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Ca’ d’Industria, l’annuncio di Beccalli: “Chiude Villa Celesia, perdite insostenibili”

Una decisione clamorosa e certamente dolorosa: la Fondazione Ca’ d’Industria chiude una delle sue strutture più storiche e conosciute a Como, la casa albergo Villa Celesia.

E’ lo stesso presidente della Ca’ d’Industria, Gianmarco Beccalli, a dare la notizia con un lungo post su facebook in cui motiva la decisione, premettendo che “siamo stati costretti a farlo”.

Di seguito, le parole di Beccalli.

Non tutti sanno che Villa Celesia e’ una delle ultime case albergo sopravvissute nella nostra provincia. Una di quelle strutture che pur rimanendo vecchia ha saputo rimanere in vita per tutti questi anni.

Noi ci credevamo.

E nonostante il decremento di ospiti degli ultimi anni, nell’autunno del 2019 avevamo approvato lavori importanti di rimodernamento delle camere che sarebbero dovuti partire nella scorsa primavera.

Quando invece è partito il Covid.

La chiusura degli ingressi, le quarantene, gli isolamenti e le fondate paure di non poter incontrare i famigliari per tempi prolungati hanno fatto (purtroppo) il resto.

I nostri sforzi non sono però bastati.

La struttura ha un punto di equilibrio con almeno 60 ospiti presenti. Da tempo eravamo intorno ai trenta. E la perdita non era più sostenibile.

Ci tengo però a dire che la chiusura non sarà definitiva, ma solo temporanea. Il nostro obiettivo è quello di riaprire al più presto. Rinnovando la nostra offerta.

Stiamo da tempo perlustrando nuove strade che rendano Villa Celesia nuovamente attuale e adatta alle esigenze della residenzialita’ per anziani post Covid.

Appena possibile tornerò ad informarvi su quanto faremo. Villa Celesia non è morta. Lunga vita alla nuova Villa Celesia!

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2 Commenti

  1. Concordo con quanto detto da Gioele: allargare il bacino di utenza potrebbe essere un salvagente per Villa Celesia.

  2. Se si guardano le analisi demografiche e quelle attuariali, COVID permettendo, l’esigenza di posti letto nelle case di riposo dovrebbe aumentare moltissimo nei prossimi anni. I baby-boomer invecchiano e la vecchiaia costa e costerà sempre di più. Bisogna chiedersi, allora, come sia possibile che una struttura come Villa Celesia non riesca a raggiungere il break-even. 60ospiti non sono tantissimi, 30, invece, sono troppo pochi per coprire i costi di struttura. Se Como è troppo piccola per ottenere rendimenti di scala sufficienti per il numero di utenti e di strutture a disposizione, allora forse, sarebbe auspicabile, in deroga al mito sempre più appannato della deregulation, allargare il bacino di utenza e cominciare ad affrontare il problema degli anziani almeno a livello provinciale. Al limite, chi è in coda per un posticino nelle Case di riposo dei paesi del circondario potrebbe trovare ospitalità, anche temporanea, nel capoluogo. Sempre che per difendere il mito della deregulation ogni piccolo Comune e ogni piccolo Capoluogo preferisca affrontare il problema da solo. Ma questo è un altro discorso. ?

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