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Spunta il cantiere per la maxi antenna nel verde a due passi dal Parco, insorgono gli ambientalisti: “Irrispettoso, va fermato”

A Fino Mornasco scoppia il caso del cantiere per una maxi antenna nel verde, in un’area a due passi dal Parco delle Groane e della Brughiera (ente che ha rilasciato l’autorizzazione paesaggisica). A sollevare la questione Elisabetta  Patelli di Europa Verde Lombardia e Gianni Del Pero, presidente WWF Lombardia.

Di seguito la lettera:

Ci saremmo aspettati un maggior rispetto del paesaggio e dell’ambiente naturale a distanza di pochi mesi (dal 25 novembre 2023) dalla  inaugurazione della sede del Parco delle Groane e della Brughiera a Fino Mornasco presso la Cascina “Emanuela Loi” in via Molinetto, una cascina confiscata all’ndrangheta che ospita al piano terra la nuova sede distaccata del Parco. E invece ci troviamo un nuovo intervento irrispettoso del patrimonio ambientale del Parco, un’enorme antenna per la telefonia mobile in corrispondenza di via Le Betulle 6, con un basamento in cemento armato in un’area verde proprio sul confine del Parco.

Chiediamo al Comune di Fino Mornasco:

1) di richiedere alla compagnia telefonica che sta realizzando la nuova torre la procedura per la verifica della compatibilità  “paesaggistica” del manufatto con eventuale conseguente autorizzazione

2) in caso contrario di fermare  immediatamente  i lavori e ripristinare l’ambiente naturale!

Si chiede inoltre:
3) se abbia un minimo di buon senso costruire un mega antennone a circa 20 metri dalle uniche case esistenti, prospicienti il parco, che vengono così messe in una condizione di rischio, private dell’affaccio sul parco  naturale e sicuramente deprezzate nel valore immobiliare. 

4) premesso che a breve distanza, ma un po’ più defilata esiste già una cisterna sulla quale sono state collocate altre antenne se non era possibile collocare la nuova antenna insieme alle altre.

Elisabetta  Patelli Europa Verde Lombardia
Gianni Del Pero Presidente WWF Lombardia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20 Commenti

  1. Diciamo che gli ambientalisti, se avessero voluto impostare un’azione più efficace, avrebbero dovuto muoversi PRIMA che fossero ottenute tutte le autorizzazioni per la costruzione dell’antenna.

    1. Gli Ambientalisti chiedono dal 1990 un piano di settore del Parco e leggi regionali che regolamentino il settore. La politica sorda e miope non ha ancora fatto la sua parte.

  2. Il paesaggio andava tutelato. Chi ha autorizzato è lo stesso ente..almeno dipingano il palo e le antenne di verde se proprio non si può tornare indietro come sospetto

  3. La domanda è semplicissima : a questo ritmo di cementificafollia tra 30 anni esisterà ancora un prato nella Lombardia del nord???
    Vogliamo finire come a Tokio dove i pochissimi gli alberi sono in vasoni quasi fossero sopramobili? Anche moltissime strade della Grande Mela sono addobbate di Vasoni.
    È una megavergogna aver piazzato l’antenna lì anziché altrove.
    È una ubicazione INDIFENDIBILE E INDECENTE.

    1. Mi perdoni, dove andrebbe piazzata dunque l’antenna?

      Le ubicazioni sono dettate da esigenze di copertura del territorio, a loro volta influenzate anche dall’orografia. Non serve a nulla concentrare antenne in taluni luoghi solo perché considerati già paesaggisticamente degradati.

      Una considerazione aggiuntiva: è così bella quella torre dell’acqua? Personalmente mi appare assai più inguardabile di un palo, eventualmente verniciato di verde.

      1. Sulla cisterna ci sono già altre antenne una in più non cambia. E la cisterna non è a 20m davanti alla porta di casa dei residenti li. Fosse stata costruita davanti alla sua casa, demolendobe il valore immobiliare, forse la penserebbe diversamente

        1. Sulla coesistenza delle antenne sulla cisterna non può dirne lei o il sottoscritto, vi sono in ballo anche questioni di spazio e di compatibilità di dimora tra i sistemi.

