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Casinò di Campione, primo anno meglio del previsto. Ambrosini: “Media di 600 utenti al giorno”

A quasi dieci mesi dalla riapertura, l’amministratore delegato del Casinò di Campione d’Italia Marco Ambrosini, comincia a tirare le fila del primo anno di concordato preventivo seguito all’annuncio di fallimento della casa da gioco italiana nell’enclave di territorio svizzero. E i primi risultati sono arrivati.

Il Casinò di Campione ci crede, primo anno meglio delle aspettative

Per noi è un momento significativo. Il 21 novembre si terrà l’udienza al tribunale fallimentare di Como che ci auspichiamo preluderà alla definitiva omologazione del concordato che sovrintende alla gestione della società – ha spiegato Marco Ambrosini – Dopo un lungo iter giudiziario, siamo riusciti a riportare indietro l’orologio facendo annullare la sentenza di fallimento e abbiamo trovato modalità, con molti sforzi e soldi, per rimettere in moto il meccanismo, su presupposti diversi rispetto al passato. C’è un concordato giudiziario che dà ai creditori la possibilità di rientrare totalmente o parzialmente del proprio credito, cosa che il fallimento non avrebbe permesso”.

“I risultati si sono pian piano consolidati e oggi possiamo dire che la società rispetta pienamente il piano concordatario, tanto che qualche tempo fa è stato richiesto e ottenuto il voto dei creditori che è stato plebiscitario – ha proseguito l’amministratore delegato – L’andamento societario è soddisfacente, gli step successivi verranno calendarizzati all’udienza del giorno 21”.

I numeri sono dalla parte della casa da gioco che ha visto negli ultimi mesi una media di 600/700 utenti al giorno. “L’obiettivo fissato dal concordato preventivo è a una cifra, 40milioni di euro per il primo anno, progressiva nei cinque anni di concordato – sottolinea Ambrosini – Un incremento previsto, anno dopo anno, che porterà ricavi crescenti per l’azienda. Oggi, a due mesi dalla scadenza del primo anno, abbiamo già raggiunto l’obiettivo, con una previsione su base annua che eccede del 10/15% ma finché non depositeremo il bilancio 2022 non abbiamo le cifre ufficiali”.

Casa da gioco ma non solo

Non più uno spazio esclusivamente dedicato al gioco bensì una struttura che viva anche di ristorazione, spazi commerciali e eventi. “Quando venne presentato piano concordatario, una delle ipotesi fu di cambiare il paradigma. Si tentava e si tenterà di dare un paradigma diverso, di mixare alcune attività di carattere commerciale, ludico, con il gioco. Non tutto, come prima, al servizio del gioco bensì a compendio del gioco – ha spiegato Ambrosini – Abbiamo ipotizzato di utilizzare gli spazi a disposizione anche per fare altro rispetto al gioco: non vale solo per spazi commerciali ma anche la ristorazione e agli eventi. Devono poter vivere di luce propria. Portare attività che interessano anche quelli che non giocano, renderà il comparto più fruibile. Non il ristorante dei giocatori, ma dove possono andare anche i giocatori. All’inizio di questa avventura avevamo fatto un bando per gli spazi commerciali, ma la previsione era che non avrebbe partecipato nessuno, perché l’azienda era solo una promessa. Era una sorta di sondaggio. Abbiamo avuto non offerte ma manifestazioni di interesse  e lo riproporremo al momento opportunito”.

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