Oggi, tra il viavai di gente che affolla mercato di Cernobbio, la giostra in Riva, con i sigilli del tribunale a serrarne le porte, pare essere il punto di chiusura di un’era che ha visto generazioni di bambini giocare e divertirsi.
Affissi alle porte del casotto di metallo bianco e verde, le sentenze di fallimento della società proprietaria.
Qualcuno, forse ironicamente, forse a mo’ di contestazione, ha incollato un buono per una corsa al vetro.
“Prendo atto della sentenza del tribunale, al momento la giostra è chiusa e sotto sequestro – ha spiegato il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti, commentando la chiusura – tengo però a precisare che la riqualificazione dell’area progettata dalla mia amministrazione non ha nulla a che fare con gli ultimi sviluppi giudiziari”.
Risale al marzo scorso la notizia per cui il Comune di Cernobbio ha notificato al proprietario della giostra la scadenza della concessione di suolo pubblico e l’intenzione di non indire un nuovo bando, visto il piano dell’amministrazione Monti di riqualificare l’intera piazza Risorgimento.
“Abbiamo in mente una riqualificazione piena dell’area che stiamo perseguendo – ha spiegato Monti, specificando di non voler cacciare nessuno – l’area giochi della Riva verrà sistemata per i bambini. Le piazze devono essere vissute, non devono essere solo punti di ritrovo”.
La possibile chiusura della giostra e l’impossibilità di rinnovare la concessione avevano scatenato, nei mesi scorsi, una gara di solidarietà tra Cernobbiesi con una raccolta firme che ha toccato le 2500 adesioni.
“Chi ha raccolto le firme evidentemente non le ha fatte avere al Comune – ha commentato il sindaco – io, ad oggi, non ho ricevuto nulla”.
Piazza Risorgimento ha visto, nei mesi scorsi, un’altra questione amministrativa di portata non indifferente per il piccolo Comune lacustre: la revoca delle concessione del Bar Onda, storico locale della famiglia Santoro, al momento in attesa di un affittuario che verrà decretato a settimane, al termine di una gara per il contratto di locazione.