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Como, il cardinale Cantoni: “Abusi, ferita che non ha risparmiato la Chiesa. Il nostro Servizio diocesano tutela minori e fragili”

Si è celebra ieri,18 novembre, la III Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’iniziativa, nata in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale (istituita dal Consiglio UE nel 2015), coinvolge tutta la comunità cristiana nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi e nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà. Nella nostra diocesi, il pomeriggio di sabato 18 novembre, il vescovo, cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto in Cattedrale a Como, alle ore 17.00, la Santa Messa secondo le intenzioni di questa giornata nazionale di preghiera. Il tema scelto quest’anno è La Bellezza ferita – Curerò la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe (Ger 30, 17). Qui di seguito il testo dell’omelia del cardinale Cantoni.

Si celebra nella Chiesa italiana, per il terzo anno consecutivo, una giornata di preghiera per le vittime degli abusi sessuali, di potere e di coscienza. Gli abusi sono un tema che tocca la coscienza collettiva, una ferita sociale che purtroppo non ha risparmiato neanche la Chiesa.

La giornata coinvolge le comunità cristiane nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi, ma anche nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà, che affrontiamo con coraggiosa lealtà, proseguendo il percorso avviato nella prospettiva della verità e della giustizia.

Sono tante le persone, sacerdoti e laici, che si impegnano quotidianamente per mostrare il volto bello di una Chiesa che sa innanzitutto umilmente riconoscere le debolezze e mancanze di alcuni suoi figli, ne chiedono perdono e soprattutto si adoperano per risanare ferite di chi ha subito violenza. Sono coloro che, ad immagine della donna descritta nella prima lettura, utilizzano le proprie mani per compiere il bene, per donare conforto e sollievo (Cfr. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città).

Il presidente dei vescovi italiani, proprio venerdì scorso, ad Assisi, parlando con i giornalisti, ha affermato che: “la piaga c’è, perché il peccato delle persone fa parte della vita. Quello che è importante è che si riesca a prevenire e a identificare gli abusi, i loro colpevoli e le eventuali complicità. Lo sforzo della Chiesa è tutto in questo senso e continuiamo con fermezza. Siamo i primi ad essere interessati per trovare i meccanismi giusti affinché il peccato (che talvolta diventa reato e quando succede deve essere immediatamente perseguito in piena collaborazione con le autorità civili) sia circoscritto”. Infatti, dice San Paolo nella seconda lettura che abbiamo ascoltato: “noi siamo tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre”. Siamo chiamati ad essere in ogni situazione, soprattutto in quelle avvolte dalle tenebre della violenza e dell’abuso, luce del mondo e sale della terra.

In questi ultimi tre anni sono cresciuti in maniera decisiva nella intera Chiesa italiana, e perciò anche nella nostra diocesi, le proposte per curare e prevenire, mediante la diffusione di linee guida per coloro che operano a livello individuale o associato all’interno delle comunità ecclesiali.

Sono state promosse varie iniziative mediante diversi incontri formativi con i sacerdoti, ma anche con laici catechisti, educatori, insegnanti di religione, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili contro gli abusi di ogni tipo, per creare perciò ambienti sicuri e pienamente affidabili.

Nello stesso tempo, in funzione di queste attività promozionali, che dovranno essere continuamente riproposte, è stato creato un Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, centri di ascolto, con la partecipazione e l’apporto di persone professionalmente idonee per le loro competenze professionali.

Il nostro servizio diocesano intende essere innanzitutto uno spazio per la segnalazione di presunti casi di abuso sessuale, di potere e di coscienza, nonché di comportamenti inappropriati, ma anche luogo specializzato per fornire attività formative per quanti, non solo negli ambienti ecclesiali, ma anche in quelli domestici e nelle altre realtà sociali, vivono a stretto contatto con i minori, favorendo così progressivamente la creazione di una nuova cultura della tutela.

Siamo tutti coinvolti per affrontare questa emergenza educativa di questo nostro tempo, in modo tale che i nostri ambienti e le proposte pastorali che proponiamo siano pienamente affidabili e le famiglie siano sicure di poter consegnare i loro figli a persone adulte che sanno custodire e promuovere la loro dignità e tutela. È un diritto dei nostri figli poter crescere in ambienti sicuri e sereni, quali sono i nostri oratori, i campi scuola, e le altre numerose attività educative, per le quali moltissimi sacerdoti e laici dedicano generosamente la loro prestazione educativa e tutto il loro tempo, non senza fatiche e privazioni.

Tutti siamo chiamati ad imitare i servi buoni e fedeli descritti nel Vangelo, impiegando i talenti ricevuti, affinché possano fruttificare i germi di bene che il Signore ancora oggi semina nel cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo, ponendo così fine alle piaghe degli abusi, di ogni genere, prendendo parte, insieme, alla gioia del Padre che è nei cieli.

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