Che il progetto di sistemazione dei giardini a lago non piaccia a tutti è un dato di fatto, oltre che una cosa assolutamente fisiologica quando si parla di cantieri destinati a trasformare il volto di un pezzo di città. Ne abbiamo ampiamente parlato anche di recente dando voce ai dubbi di alcuni esponenti di opposizione come Patrizia Lissi e Stefano Legnani (Pd) circa l’eliminazione di alcuni aspetti del progetto originario e definendo il risultato attuale “un’occasione persa per favorire luoghi di socialità”, ma anche di cittadini come l’architetto Arianna Sinigaglia che denunciava, con tanto di petizione online, l’abbattimento previsto di un gran numero di alberi fino alla richiesta di accesso agli atti fatta dal Circolo Legambiente Angelo Vassallo a gennaio di quest’anno a cui sarebbe seguita la richiesta di un incontro con l’assessore al Verde Chiara Bodero Maccabeo per “capire nel dettaglio la situazione e per sollecitare una modifica del progetto volta a tutelare gli alberi esistenti”, come aveva spiegato la vicepresidente Chiara Bedetti.
E oggi, proprio sul varco lasciato aperto sulle recinzioni del cantiere per consentire il passaggio dei pedoni tra Monumento ai Caduti e Tempio Voltiano sono comparsi alcuni cartelli anonimi che, in mancanza di spiegazioni “ufficiali” rivolte a chi passa di lì senza sapere quello che sta succedendo ai giardini, hanno attirato l’attenzione di diversi passanti dando la loro versione del progetto.
Versione che, vale la pena sottolinearlo, in alcuni punti evidenzia qualche imprecisione dal momento che lo stesso progettista che ha firmato la variante di progetto definitiva, Gianni Artuso, proprio in un’intervista rilasciata a ComoZero, ha voluto rassicurare i comaschi su diversi aspetti, primo tra tutti l’abbattimento degli alberi.
“Che succede? – si legge infatti sopra l’immagine di un rendering del progetto – il progetto comasco di rifacimento dei Giardini a lago nasce con la giunta Lucini nel 2016. I lavori sono iniziati da poco e si stima (per ora) dureranno un anno”.
Segue poi un elenco di diversi punti, non tutti esattamente precisissimi, quali “79 alberi abbattuti perché considerati deperienti o interferenti con il progetto” (mentre lo stesso Artuso aveva precisato che le piante da abbattere, per lo più malate o di scarso pregio, saranno una cinquantina a cui però si aggiungerà la piantumazione di una trentina di nuove essenze tra cui alcuni ippocastani), la “costruzione della Battery, polo commerciale con bar, ristorante, spazio espositivo e piccola biblioteca dedicata a Plinio”, “cementificazione dei percorsi principali del parco” (mentre in realtà si tratta semplicemente di un nuovo disegno dei percorsi pedonali), “demolizione del Fontanone e del minigolf”, “nuovo sistema di videosorveglianza”, “rimozione dei giochi per bambini eccetto quelli in cemento di Parisi” (punto in parte incompleto perché, se da un lato il piano economico del progetto non prevede l’acquisto di nuovi giochi, dall’altro nella zona attualmente occupata dalla locomotiva è prevista un’area giochi dove l’amministrazione dovrà prevedere a collocare nuove strutture acquistandole, probabilmente, con quanto risparmiato con il ribasso d’asta) e, infine, “costruzione di una passerella Belvedere a picco sul lago”, elemento non presente nel progetto attuale.
Il testo prosegue poi con alcune riflessioni, che possono essere condivisibili o meno a seconda di come si valuta il progetto, che puntano l’indice sulla possibile eliminazione di uno spazio pubblico di importante valore sociale per i cittadini per far spazio a un luogo a misura di turista: “il taglio di questi alberi e la ‘modernizzazione’ dei giardini a lago sono solo uno degli ultimi scempi fatti solo ed esclusivamente per far muovere l’economia comasca; per dar lavoro a un sistema mai sazio e per la superbia di far vedere agli altri che anche noi non siamo da meno, che possiamo fare sempre di più – si legge poi sui cartelli – si decide di decimare il verde urbano che ci garantisce solo freschezza in estate e un posto dove passare il tempo il resto dell’anno. I pretesti per cui si fa ciò sono futili: riqualificazione, problemi di sicurezza. Così si dice come lo si dice di ogni zona periferica. Ma l’unico obiettivo che si raggiunge è una cementificazione maggiore della città e la marginalizzazione di fette sempre più ampie di popolazione a favore solo ed esclusivamente di un turismo mordi e fuggi”.
