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Caso Colisseum, la Cgil: “Senza via Del Dos, a rischio anche 30 posti di lavoro della cooperativa”

Il caso Colisseum, oltre alle inevitabili ripercussioni sui soggetti disabili che usufruiscono dei diversi servizi, potrebbe avere ricadute negative anche sui dipendenti. L’approssimarsi del 31 luglio, data di chiusura del centro e la corsa contro il tempo del neo sindaco Rapinese per capire se esiste la possibilità di una proroga del servizio, seguendo le disposizioni di Anac, dovrà dunque tener conto della sorte dei 30 dipendenti, tra cui degli interinali e delle partite iva che sono legati al centro di via del Dos. Al vaglio del Comune come spiegato dal sindaco Rapinese un’ipotesi B che porterebbe a spostare in altre strutture della provincia i soggetti disabili se non si riuscisse a risolvere il problema entro fine mese. Una situazione dunque in divenire seppur emergenziale.

“In effetti è un tema che abbiamo messo sul tavolo del sindaco – dice Matteo Mandressi della Cgil dopo la riunione con il primo cittadino – Ciò che abbiamo chiesto è una proroga del servizio fino all’istituzione del nuovo bando. Così da garantire oltre che i soggetti deboli anche i dipendenti. Sembra però di intuire che si stia virando con maggior decisione verso il Piano B che come evidente porrà dei problemi sia per i disabili e quanti utilizzano la struttura di via del Dos che per i dipendenti che difficilmente potranno essere tutti impiegati. Dunque a breve andrà anche aperto un tavolo di discussione per capire come e dove collocare questo personale che è legato alla Cooperativa. Alcuni magari potranno essere assegnati in altri servizi che Colisseum ha in appalto. Insomma è un tema da monitorare e su cui confrontarci se si andasse verso la chiusura a fine mese. Il rischio teorico di ritrovarsi senza occupazione infatti potrebbe coinvolgere tutti e 30 i soggetti”.

Un ultimo elemento inoltre riguarda la struttura. “Se alla base della situazione che si è venuta a creare c’è anche il tema della sicurezza della struttura, su cui andavano fatti interventi previsti dal Pef poi contestato, non capiamo perché si vada avanti fino al 31 luglio e non si chiuda subito”, conclude Mandressi.

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