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Como: addio Pinco Pallino, paradiso dei giochi di Giancarlo e Claudia. “Sconfitti da internet”

Per chi ha abbastanza anni per ricordarselo, l’odore di plastica nuova che ti investiva quando, da bambino, entravi da Pinco Pallino poteva significare solo una cosa: regali in arrivo.

Oggi, invece, sarà l’ultima occasione per girovagare tra le scatole di giocattoli ordinatamente impilate sugli scaffali da pavimento a soffitto del negozio di via Milano.

Pinco Pallino chiude con una grande svendita finale, mettendo la parola fine a un capitolo di storia cittadina durato 50 anni.

“Ci abbiamo pensato per diverso tempo – spiega dal lato opposto della via, nel suo negozio di casalinghi, Giancarlo Lucca, titolare della rivendita di giocattoli, insieme alla sorella Claudia – ma il volume di affari si è andato assottigliando di anno in anno. Un tempo l’unico concorrente era la grande distribuzione. Oggi la battaglia è contro il commercio online. Una battaglia che noi, come altre realtà storiche di Como, abbiamo perso. Vale anche per i negozi di articoli per la casa. Un tempo erano 13 a Como, 5 in via Milano. Oggi siamo in 2”.

Secondo Giancarlo, opporsi ostinatamente allo spirito del tempo che cambia tenendo aperto Pinco Pallino avrebbe minacciato non solo il lascito dei genitori, che negli anni 60 hanno aperto per primi il negozio, ma anche la stabilità di Lucca Casalinghi, l’altra attività di famiglia. “Semplicemente non era più sostenibile” conclude Giancarlo, con un po’ di tristezza celata dietro al sorriso più ottimista possibile.

Le vetrine che una volta erano in grado di stregare e trattenere i bambini di passaggio per la via, oggi sono coperte da manifesti che annunciano la svendita fino al 70% “per cessata attività”.

Dentro, la sorella di Giancarlo, Claudia e la dipendente che porta lo stesso nome lavorano duramente per prezzare al ribasso tutti gli articoli in inventario.

Una stima sommaria vorrebbe i giocattoli in svendita nell’ordine delle migliaia.

“Per noi è un lutto, davvero – dice Claudia, che con Giancarlo, ha ereditato il negozio dai genitori nel 1986 – c’è solo tanta tristezza. Si sente che è cambiato tutto anche nei bambini. Oggi crescono più in fretta, o meglio, vengono fatti crescere più in fretta. Per alcuni genitori è più semplice regalare un iPad o un’iPhone per tenere distratti e calmi i loro figli”.

Nei tanti anni di servizio, come raccontano le due donne, era facile rivedere ragazzi che, nonostante i 30 o 35 anni, entravano da Pinco Pallino e rimanevano in estasi davanti a un set Lego, con l’entusiasmo di un bambino di 5 anni.

“Scomparendo i negozi di giocattoli di quartiere scompaiono anche i ricordi – spiega la dipendente Claudia, raccontando di come, spesso, le visite di clienti in negozio si siano fatte sempre più funzionali a un acquisto successivo in rete- i grandi di domani non avranno una memoria d’infanzia legata a un gioco in particolare, a una bambola o a una pista delle macchinine. Non ci sarà più l’attesa del Natale per avere quel giocattolo che aspettavi da tanto tempo. Mi chiedo se la gente si troverà a dire ai propri figli “Andiamo a fare un giro su Amazon così scegli i regali”.

La grande svendita di Pinco Pallino è quindi fissata per oggi. Poi, a locali vuoti, le mura andranno in affitto a terzi o vedranno Lucca Casalinghi muoversi sul lato opposto di via Milano.

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