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Campeggio chiuso e ultimatum, Vicini di Strada: “Dal Comune tempi inadeguati, serviva collaborazione”

Sulla delicatissima vicenda del campeggio di via Cecilio a Como – chiuso da un’ordinanza del Comune il 27 gennaio, ma ancora pieno di persone che cercano una sistemazione alternativa – interviene oggi, in collaborazione con Como Accoglie, anche “Vicini di strada”, il Terzo Settore della più ampia Rete degli enti e dei servizi per la grave marginalità, con una lunga nota. La pubblichiamo integrale di seguito.

Mercoledì mattina abbiamo appreso da un giornale locale che la sera precedente, al camping di via Cecilio, era stato notificato ed intimato ad ogni ospite di lasciare entro 24 ore la struttura ricettiva presso la quale aveva trovato dimora. Si tratta di un numero rilevante di persone, quasi una sessantina, spesso soggetti fragili, che con un proprio reddito e/o con un supporto economico pubblico, non trovando altre collocazioni, avevano affittato una casa mobile presso il campeggio.

L’Amministrazione comunale, a seguito anche del parere di ATS, ha ritenuto opportuno e necessario chiudere la struttura. La nostra attenzione non vuole e non può ricadere su tale legittima e, ne siamo certi, inevitabile e improcrastinabile decisione, ma intende soffermarsi sul processo e sulla sua tempistica, avendo rilevato con molta amarezza, e non è la prima volta sul nostro territorio in situazioni analoghe, la scarsa attenzione nei confronti delle persone.

Ci chiediamo perché, appena presa la decisione di chiudere la struttura ricettiva o prossimi alla stessa, non siano stati valutati dei tempi adeguati in cui i diversi settori del Comune coinvolti, anche con il supporto del Terzo Settore, si organizzassero per comunicare con anticipo agli ospiti la chiusura del camping e, approfondendo la situazione di ciascun ospite, trovassero insieme alla persona delle soluzioni adeguate per la stessa e/o per il suo nucleo familiare.

E’ impossibile pensare che in 24 ore, seppur con il sostegno dei servizi sociali di Como (per le persone residenti) o con il coinvolgimento dei servizi sociali di altri comuni (per le persone non residenti in città), gli ospiti del campeggio, ancor più se fragili, possano trovare una sistemazione alternativa. Questo, fra l’altro, in un territorio in cui l’affitto di una casa, o anche solo di una camera, è estremamente difficoltoso, motivo per cui diverse persone si erano rivolte al camping, trovando in quel contesto un alloggio, seppur non ottimale.

Ci chiediamo come in queste situazioni non sia possibile pensare ad una preparazione anticipata di uno sgombero o, come in questo caso, della chiusura di un contesto alloggiativo evitando di lasciare nella disperazione e senza una casa delle persone o di attivarsi, per porvi rimedio, in tempi inadeguati e, di conseguenza, poco efficaci, ancor più tenendo conto della scarsità di alternative sul territorio. Pare però che a volte, in situazioni come questa, l’ente pubblico fatichi ad attivare processi che adottino efficaci modalità di azione, quelle che contemplano azioni preventive, logiche collaborative fra istituzioni, settori e con il territorio e, soprattutto, che si incentrino sul rispetto e sull’attenzione alle persone. Ci auguriamo che in futuro, per eventuali situazioni analoghe, si adottino modalità differenti.

Vicini di strada:
ASCI Don Guanella – Associazione Como Accoglie – Associazione Incroci – Associazione Lachesi – Associazione Piccola Casa Federico Ozanam – Caritas cittadina – Cooperativa Sociale Lavoro e Solidarietà – Cooperativa sociale Symploké – Cooperativa sociale Lotta contro l’emarginazione – Croce Rossa Italiana – CSV Insubria – Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio – Fondazione Somaschi – Gruppo “Legami” – Opera don Guanella -Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti – Parrocchia di Rebbio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

    1. Perché non è affatto abusivo, è stato chiuso per carenza di misure di sicurezza, e evidentemente, nessuno denuncia se stesso, semmai ci si potrebbe chiedere come mai i controlli di sicurezza siano stati attivati solo dopo che quasi ci è scappato il morto.

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