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“Com’eri vestita?”. La Giornata contro la violenza sulle donne: mostra e storie narrate

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le iniziative che verranno promosse insieme ad alcune associazioni del territorio comasco il prossimo 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Un’occasione di riflessione e di ricordo, che cade in un momento ancora più drammatico quest’anno a causa della pandemia. L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown, in particolare, hanno causato un aumento esponenziale dei casi di violenza e femminicidi in Italia.

Nel periodo marzo – aprile 2020, infatti, si è registrata una flessione dei reati di genere rispetto allo stesso periodo del 2019 per poi riprendere più lentamente nei mesi successivi. I femminicidi, invece, non hanno mai segnato il passo e il numero delle vittime femminili, solo nel primo semestre del 2020, è cresciuto arrivando al 45% del totale degli omicidi. Secondo i dati Istat, tra marzo e giugno del 2020, il numero delle chiamate telefoniche e via chat al numero verde antiviolenza è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019 ( +119%) passando da 6956 a 15280.

Questi dati rispecchiano anche la realtà della provincia comasca, dove è presente il Centro Antiviolenza Telefono Donna Como che da trent’anni offre uno spazio di ascolto alle donne maltrattate e abusate e le sostiene nel difficile percorso di uscita dal tunnel della violenza.

Per questo i sindacati, insieme a una rete di associazioni locali che si occupano di tutelare le donne vittime di violenza, hanno deciso di promuovere un’iniziativa sui social con al centro il tema del vestito associato alla violenza.

Un pregiudizio ancora oggi molto forte, esplorato all’interno della mostra “Com’eri vestita?” promossa dall’associazione culturale Libere Sinergie di Milano e allestita negli spazi della Biblioteca Comunale di Como. L’esposizione verrà mostrata attraverso un tour virtuale, appunto, sulle pagine social di sindacati e associazioni aderenti all’iniziativa dalle 9 del 25 novembre. Inoltre, grazie all’Associazione culturale Luminanda e Olo Creative Farm, attori professionisti narreranno 6 storie di donne che hanno subito violenze.

“Si tratta di storie comuni, in situazioni di vita reale dalla casa alla strada alla scuola – ha spiegato Elisa Di Marco, Cisl dei Laghi – ognuna è abbinata al vestito che la vittima indossava nel momento in cui ha subito la violenza. Questi episodi possono capitare a chiunque, perché gli abiti indossati dalle vittime potrebbero essere gli abiti di tutti noi”.

I sindacati comaschi, inoltre, il 25 novembre chiederanno di condividere un gesto collettivo simbolico. Ognuno è chiamato a scattare una foto insieme a un fiore e a postarla sui social, condividendola nelle pagine Facebook o Instagram delle realtà coinvolte nel progetto. Un gesto tanto delicato quanto potente, nella sua semplicità.

Grazie alla collaborazione del Comune di Como, poi, alcuni dei principali monumenti della città verranno illuminati di rosso in ricordo delle donne vittime di violenza: la fontana di Piazza Camerlata, il monumento di Libeskind e la fontana di Viale Geno.

Cgil, Cisl e Uil hanno voluto anche ricordare le campagne che si stanno portando avanti per aiutare ad arginare i fenomeni di violenza. “Chiediamo che la Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro Paese, trovi effettiva applicazione e regolamentazione – così Serena Gargiulo di Uil – per questo sosteniamo la campagna di Amnesty International per la modifica del nostro codice penale, in particolare dell’articolo 609‐bis per fare considerare reato qualsiasi atto sessuale senza consenso, e la loro campagna di raccolta firme (#iolochiedo ‐ Amnesty International Italia)”.

E ha aggiunto: “Nel giugno di quest’anno abbiamo acquisito, dopo molti anni di impegno sindacale, la Convenzione 190 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019. Il 23 settembre 2020 la Camera del parlamento italiano ne ha approvato con voto unanime la proposta di ratifica.La ratifica della Convenzione dovrà dare impulso ad una politica nazionale di prevenzione, tutela e contrasto a tutte le forme di violenza, a partire dai luoghi di lavoro e coinvolgendo tutta la società civile”.

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