E’ la Residenza Le Camelie, tra quelle che fanno capo alla Fondazione Ca’ d’Industria, quella che ha subito gli effetti decisamente più pesanti del Coronavirus. Lo si evince dai dati ufficiali – in generale, invece, confortanti – diffusi in queste ore e relativi al periodo primo marzo-4 maggio 2020, anche raffrontati agli anni precedenti (stesso lasso di tempo).
In una situazione generale che, sia per quanto riguarda i contagi tra gli ospiti sia per il personale, nelle tre altre strutture (le Rsa di via Brambilla e di via Varesina, Villa Celesia a Bignanico) è rimasta sempre sotto controllo, alle Camelie sono soprattutto i decessi a riportare cifre drammatiche: le morti complessivamente sono state 47 e nello schema ufficiale nessuna di questa è definita “sicuramente non Covid”. Positivi ai test invece erano 11 ospiti, mentre negativi 3 (il che, però, evidentemente non esclude in via assoluta la concomitanza del virus benché non rilevato dai test).
Per un confronto, sempre alle Camelie i decessi tra il primo marzo e il 4 maggio del 2019 erano stati 7, mentre nel 2018 cinque.
Sul fronte delle notizie certamente migliori, spicca invece il caso della Rsa di Rebbio: qui a oggi su 124 ospiti, tutti risultano negativi al test per Coronavirus.
Incoraggianti, in linea generale, anche gli esiti dei test sul personale in servizio, con alcuni casi di positività riscontrati ma in un quadro apparentemente sotto controllo.
“A seguito dell’avvio della così detta fase 2 e della consapevolezza che la lunga separazione dagli affetti famigliari sia un elemento da tenere in considerazione – ha comunicato il presidente, Gianmarco Beccalli – stiamo studiando un’ipotesi di nuova ripartenza anche delle nostre sedi fondata sull’assoluta sicurezza dei nostri ospiti”.
Di seguito, il documento integrale della Fondazione Ca’ d’Industria, sfogliabile come sempre utilizzando le frecce in fondo a sinistra.
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