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Cassa integrazione bloccata, missili Santanchè-Butti sulla Regione: “Pessima figura, gente lasciata senza soldi”

Il tema della cassa integrazione è evidentemente di importanza capitale in questo momento drammatico sul fronte del lavoro per l’emergenza Coronavirus. Sul punto era andato soprattutto il Pd segnalando che, al 29 aprile scorso, su circa 40mila richieste presentate dalle aziende per l’emergenza Covid-19, il Pirellone ne avrebe trasmesse all’Inps soltanto 765.

Ma oggi è addirittura dall’interno della maggioranza di centrodestra a Palazzo Lombardia e al Pirellone, e per la precisione dai vertici lombardi di Fratelli d’Italia, che partono missili pesantissimi contro la giunta di Attilio Fontana (Lega).

La questione è sempre quella: il pagamento della cassa integrazione in deroga ai lavoratori lombardi, che sta subendo ritardi notevoli nell’erogazione – di spettanza proprio della Regione – con ripercussioni forti su persone e famiglie.

La coordinatrice regionale di FdI, Daniela Santanché, è stata durissima nel corso del confronto online con i dirigenti e militanti comaschi: “Sulla cassa integrazione ho pregato consiglieri e assessori di farsi subito carico di questa emergenza – ha affermato nel dialogo con i colleghi di partito lariani – Lasciare la gente senza soldi la Regione non se lo può permettere. Sarà un colpo mortale se non si raddrizza il tiro e se non pagherà come aveva promesso e come non sta facendo”.

Un tema rilanciato con toni altrettanto forti dal deputato comasco Alessio Butti: “Regione Lombardia sta facendo una pessima figura in quanto hanno pochi funzionari adibiti alla procedure e purtroppo a rimetterci sono le aziende perché la cassa integrazione non arriva – ha detto – Noi rispondiamo quotidianamente a una sorta di disperazione che in Lombardia non avremmo voluto nemmeno ipotizzare e che invece vediamo concretizzata. Stamattina ho sollecitato i nostri amministratori regionali per un intervento, va da sé che Regione deve essere faro e pioniera nell’erogazione della cassa in deroga”.

Butti, poi, ha affrontato anche il caso dei valichi chiusi, con nuove aperture che dal 4 maggio interessaranno soltanto la provincia di Varese.

“Pochi valichi sono aperti e i frontalieri impiegano anche 4 ore e mezza per essere in Svizzera alle 7.30-8 e questo non è possibile – ha detto Butti – Ho parlato personalmente con il ministro Di Maio, pensate a cosa sono arrivato, e aveva garantito che avrebbe risolto tutto. C’è stato anche un contatto tra il premier Conte e la presidente Sommaruga. Risultato: domani aprono i valichi varesini ma non quelli comaschi”.

Infine, un cenno ai venti di rivolta che soffiano tra gli albergatori del lago: “Gli albergatori della nostra zona, sul lago ma anche quelli dell’entroterra, sono sul piede di guerra, non accettano il lockdown fino a giugno, alcuni pensano di saltare a piè pari la stagione piuttosto che riaprire e licenziare”.

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