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Caos Ca’ D’Industria, sindacati furiosi: “Proteste al via. Il Comune mero spettatore, Landriscina intervenga”

Cgil, Cisl, Uil e la Rsu della fondazione Ca’ D’industria di Como hanno inviato (ieri, 24 giugno) una lettera al Prefetto per le procedure di apertura dello stato d’agitazione, dopo aver ricevuto da parte della fondazione formale disdetta dell’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale del pubblico per il personale nuovo assunto della fondazione.

Ne abbiamo parlato qui:

Ca’ d’Industria, nuovo scossone: disdetto il contratto nazionale per il personale. Sindacati in rivolta

 

“Non è possibile pensare di cambiare il contratto ai neo assunti – accusano i sindacati – per ripristinare le sorti della Ca’ D’Industria. Risparmiare sui nuovi assunti significa solo creare differenze inaccettabili tra i lavoratori e determinare una condizione anche sotto il profilo gestionale molto complessa. Il presidente e la direzione hanno affermato che per garantire un futuro alla fondazione serve cambiare il contratto di lavoro ai nuovi assunti, ma tutto il personale ritiene che questa strada determini solo divisioni interne e trattamenti non equi. A fronte dei molti posti letto vuoti la Fondazione nei prossimi mesi non assumerà personale quindicambiare i contratti non ha senso e non porterà gli effetti desiderati”.

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Aggiungono: “La Fondazione deve prevedere un chiaro piano di rilancio, un progetto che dia maggiori certezze e prospettive per il futuro senza intervenire sul personale che ha già pagato negli scorsi mesi gli effetti della pandemia. L’atteggiamento assunto dalla Fondazione è intollerabile a fronte del percorso sindacale fatto negli ultimi anni ed in particolare della disponibilità dimostrata in primis dal personale e dalle associazioni sindacali che hanno condiviso con i lavoratori che hanno partecipato numerosi all’assemblea del 22 giugno (erano presenti ben 120 operatori) la necessità di contrastare questa scelta, e non sono disponibili ad accettare il cambio di contratto, per queste motivazioni hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di arrivare di fronte al Prefetto di Como per ottenere un retro-front da parte del Cda della Fondazione. Sono pesanti e inammissibile le parole del presidente che afferma: “Villa Celesia perdeva 30mila euro al mese, era un costo insostenibile. Con il nuovo contratto, già applicato da tutte le Rsa comasche, risparmieremo un milione e 800mila euro all’anno, ovvero 13 euro di retta al giorno, e torneremo concorrenziali”.

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“Inoltre – concludono i rappresentanti del lavoro – non possiamo accettare il ruolo del Comune di Como a mero spettatore della vertenza in corso, le dichiarazioni dell’Assessore Caldara in commissione consiliare del 23.6.2021 sono inopportune e non congruenti con il ruolo svolto da chi ha da sempre determinato con la nomina all’interno del Cda le strategie politiche della Fondazione. Il Sindaco Landriscina intervenga subito e faccia la propria parte. Abbiamo in programma forme di protesta e mobilitazioni volte a coinvolgere anche i cittadini comaschi a cui chiediamo di partecipare atti amente a tutte le iniziative, che saranno dirette anche alle istituzioni locali. La Fondazione Ca d’Industria rappresenta un’eccellenza nel territorio comasco sia sotto il profilo dell’offerta dei servizi agli anziani ed anche in merito alla tipologia di contratto applicato al personale che è più tutelante e remunerativo e la condizione di difficoltà attuale non può essere scaricata solo sulle persone che in ca d’Industria lavorano”.

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