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Comaschi più golosi che leghisti: Nutella batte anatema Salvini. Al Bennet biscotti razionati

Non sembra aver sortito grandi effetti l’affondo di Matteo Salvini contro la Nutella e l’azienda produttrice, la Ferrero. Il leader della Lega, ieri durante un comizio a Ravenna, aveva scomunicato il mitico prodotto: “Ho scoperto che usa nocciole turche, e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, preferisco mangiare italiano, aiutare gli agricoltori italiani“.

E poi ancora l’appello all’azienda: Signori Ferrero comprate zucchero italiano, nocciole italiane, latte italiano. Posso chiedere alle aziende che hanno tanti appassionati clienti in Italia di comprare prodotti italiani?”.

Al di là del peso reale del tema sul dibattito politico nazionale, la frase ha suscitato una marea di reazioni tra cui ha avuto molta eco quella della giornalista Selvaggia Lucarelli: “Ferrero ha 6000 dipendenti in Italia a cui quest’ anno riconosce un premio di 2000 euro, ha il 40 % di dipendenti donne, stage per i figli dei dipendenti all’estero, un asilo nido e un’attenzione non proprio comune al welfare aziendale. È il più grande acquirente di nocciole italiane ma compra anche nocciole all’estero perché la produzione italiana non può soddisfare il fabbisogno per la produzione di Nutella destinata al mercato mondiale“.

Tornando nel Comasco, però, come si diceva, non pare proprio che la “scomunica” di Salvini abbia frenato l’acquisto dei prodotti con la Nutella, a partire dai biscotti della stessa Ferrero.

In diverse catene della grande distribuzione, infatti, i comaschi continuano a fare incetta dei prodotti con la crema alla nocciola. E addirittura il Bennet (nelle foto è quello di Montano Lucino), si è dovuti arrivare al razionamento degli acquisti con un massimo di cinque confezioni a testa, il che comunque non ha impedito di svuotare o quasi gli scaffali.

Insomma, la Nutella e i suoi derivati, sul Lario, sembrano più forti persino del primo partito italiano.

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