Tutto rinviato al prossimo 20 novembre così per il momento il provvedimento di sgombero resta sospeso. E’ quanto succede nell’ormai eterno braccio di ferro tra il Comune di Como e l’Associazione Carducci. Tema l’occupazione degli storici locali di viale Cavallotti con l’arcinota faccenda: il documento del 1930 con cui i fondatori del sodalizio vendettero la sede al Comune in cambio dell’occupazione garantita e del pagamento delle bollette del piano terra al civico 7 (qui tutte le cronache).
L’ultimo capitolo risale al 29 ottobre scorso quando era già nei piani del Comune (dopo un primo tentativo andato a vuoto) lo sgombero dei locali annunciato per il 5 novembre alle 10. Quel giorno la presidente del Carducci Maria Cristina Forgione, che peraltro è avvocato, ha infatti presentato ricorso per “la possessoria”, atto che in sostanza significa che l’associazione sta provando a far dichiarare il “possesso pacifico e ininterrotto” dei locali. “E’ quanto ha suggerito precedentemente il giudice nell’ordinanza di rigetto”, evidenziava quel giorno Forgione. Così il giudice aveva fissato l’udienza per oggi, 6 novembre.
Udienza al durante la quale è emersa la necessità di sentire due testimoni. Dunque nuovo appuntamento a Palazzo di Giustizia il 20 novembre. Nel frattempo resta in vigore la sospensione dello sgombero stabilita sempre dal togato il 29 ottobre. Ci sarà ancora da raccontare.
5 Commenti
Vi segnalo che questa frase è scorretta: “il documento del 1930 con cui i fondatori del sodalizio regalarono la sede al Comune in cambio dell’occupazione garantita e del pagamento delle bollette”. L’Associazione Carducci non regalò nullla, ma il Comune acquistò l’intero edificio per quasi tre milioni di lire di allora e che il pagamento delle bollette si riferisce al Piano terra n7 (e non ad altro). Da qui nasce il contenzioso che, comunque, non è faccenda d’oggi, ma già avviata quasi mezzo secolo fa. E non risolta… Scusate, ma l’imprecisione… genera mostri.
Grazie mille Gerardo, giustissima segnalazione. Si tratta chiaramente di una disattenzione grave, correggiamo. Nella fretta purtroppo capita
Aspettando l’udienza del 20 Novembre.
Spero che non diventi una “soap opera”!
Il valore della Cultura e i dei luoghi dove essa viene profusa, non possono essere oggetto di “dispute”, ma di rispetto!
La quasi centenaria esistenza dovrebbe essere un patrimonio da preservare e sviluppare, non sottoposto a “ripicche”!
La lotta continua del Rapinese (un tipo scortese) contro i poteri forti…
Ma con altri problemi che esistono in Como proprio con il Carducci deve perdere tempo il Comune ?
Con una storica e rispettata associazione?