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Butti lancia il Servizio civile digitale: “Volontari per le pubbliche amministrazioni e per aiutare i cittadini”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti lancia il Servizio civile digitale.

“Sviluppare le competenze digitali dei cittadini, favorendo la loro interazione con i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, riducendo il digital divide, è uno degli obiettivi del Pnrr – spiega Butti – In tale direzione va l’avviso per il Servizio Civile Digitale promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale, che mi onoro di guidare, in collaborazione con il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale”.

“Rispondendo a questo avviso, gli Enti aderenti al programma quadro del Servizio Civile Digitale possono presentare uno o più programmi di intervento sui servizi di facilitazione ed educazione digitale, entro le ore 14 del 31 marzo 2023 – aggiunge il sottosegretario – All’atto della presentazione del programma d’intervento, gli Enti sono tenuti a indicare il territorio di riferimento da cui dipende il numero massimo di operatori volontari attribuibili: 150 operatori volontari in caso di programma di intervento su territorio regionale/di provincia autonoma oppure di più province o città metropolitane della stessa regione; 300 operatori volontari in caso di programma d’intervento sul territorio interregionale. Attraverso questo avviso sarà possibile reclutare, in una fase successiva, fino a 5.000 volontari”.

“Sono certo che il bando rappresenti un’ottima opportunità per i nostri giovani, i quali, attraverso i progetti del Servizio Civile Digitale, avranno accesso a un percorso di crescita e formazione indirizzato a migliorare le loro conoscenze e competenze e tutto ciò si tradurrà nella possibilità di aiutare altri cittadini ad essere autonomi rispetto all’uso di Internet e dei servizi digitali pubblici e privati – conclude Butti – I ragazzi sono chiamati in causa come motore della transizione digitale del Paese, aiutando le fasce sociali più svantaggiate a godere appieno delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, affinché si realizzi una piena inclusione sociale”.

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4 Commenti

  1. Ogni tanto bisogna ricordare ai nostri politici che l’imposizione fiscale in Italia è molto alta, circa il 43,8% del PIL. Quindi, mediamente, ogni 100euro di reddito, 43euro e 80centesimi finiscono nelle casse dello Stato. Non siamo i più tassati in Europa ma chi è più tassato di noi (Danimarca, Francia, Belgio e Austria) non ha politici che elemosinano improbabili corvee ai cittadini spacciandoli per “volontariato”.

  2. Ma perché in Italia tutto deve essere ricondotto al volontariato? Ho un’idea: perché non trasformare i ruoli politici in volontariato per la patria e/o per la nazione?

  3. Oggettivamente nel progetto del Sottogretario si parla di servizio civile che si sa essere remunerato dallo stato. E anzi in ambito digitale lo trovo formativo per i giovani

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