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Centro del ghiaccio, Rapinese: “Pd di Como, chiedi a Varese di ritirarsi”. I Dem: “Ci dava degli analfabeti, ora chiede aiuto. Ma disponibili al confronto”

“Appare singolare che il Sindaco di Como chieda ora sul progetto del palazzo del ghiaccio l’ aiuto al PD, dopo avere in passato definito la minoranza come inutile ed analfabeta; così come dopo averla del tutto ignorata nella recente lettera sul tema inviata ai consiglieri regionali e ai parlamentari, ma non ai consiglieri comunali”. Così questa sera in una nota il gruppo consigliare dei Dem Comaschi (Patrizia Lissi, Eleonora Galli, Stefano Legnani e Stefano Fanetti). Il comunicato risponde a un video postato su Fb dal sindaco Rapinese. In sostanza il primo cittadino dapprima ricorda il comunicato congiunto Patrizia Lissi, capogruppo PD in consiglio comunale a Como, e Giacomo Fisco, capogruppo PD in consiglio comunale a Varese, questo: Pd, nota congiunta Como-Varese: “Il governo taglia i fondi al Centro federale del ghiaccio?”. Quindi commenta (qui il video integrale):

Ci sono rimasto male, questo comunicato stampa era in relazione al fatto che volessero delle garanzie da parte del Governo che i fondi Pnnr fossero veramente in arrivo per il bene degli sportivi lombardi. Quindi come Pd si sono mossi per dire: “Hey, Governo, stai mandando i fondi in Lombardia?” e mi sembra una scelta responsabile. Ciò che invece trovo irresponsabile da parte di Lissi e Pd è di fare comunella con Varese che sta cercando di portare sul proprio suolo oltre a una pista del ghiaccio che ha già nuova e che dice essere all’avanguardia europea […] quindi hanno serenamente detto che per i prossimi 30 anni non hanno problemi per gli sport del ghiaccio.

Il capogruppo del Pd a Como firma un comunicato che parla semplicemente degli sportivi lombardi […] avrebbe dovuto farlo come Pd di Como per Como, io ho mandato anche una lettera al Pd di Como: remiamo tutti nella stessa direzione, Como ne ha bisogno, guardate che Casate ha le ore contate, che a breve potremmo essere nella condizione di non poter più garantire gli sport del ghiaccio. E il Pd di Como cosa fa? Va a firmare un documento con Varese. […]. Magari il Pd di Como avrebbe anche soddisfazione che (i finanziamenti, Ndr) andassero a Varese e non a Como perché lì amministrano e qui no […].

Morale cosa sto chiedendo al Pd di Como? Una cosa semplice, visto che siete dello stesso partito, visto che vi conoscete, visto che avete gli stessi dirigenti a livello regionale, il Pd di Como dovrebbe fare solo una cosa, chiamare il sindaco di Varese e dire: “Guardi che noi del Pd siamo persone per bene, non ha senso la tua richiesta di portare un centro tecnico federale del ghiaccio a Varese, visto che hai già un palazzo magnifico. Ritirate la candidatura perché quel palazzo serve a Como”. Questo io mi aspetterei da un partito che alle ultime elezioni è arrivato al ballottaggio e immagino abbia a cuore Como […]. Caro Pd di Como, io mi auguro tu stia remando nella direzione giusta, cioè in favore della nostra città e l’unica cosa che puoi fare, che devi fare e che ti ho chiesto con la mia lettera è dire che quei fondi devono arrivare a Como perché a Varese non servono […]. Patrizia Lissi quando parli di sport dire che quei fondi servono a Varese è una bestemmia […].

E quindi la risposta Dem:

Appare singolare che il Sindaco di Como chieda ora sul progetto del palazzo del ghiaccio l’ aiuto al Pd, dopo avere in passato definito la minoranza come inutile ed analfabeta; così come dopo averla del tutto ignorata nella recente lettera sul tema inviata ai consiglieri regionali e ai parlamentari, ma non ai consiglieri comunali. Ma il gruppo consiliare del Pd di Como non intende sottrarsi ad un confronto sul futuro degli impianti sportivi della città.