          I 20 metri di distanza posso essere pochi come tanti, spetta ad ARPA svolgere le simulazioni e le misurazioni sul campo.

          Continuo a non capire perché un palo debba provocare la “demolizione” (addirittura) del valore immobiliare, e comunque nei nostri territori sono rare le abitazioni completamente circondate da terreni su cui gravano permanenti vincoli di non edificabilità!

  4. “che vengono così messe in una condizione di rischio” quale rischio, di grazia?

    Viene anche specificato che il Parco ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica, valutando quindi che non ci siano rischi o impatti ma si chiede al comune di farsi dare “l’eventuale” autorizzazione.

    Queste sono pure illazioni, allarmistiche. Purtroppo non stupisce: onestà intellettuale, questa sconosciuta

      1. Comprendo le istanze, le ricordo però che anche lei avrà diverse antenne sempre in “tasca” (smartphone) così come in casa (router wi-fi, mi auguro non acceso tutto il dì e/o posizionato in camera da letto.)

        Che poi il fastidio sia quello di chi non desidera vedere nessun cambiamento fuori dalla finestra è un altro paio di maniche, però andrebbe detto chiaramente.

        Unico suggerimento quello di insistere con il comune perché ARPA svolga le misurazioni del caso ad impianto acceso.

  5. Come ormai purtroppo ampiamente accertato l’indignazione del singolo cittadino non ha alcun esito nel (almeno) rallentare la furia cementificatrice e devastatrice in ogni ambiente, in nome del progresso ma di fatto solo del profitto (sempre di pochi).
    Servirebbe magari una bella inchiesta per sapere perchè l’Ente Parco abbia rilasciato l’autorizzazione paesaggistica, nome e cognome del responsabile della pratica e di chi lo ha nominato in quel ruolo. Forse avremmo tutte le risposte.

  6. Consultando il CASTEL (il Catasto Radio Impianti di ARPA Lombardia) il nuovo impianto viene indicato nello stato “Previsto con parere favorevole” e come gestore “ILIAD ITALIA S.p.A.”

    Il progetto parrebbe dunque venire incontro alla necessità del gestore di coprire con il suo segnale un’area attualmente scoperta dallo stesso. Una necessità spesso espressa anche dagli utenti stessi, che si lamentano della scarsa copertura del segnale.

    Tutti vorrebbero una connessione veloce ma nessuno vorrebbe vedere una antenna (sindrome “Nimby”), e l’uso di termini quali “mega antennone” restituisce l’idea della paura (basata su misconoscenza) che termini quali “antenna” ingenerano.
    Tra l’altro la tecnologia 5G, grazie al “beamforming”, consente di direzione il segnale verso l’utilizzatore (e non in maniera omnidirezionale) portando a un sensibile risparmio energetico e a una riduzione delle emissioni elettromagnetiche.

    Sulla compatibilità dell’antenna con le residenze vicine v’è solo da lasciare ad ARPA la valutazione dell’esposizione a campi elettromagnetici (anche perché le persone spesso si spaventano per una antenna esterna ma passano le ore con il telefono attaccato all’orecchio), la questione paesaggistica è invece quella che mi preoccupa di più e la possibilità di sfruttare il serbatoio dell’acqua appare da approfondire.

    1. Grazie delle riflessioni, lei pare uno informato e che si informa. Io ho meno certezze apidittiche tipetto a lei sul 5G che come saprà è dibattuto e non così verificato. Ma noi non siamo prevenuti rispetto a una tecnologia che oggi è indispensabile. Ci sembrava di buon senso visto che il sindaco è il primo responsabile della salute dei propri cittadini e del paesaggio che ci fosse una moral Association nei confronti di iliad, che molto spesso x non avere grane accontenta queste richieste, di valutare la posizione sulla cisterna là dove ce ne sono già altre quindi in buona localizzazione trasmittente. Qui non è stato fatto neppure un tentativo. Il fatto che il parco, secondo me è sbagliando, abbia dato l’autorizzazione e se avete letto le motivazioni l ‘ha data per sfinimento,, non è una buona giustificazione per il sindaco per non aver tentato nulla

  7. Me li immagino iscritti al gruppo “Sei di Fino se…” che si lamentano con perchè in paese il cellulare non prende e se la prendono con l’amministrazione che non fa nulla.

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