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Como, novità all’Istituto Clinico Villa Aprica: apre il Centro di revisione protesi

Un centro dedicato alla rivalutazione delle protesi di anca e ginocchio, che manifestano i segni del tempo, nasce all’Istituto Clinico Villa Aprica di Como (Gruppo San Donato). Il Centro revisione protesi, guidato dal dottor Giorgio Burastero, punta alla riprotesizzazione di impianti che, per diverse motivazioni meccaniche e biologiche, vanno incontro a fallimento. L’avanzare dell’età, con il conseguente decadimento osseo e dei tessuti, ma anche la presenza di fratture e infezioni, oppure la normale usura dell’impianto possono portare a un malfunzionamento della protesi che si traduce in alcuni sintomi caratteristici: il dolore principalmente, ma anche una progressiva limitazione funzionale che impedisce al paziente di svolgere le più comuni attività quotidiane.

“A distanza di tempo alcune componenti dell’impianto possono presentare una normale usura e altre invece possono perdere la stabilità sull’osso”, spiega Burastero, chirurgo ortopedico ligure formatosi alla scuola del luminare e pioniere della chirurgia protesica professor Lorenzo Spotorno. “Le protesi di prima generazione rappresentavano una grande innovazione, però non potevano rispettare parametri che ancora non si conoscevano, soprattutto per quanto concerne la tipologia dei materiali impiegati”. La chirurgia protesica, a partire dagli anni ‘80, ha subito un incremento logaritmico legato al miglioramento delle tecniche e degli impianti stessi, ma è aumentato anche il numero degli anziani che si sottopongono all’intervento, come diretta conseguenza di un allungamento della vita attiva. La valutazione di un impianto prevede solitamente un’indagine radiografica o l’impiego di altre metodiche più invasive, come la scintigrafia ossea, la scintigrafia con leucociti marcati oppure, più raramente, la tomografia ossea e la risonanza magnetica. Viene associato a questo screening strumentale anche la valutazione di alcuni marker biochimici che possono indirizzare verso la natura del problema. Dopo una prima valutazione si procede con la revisione della protesi, che può essere parziale, con il ripristino dei soli componenti sottoposti a maggior usura, oppure totale quando è necessario sostituire tutto l’impianto poichè viene a mancare la stabilità sull’osso.

“La possibilità di accedere a centri di alta specializzazione permette di ridurre l’invasività dell’intervento di revisione grazie alla maggior esperienza maturata dai chirurghi e alla più ampia casistica trattata. Inoltre i centri specializzati, come il nostro, si avvalgono delle migliori innovazioni presenti sul mercato” conclude il dottor Burastero.

Il Gruppo San Donato (GSD), fondato nel 1957, è oggi fra i primi gruppi ospedalieri europei e il primo in Italia. È costituto da 56 sedi, di cui 3 IRCCS (Policlinico San Donato, Ospedale San Raffaele, IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio). Questi numeri si traducono in una capillare presenza in tutte le principali province lombarde (Milano, Monza, Como, Pavia, Bergamo, Brescia), alle quali si aggiunge Bologna. Cura circa 5 milioni di pazienti all’anno, in tutte le specialità riconosciute, essendo tra i leader, a livello nazionale e internazionale, in Cardiochirurgia, Cardiologia, Chirurgia Vertebrale, Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Ortopedia e Cura dell’Obesità. Realizza l’80% dell’attività clinica in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Conta più di 17.000 collaboratori, di cui più di 7.000 medici. Oltre all’eccellenza dell’attività clinica, ciò che rende unico GSD in Europa è la qualità dell’attività di didattica universitaria e di ricerca scientifica: 225 docenti di ruolo, 665 docenti a contratto e circa 1.200 ricercatori, 5.535 studenti, 1.314 specializzandi, 3.414 pubblicazioni scientifiche nell’ultimo anno e 19.142 punti di Impact Factor.

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