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Centro migranti chiuso, Bernasconi: “Sarebbe servito per i senzatetto? Assolutamente sì”

Il centro di via Regina è stato definitivamente sgomberato la scorsa settimana lasciando però diversi interrogativi sulla gestione dei migranti presenti o in arrivo sul territorio. Una chiusura annunciata in linea con la posizione del Viminale e del suo inquilino comasco per eccellenza, il sottosegretario leghista Nicola Molteni: con la diminuzione degli sbarchi e dei respingimenti alla frontiera svizzera la struttura, secondo il ministero e (politicamente) secondo la Lega aveva più ragione di esistere.

Ma è proprio così?

Il clima è teso e sono molti gli strascichi lasciati da un problema complesso che ha spaccato l’opinione pubblica, aperto diatribe in seno alle forze politiche presenti sul territorio e mobilitato un ingente numero di volontari guidati da Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesiana di Como.

Il centro di via Regina ha chiuso i battenti. Quale sorte è toccata alle persone ospiti della struttura?

“Cinquanta persone sono state trasferite a Bologna e quaranta a Torino presso gli hub della Croce Rossa. I restanti sono stati ridistribuiti nei CAS (centri di accoglienza straordinaria) della provincia”.

Gli arrivi sono diminuiti ma non scomparsi. Ora che il centro è chiuso quale sorte toccherà ai migranti che arriveranno a Como?

“Dovranno recarsi in questura e lì verranno ridistribuiti nei centri di accoglienza presenti sul territorio”

Il decreto sicurezza è in attesa del voto di fiducia. Quali conseguenze avrà sulle associazioni di volontariato che si occupano di accoglienza?

“È difficile stabilirlo ora. Noi andremo avanti per la nostra strada, indipendentemente dalle questioni politiche. La nostra missione è aiutare le persone in difficoltà, tutto il resto è secondario”

Il centro migranti poteva essere una soluzione anche per i numerosi senzatetto presenti in città?

“Assolutamente sì”

Tra poche settimane partirà il servizio emergenza freddo che offrirà un dormitorio invernale alle persone che vivono in strada. Un progetto non privo di difficoltà organizzative. Quali problematiche state affrontando?

“È un servizio ormai consolidato che gestiamo con organizzazione e consapevolezza. Siamo sempre alla ricerca di volontari perché ogni contributo è fondamentale ed è un’esperienza che consiglio caldamente a tutti perché, al di là delle parole, toccare con mano questa situazione aiuterebbe a comprendere profondamente la tematica dell’accoglienza favorendo la crescita personale”

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