“Si eliminano così i pochi spazi sociali rimasti, dove incontrarsi con amici e familiari per passare il tempo e fare due chiacchiere, dove dare spazio a sfoghi, creatività e unione – conclude il testo – senza avere la pretesa, la spocchia o anche solo la necessità di dover andare in un bar o in qualsiasi altro locale privato solo per poter incontrare qualcuno. Per questo siamo contrari a questo progetto Per questo questa città sceglie ogni giorno di rappresentarci sempre meno. Per questo oggi cerchiamo alternative. Per avere qualcosa che sia di tutte e di tutti”.
Qui di seguito il testo completo del volantino:
“Nuovi giardini a lago. Che succede? Il progetto comasco di rifacimento dei Giardini a lago nasce con la giunta Lucini nel 2016. I lavori sono iniziati da poco e si stima (per ora) dureranno un anno. Si tratta di un piano di ‘riqualificazione’ di 2.195.194, 88 euro che prevede:
- 79 alberi abbattuti perché considerati deperienti o interferenti con il progetto.
- costruzione della Battery, polo commerciale con bar, ristorante, spazio espositivo e piccola biblioteca dedicata a Plinio.
- cementificazione dei percorsi principali del parco.
- demolizione del Fontanone e del minigolf.
- nuovo sistema di videosorveglianza
- rimozione dei giochi per bambini (eccetto quelli in cemento di Parisi)
- costruzione di una passerella ‘Belvedere’ a picco sul lago.
Al grido di ‘più prati, meno bosco’, si spera di ottenere una vista migliore sui monumenti, senza rendersi conto che sono proprio gli alberi a migliorare questa vista, a renderla più autentica e più vivibile. Questo progetto, che viene dopo 16 anni di cantiere delle paratie sul lungolago, e in contemporanea al rifacimento dell’ex passeggiata Zambrotta, bloccherà l’accesso a tale zona per un anno (si spera non di più) e ci proverà della possibilità di usufruire di uno degli ultimi spazi rimasti accessibili e gratuiti a Como. Il taglio di questi alberi e la ‘modernizzazione’ dei giardini a lago sono solo uno degli ultimi scempi fatti solo ed esclusivamente per far muovere l’economia comasca; per dar lavoro a un sistema mai sazio e per la superbia di far vedere agli altri che anche noi non siamo da meno, che possiamo fare sempre di più. Si decide di decimare il verde urbano che ci garantisce solo freschezza in estate e un posto dove passare il tempo il resto dell’anno. I pretesti per cui si fa ciò sono futili: riqualificazione, problemi di sicurezza. Così si dice come lo si dice di ogni zona periferica. Ma l’unico obiettivo che si raggiunge è una cementificazione maggiore della città e la marginalizzazione di fette sempre più ampie di popolazione a favore solo ed esclusivamente di un turismo mordi e fuggi. Si eliminano così i pochi spazi sociali rimasti, dove incontrarsi con amici e familiari per passare il tempo e fare due chiacchiere, dove dare spazio a sfoghi, creatività e unione. Senza avere la pretesa, la spocchia o anche solo la necessità di dover andare in un bar o in qualsiasi altro locale privato solo per poter incontrare qualcuno. Per questo siamo contrari a questo progetto. Per questo questa città sceglie ogni giorno di rappresentarci sempre meno. Per questo oggi cerchiamo alternative. Per avere qualcosa che sia di tutte e di tutti”.
5 Commenti
Evidentemente “questi patrioti” preferivano il degrado trentennale dei giardini e non capisco perché se avevano idee migliori non hanno provveduto.
anche gli anonimi hanno il loro diritto di espressione. non erano insulti.
La solita salottiera politica del no a prescindere. Il progetto dei giardini parte da lontano e coinvolge amministrazioni di colore politico diverso. Certo chi governa nel bene e nel male ha il cerino in mano. Decide perché volente o nolente è stato scelto dagli elettori, anche se questa maggioranza è una minoranza maggioritaria.
Si potevano pensare soluzioni diverse più rispettose e più a misura del cittadino. Ma delle esigenze del cittadino questa amministrazione sembra disinteressarsi completamente.
Speriamo che i comaschi abbiano buona memoria alle prossime elezioni.
I famosi giardino al lago sono in uno stato pietoso, pavimentazione divelta aiuole fatiscenti e tanto altro.Ora si cerca di sistemare e di fare un po’ di ordine ma come al solito partono le solite e inutili polemiche.Fatela finita.