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Clay Paky, manifestazione sindacale del 2023
Attualità

Paura per lo storico stabilimento in Lombardia: il destino del settore ricerca e sviluppo è la Cina

Si è tenuto ieri, 21 ottobre, un cruciale incontro che ha messo in allarme il futuro occupazionale dello storico sito bergamasco. La direzione di Claypaky, azienda leader globale nei sistemi di illuminazione professionale con sede a Seriate, ha incontrato le rappresentanze sindacali, ovvero le organizzazioni Fim Cisl e Fiom Cgil, unitamente alla Rsu aziendale.

L’oggetto principale del vertice non è stato solo la gestione del vigente contratto di solidarietà, ma soprattutto l’illustrazione delle strategie e degli sviluppi industriali che seguiranno la recente e significativa acquisizione da parte del colosso cinese Ek.

Trasferimento del settore Ricerca e Sviluppo: il futuro prodotto sarà cinese

Le decisioni comunicate dall’azienda hanno sollevato immediate e profonde preoccupazioni per il sito produttivo e per l’occupazione a Seriate.

La direzione di Claypaky ha annunciato in via ufficiale l’intenzione di procedere con una riorganizzazione strategica dell’intera area di Ricerca e Sviluppo (R&S). L’obiettivo dichiarato è quello di riposizionare Claypaky come un puro “centro di innovazione”. Tuttavia, tale trasformazione comporterà il trasferimento completo dell’intera fase di sviluppo prodotto e dell’ingegnerizzazione direttamente negli stabilimenti cinesi del gruppo acquirente.

Produzione a rischio: niente nuovi progetti per Seriate

Ancora più critica è la situazione delineata per l’area produttiva. I vertici aziendali avrebbero, infatti, specificato che, una volta esauriti i volumi di produzione attualmente richiesti e assegnati ai prodotti realizzati a Seriate, non verranno assegnati nuovi progetti né l’industrializzazione di nuovi prodotti allo stabilimento italiano.

Questa strategia destinerebbe in maniera definitiva la futura produzione alocalizzata negli stabilimenti in Cina. Una scelta aziendale che prefigura evidenti e pesanti ricadute occupazionali nel futuro immediato, lasciando aperto un drammatico interrogativo sul mantenimento dei livelli occupazionali attuali e sull’esistenza stessa della manifattura a Seriate.

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