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In provincia di Como il borgo meraviglia che guarda dall’alto l’altro lago: domina il panorama dalla roccia

Abbarbicato su uno sperone roccioso, con un’atmosfera fuori dal tempo conservata alla perfezione. Il borgo di Castello, oggi frazione del comune di Valsolda in provincia di Como, è senza dubbio uno dei più caratteristici e meglio conservati centri del territorio.

Il villaggio è arroccato in splendida posizione panoramica affacciato verso il lago Ceresio e custodisce una sorta di mistero: presenta infatti un singolare impianto a semicerchio che segue forse l’andamento delle antiche mura.

La struttura urbana dell’abitato si compone di stretti vicoli pedonali disposti radialmente e collegati da erte scalinate che attraversano un tessuto edilizio costruito prevalentemente fra il XVI e il XIX secolo.

Da un parcheggio posto al termine della strada che sale da Albogasio una scalinata conduce alla parrocchiale di San Martino nella quale si conserva uno spettacolare affresco del pittore Paolo Pagani. Proseguendo oltre la chiesa una via con fondo in acciottolato raggiunge la Casa Pagani, segnalata dalla presenza dello stemma di famiglia al centro della facciata.

La casa, appartenuta al pittore, è qualificata da pregevoli busti all’antica inseriti nei timpani sopra le aperture ed è oggi sede dell’omonimo museo che ospita opere e documenti legati alla sua attività e ad altri artisti valsoldesi. Lungo le vie del villaggio è possibile individuare numerosi segni come portali, davanzali, stemmi e facciate dipinte, che qualificano le diverse residenze e documentano la prolungata attività dei suoi abitanti come architetti, scultori e pittori.

NOTIZIE STORICHE
L’insediamento ha origini antiche documentate da ritrovamenti archeologici ed era legato alla presenza di un centro fortificato risalente secondo alcuni all’età romana. Nel corso del Medioevo in occasione della guerra decennale fra Milano e Como questo territorio fu conteso fra la due fazioni e teatro di alcuni scontri. Nel XIII secolo il feudo della Valsolda fu concesso alla Mensa Arcivescovile di Milano che esercitava il potere temporale.

La fortificazione di Castello fu distrutta nel 1528 da Gian Giacomo Medici detto il Medeghino ma l’abitato mantenne il suo caratteristico impianto. Nei secoli seguenti la Valsolda appartenne allo Stato di Milano e rimase sotto la giurisdizione della Diocesi milanese.

Fra il Cinquecento e l’Ottocento il borgo di Castello, come gli altri villaggi della valle, fu interessato dal fenomeno delle migrazioni artistiche che spinse molti abitanti a lasciare per lunghi periodi il paese natio per lavorare come architetti, pittori, stuccatori e scalpellini nei cantieri delle grandi città italiane o nei paesi d’oltralpe. Questi artisti mantennero vivo il legame con le terre di origine e alcuni di loro, come il pittore Paolo Pagani a lungo attivo in Moravia e Polonia, investirono i propri guadagni nel rinnovamento delle residenze di famiglia conferendo una peculiare qualità all’edificato degli abitati. Castello rimase comune autonomo fino al 1927 quando fu unito ad Albogasio, Cressogno, Drano, Dasio, Loggio e Puria per formare il nuovo comune di Valsolda.

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3 Commenti

  1. Che Bello anni 60 per andare da Puria a piedi (una volta non c erano strade) ad Oria,albogasio traghettare per Santa Margherita prendere la funicolare per Lanzo d Intelvi era obbligatorio passare da Castello ci si dissetava uno sguardo veloce dentro la chiesa e poi giù veloci verso il lago

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