Conferma quindi la propria disponibilità ad un incontro che, per avere maggiore forza, dovrà coinvolgere i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione e Parlamenti), nel quale esaminare tutti gli aspetti di un’ ipotesi progettuale, fino ad ora mai condivisa dal Sindaco, che può rappresentare un’occasione importante per il futuro della città: tempi, costi, fonti di finanziamento e modalità di gestione delle diverse strutture ipotizzate (palazzo del ghiaccio, piscina, autosilo), e del futuro delle altre strutture già presenti a Muggiò, compreso il palazzetto dello sport, considerando complessivamente le necessità di tutti gli sport a Como.

I fondi del Pnnr sono importanti e ci si augura che il Governo non li tagli, ma solo facendo squadra si possono raggiungere importanti risultati per il territorio.
È importante sottolineare come a Varese sia stato fatto un percorso diverso rispetto a Como: il progetto e’ stato preventivamente condiviso da maggioranza e minoranza.
Patrizia Lissi
Eleonora Galli
Stefano Legnani
Stefano Fanetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

10 Commenti

  1. Gentilissimi,
    rilanciare l’area sportiva di Muggiò è da sempre nelle speranze di molti, cittadini e amministratori.
    La pista di atletica è già animata da società che fanno un grande lavoro. La piscina va certamente fatta tornare a buon livello.
    C’è lo spazio di via Belvedere che può accogliere molto.

    Da pochi giorni si è concluso il mondiale di ciclismo.
    Mi ha colpito una notizia: l’Italia non ha velodromi coperti a norma (https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/il-paradosso-dei-fenomeni-su-pista-nati-in-unitalia-senza-velodromi-vt7bmgod).

    Nel caso ci stesse, e credo di si vista l’immagine pubblicata, si potrebbe costruire un velodromo di prima classe (sviluppo dell’ovale di 250 m)
    Sarebbe un’unicità, rende potenzialmente possibile ospitare gare internazionali (in zona turistica, magari fuori stagione) o anche mondiali/europeo (più facile se in accordo con le province vicine), è un volano per le società ciclistiche della provincia e non solo (soprattutto per i bambini), asseconda la propensione alla bici di moltissimi, consuma meno energia rispetto alla produzione di ghiaccio. Non crea bracci di ferro con altri soggetti e unisce energie positive, non litigi.

    Grazie per lo spazio concessomi.

  2. Scopro che un sindaco civico con 20 consiglieri e 8 assessori ha bisogno di 4 consiglieri di minoranza di un partito per poter realizzare un’opera, senza di loro irrealizzabile.
    Scopro quindi che è un errore votare un sindaco civico, a questo punto, se per fare poi le opere serve chiedere aiuto ai partiti, senza i quali le opere non si possono fare.
    Scopro, alla fine, che conviene votare un sindaco di un partito, come ci suggerisce il sindaco civico.

  3. Ancora una volta Rapinese prova a rovesciare il tavolo riscrivendo la storia a proprio vantaggio.
    Sta cercando di trasformare un caso di (auto)isolamento politico del quale lui è il solo responsabile in un concorso di colpa da spartire con l’opposizione.
    Dovesse andargli bene, racconterebbe l’eventuale vittoria su Varese come un suo trionfo. Andasse male, la colpa sarebbe anche (scommettiamo che riuscirà a far credere “soprattutto”?) del Partito Democratico.
    Ma invece di fare il sindaco non poteva sognare di diventare un giocatore di scacchi?

  4. Certo a Varese hanno l’anello al naso, va la Lissi e i fondi li lasciano tutti a Rapinese e magari gli tagliano anche il toast a metà. Ma con che coraggio…

  5. Credo sia offensivo per l’intelligenza delle persone pensare che politici locali di una città possano cosa, chiedere o implorare politici di un’altra città quando queste sono in competizione tra loro? O forse siamo alla fase del mettiamo le mani avanti per non cadere? In entrambi i casi, figura barbina. Però potrebbe dimettersi e far lavorare qualcuno più capace.

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