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Colonno, tre mesi di isolamento per la Variante, il residente: “Niente caos? Solo perché la gente si è trasferita”

Manca poco più di un mese alla riapertura della statale Regina, chiusa dal 29 novembre a Colonno per la prima tranche di lavori per la costruzione della Variante della Tremezzina.

La vita dei laghée è stata sicuramente stravolta (come vi abbiamo raccontato negli scorsi mesi) e, attraverso battelli e percorsi alternativi, hanno dovuto cambiare le loro routine quotidiane.

Al riguardo abbiamo ascoltato uno dei residenti più attivi in questi mesi nel denunciare la situazione (che abbiamo intervistato più volte su ComoZero) ovvero Felice De Robertis, Agile Transformation Coach che opera in tutto il nord Italia: “Con l’aumento dei contagi covid, ho lavorato molto di più in smart working. Una volta però sono dovuto andare a Bologna, e alla sera sono arrivato a casa tardissimo per la chiusura della strada, e solo il giorno dopo mi sono reso quanto avessi rischiato di fare un incidente per la stanchezza”.

Non solo l’ambito lavorativo è stato stravolto però: “La mia famiglia è a Genova e, a causa anche della strada chiusa, sono riuscito a vederli pochissimo – denuncia – I tempi di percorrenza sono troppo lunghi e diventa difficile incastrare tutto con la mia professione”.

Anche la più piccola commissione diventa quasi un’impresa: “Per andare a fare la spesa, si può andare a Lenno – racconta – Ma se si vuole avere più scelta, o anche solo per comprare del pesce, bisogna andare fino a Porlezza”.

La chiusura della Regina ha sconvolto la vita di tutti, e non solo quella di Felice: “So di alcuni ragazzi che hanno smesso di fare sport perché era diventato impossibile per loro – sottolinea – Il sabato e la domenica l’orario delle corse dei battelli è ridotto, e diventa difficile fare qualsiasi cosa”.

Emerge infine una questione fondamentale, ovvero quello della mancanza di traffico sulle vie alternative proposte da Provincia e Anas (Valle Inteli, Lugano e Lecco): “Questo non è dovuto perché il mezzo pubblico ha funzionato bene – conclude – Infatti da Colonno non ci sono molte corriere che vanno a Sala (dove partono le navette e i battelli per oltrepassare il muro). Ci sono poche auto in giro perché molti colonnesi, e non solo, si sono trasferiti temporaneamente a Como o comunque da Argegno in poi. Tutto qua”.

Sicuramente i laghée hanno dovuto affrontare non poche difficoltà in questi mesi. Ora l’unica possibilità per loro è quella di attendere il 29 marzo (data di riapertura della Regina) sperando che le prossime tranche del cantiere non prevedano soluzioni così impattanti sul traffico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Mah… La spesa a Porlezza si è sempre fatta… Navette Colonno Sala saranno si e no un km a piedi, traffico d’inverno non ce n’è mai stato… Non vedo tutta sta tragedia

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