L’esigenza di una “governance del XXI secolo” per i laghi Maggiore e di Lugano si fa sempre più pressante. L’associazione d’area per l’ambiente e l’energia del PLR, LEA, insieme al deputato cantonale Matteo Quadranti, hanno sollevato la questione con un’interrogazione mirata all’introduzione di un approccio integrato e coordinato di più ampio respiro per la gestione dei bacini lacustri condivisi tra Svizzera e Italia.
L’iniziativa prende le mosse dalla recente visione strategica 2023 del Consiglio di Stato, indirizzata al Consiglio Federale, sullo sviluppo della navigazione pubblica nei laghi ticinesi. Questo piano pone in primo piano l’autonomia gestionale, la transizione ecologica e il fondamentale rilancio turistico del settore.
Un ponte oltre confine per la gestione lacustre
Considerando la posizione cruciale del Canton Ticino nelle dinamiche transfrontaliere con le regioni italiane Lombardia e Piemonte, LEA e Quadranti ritengono che sia giunto il momento per un’evoluzione nella collaborazione sulla navigazione.
Christian Fini, presidente di LEA, evidenzia come la prossima revisione della Convenzione italo-svizzera non sia semplicemente un adempimento tecnico, ma piuttosto una “opportunità” strategica per assicurare ai laghi una gestione sostenibile, innovativa e genuinamente condivisa tra i territori interessati. L’obiettivo ambizioso è trasformare l’asse Ticino-Lombardia-Piemonte in un vero e proprio “laboratorio europeo di cooperazione transfrontaliera e innovazione verde” grazie a una struttura di coordinamento stabile e inclusiva.
Per concretizzare questa visione, il deputato Matteo Quadranti ha sottoposto al Gran Consiglio un’interrogazione che propone l’istituzione di una cabina di regia permanente e coordinata specificamente per il Lago Maggiore e il Lago di Lugano. La finalità ultima è la costruzione di una strategia macroregionale aggiornata, da definire e condividere con le Regioni e le Province italiane rivierasche (per esempio, Como, Varese, Verbania, ecc.).