane e svizzere potranno imbarcare e sbarcare passeggeri nei Paesi confinanti e potranno dunque nascere linee di trasporto transfrontaliere. Facile intuire quanto tutto ciò possa rivelarsi d’aiuto per chi ogni giorno va a lavorare dall’Italia alla Svizzera ma anche per chi – all’inverno, magari per ragioni magari di shopping – intende venire nel Belpaese e in provincia di Como senza usare la macchina.