Le ultime roboanti dichiarazioni dell’esponente di punta della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri scatenano la bufera politica a Como.
La Lega svizzera: “Prima i ticinesi. Non rientrino al lavoro padroncini e 45mila frontalieri italiani”
Le frasi sul “prima i ticinesi” per il ritorno al lavoro nel Cantone, avevano già innescato la dura replica del sindaco di Solbiate, Federico Broggi, che è anche segretario provinciale del Pd.
Frontalieri, Broggi: “Lega, in Ticino e in Italia sparate per 4 voti in più. Ora riaprire tutti i valichi e controlli veloci”
Ora anche il partito di Carlo Calenda risponde a muso duro al partito svizzero
“E’ chiaro che chi scrive in questo modo espone le sue teorie considerando in modo volutamente parziale gli aspetti economici del territorio, facendo leva sulle paure generate da questa emergenza per riscuotere consenso – scrive Azione Como – Del resto, è un copione collaudato e utilizzato continuamente anche dalle nostre parti, da un’altra Lega che tuona contro gli stranieri in Italia e, solo qualche volta, bela contro i cugini xenofobi d’oltreconfine, riconoscendo che questa non è la soluzione“.
“Nonostante il silenzio della Lega italiana sia assordante, ci pare di ricordare che un certo Roberto Maroni, in occasione del referendum del 8 febbraio 2015 ebbe a precisare giustamente che i frontalieri italiani in Svizzera non sono clandestini, sono lavoratori – continua la replica dei calendiani – Azione Como condanna questa volgare speculazione politica condotta sulla pelle di tanti di questi lavoratori, autolesionistica per tutta l’economia dei territori di confine e intrisa di strisciante razzismo”.
Infine, la conclusione: “Di fronte alla vulnerabilità che il contagio implica, è evidente come non mai la stretta interconnessione tra i territori e gli esseri umani che li abitano. La risposta efficace deve comportare un grande senso di responsabilità e collaborazione tra istanze economiche e direzione politica di entrambi i paesi, di entrambe le regioni (Canton Ticino e Lombardia ma anche Canton Grigioni e Lombardia)”.
“Da ambo i lati del confine, le imprese, che rappresentano una rete di vitale importanza per la società e il territorio, necessitano di un serio confronto con le istituzioni e con tutte le forze sociali per perseguire in maniera credibile la ripresa in tempi rapidi. Non hanno bisogno, invece, del solito squallido teatrino”.