Da circa un anno a questa parte, è pressoché impossibile non aver notato la piccola “armata” di fattorini in bicicletta che percorrono la città in lungo in largo, facendo la spola tra ristoranti e case per consegnare pasti a domicilio.
Insomma, alla fine, anche un centro piccolo come Como ha visto l’“invasione pacifica” di servizi come JustEat, Deliveroo, Food Racers.
Dall’inizio del 2019, però, un quarto servizio, tutto italiano, è comparso sulla piazza: Eatintime. Francesco e Gianmarco Carriol, due fratelli di origine napoletana, di appena 26 e 23 anni, ormai naturalizzatisi comaschi, sono i fautori dell’apertura della filiale locale del servizio, oggi in costante crescita.
“Abbiamo cominciato a seguire Eatintime con curiosità tempo fa – spiega Francesco, area manager per Como, passato all’imprenditoria digitale dopo diverse esperienze nella vendita al dettaglio – siamo rimasti molto impressionati dai valori dell’azienda: cibo di qualità consegnato tramite un servizio veloce e affidabile. Abbiamo quindi deciso di lanciare il servizio in città”.
Eatintime Como conta, oggi, circa 7 driver con veicoli propri in grado di raggiungere tutti i quartieri della città, a differenza di altri servizi che impiegano solo personale in bicicletta.
“Copriamo tutto il Comune di Como. Serviamo anche Grandate e l’obiettivo finale è raggiungere tutta la provincia” racconta Gianmarco, marketing manager.
A differenza dei servizi già presenti sul territorio, Francesco racconta di fare una selezione diretta del personale di consegna che serve circa 30 ristoranti di Como. “Facciamo dei colloqui conoscitivi – spiega il manager, i cui fattorini vengono assunti tramite un contratto a prestazione occasionale – e poi diamo quelle poche linee guida su cui non si può transigere: cibo consegnato in ottime condizioni e nell’arco di massimo dieci minuti”.
Secondo Francesco il contatto diretto con i propri fattorini mantiene alta la qualità del servizio: “Un esempio: la pulizia dello zaino delle consegne deve essere fatta quotidianamente. Chiediamo ai driver di lavarlo e di lasciarlo arieggiare. Per le compagnie senza filo diretto con i propri rider non è possibile controllare che questo avvenga”.
Parlare di gig economy e di food delivery spesso comporta un imprescindibile dibattito sui diritti dei fattorini. Ma per Francesco, il settore si sta evolvendo verso condizioni sempre migliori. “Noi garantiamo una paga oraria fissa a cui viene aggiunta una commissione proporzionale alla distanza percorsa – spiega – altri servizi si sono adeguati a questo sistema di compensi abbandonando logiche di cottimo”.Secondo i due fratelli, poi, consegnare pasti, garantisce a molti una maggiore indipendenza economica: “Dallo studente che vuole qualche soldo in più, al lavoratore che desidera arrotondare fino al disoccupato che può rimettersi in carreggiata, si tratta di un lavoro semplice e intuitivo che però, a fine mese, può portare a guadagnare uno stipendio vero”.
I due fratelli sanno poi bene come è fatto il lavoro del driver, avendolo sperimentato in prima persona.“Ci capita di dover coprire assenze improvvise. A quel punto indossiamo la divisa e si parte con le consegne” racconta Gianmarco. Nei piani di Eatintime Como c’è ovviamente l’espansione del servizio a tutta la provincia, con consegne fino a Cantù nel medio termine.
Uno degli ostacoli più difficili è però la difficoltà con cui il pubblico locale si affaccia alle novità, specie in campo digitale. “Como è uno scenario a volte complicato – spiega Gianmarco, sul punto di laurearsi in Economia all’Università dell’Insubria – è difficile convincere il Comasco che qualcosa di nuovo possa semplificargli la vita”.