Altissima tensione in queste ore a Carate Urio dopo che la lista di minoranza, “Il Molo”, ha accusato l’amministrazione di aver “cancellato 40 anni di storia”. La questione nasce dalla scelta del Comune di buttare via numerosi volumi della biblioteca comunale dopo il trasloco in una sede più piccola deciso in un’ottica di risparmio.
“La Biblioteca di Carate Urio ha fatto molto, dal punto di vista culturale, per la nostra comunità – scrive il rappresentante del gruppo – E’ giusto ricordare e, una volta per tutte, dare i numeri esatti e mostrare alla gente i documenti e le immagini che molti non hanno visto”.
Le ragioni di queste accusa da parte de “Il molo” sono molteplici: “Abbiamo messo in evidenza la questione per due motivi. Il primo perché 40 anni di storia, di passione e di impegno non sono spazzatura, non sono valutabili in euro e non si cancellano con un atto amministrativo (che comunque manca). Il secondo perché ancora sentiamo voci e numeri (anche se le carte dicono il contrario) che non sono veritieri. Sono falsità, mezze verità coscientemente o inconsapevolmente date in pasto al paese”. I “numeri”, spiegano dalla lista, sono quelli dei prestiti “che sono mediamente attorno ai 250 prestiti all’anno con punte anche maggiori. La storiella dei 20 prestiti viene smentita”. Aggiungono: “E’ doveroso ricordare che la Biblioteca è intitolata a Liala, che proprio in quelle mura ha vissuto (la mamma era farmacista del paese), e durante la cerimonia la figlia regalò libri di raro valore storico e sentimentale”.
Concludono da Il Molo: “La storiella del risparmio non quaglia. Se la passata amministrazione ha lasciato un bilancio in attivo con più di 600.000 euro di avanzo sta a significare che quei 7.000 euro non erano cifra pazzesca. Era una somma che il comune poteva sostenere. E comunque un servizio è qualcosa che non si quantifica in euro ma in base all’arricchimento che la comunità riceve. Avremmo capito la scelta di spostare la biblioteca per risparmiare, non la condividiamo ma una scelta legittima, se il servizio fosse proseguito e non cessato di fatto come è a oggi. Ma soprattutto non condividiamo, anzi condanniamo, la scelta di aver buttato in discarica i libri catalogati o non catalogati. Bene indisponibile di tutta la comunità e non già proprietà esclusiva del sindaco, della giunta o della maggioranza. I nostri concittadini, soprattutto quelli che hanno donato i propri volumi per accrescere la disponibilità del parco prestiti, ringraziano sentitamente”.
Abbiamo chiesto una replica al sindaco Paola Pepe, che si è detta decisa a procedere: “Non ho voglia di occuparmi di queste cose. Il punto libri è stato per anni la discarica dei volumi che i cittadini non volevano più. L’opposizione ha solo l’intento, con queste accuse, di screditare l’amministrazione. In futuro verranno buttati altri libri”.
Una decisione che sicuramente ha fatto e farà discutere, ma la linea dell’amministrazione rimane la stessa.
3 Commenti
cose da pazzi
Li prendi io.
Diffidare di quelli che buttano i libri