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Como, chiude l’amatissima edicola di piazza Santa Teresa. Appello di Alessandra: “Qualcuno continui dopo di me”

Dopo vent’anni di giornali e sorrisi chiude la storica edicola di piazza Santa Teresa, e cerca eredi. “Questa è la mia seconda casa e qui lascio davvero un pezzo di cuore, soprattutto per tutti i miei clienti a cui sono affezionata e che mi dispiacerà non rivedere ogni mattina – racconta la titolare, Alessandra Romano – quando abbiamo preso in gestione l’edicola, nel 2003, eravamo io e mio papà Giuseppe e il lavoro in due era molto più semplice, anche se aprivamo sette giorni su sette alle cinque del mattino. Ma ora che mio papà non c’è più, ho tenuto duro ma davvero non riesco a continuare a fare questa vita da sola, così ho preso la decisione di trovare un altro lavoro”.

Così a breve, ma la data non è ancora definita, questo vero e proprio punto di riferimento per moltissimi comaschi (e non solo) abbasserà la saracinesca lasciando orfani gli abitanti di un intero quartiere, gli studenti delle scuole della zona a caccia di figurine, ma anche i tanti di passaggio da questa piazza che, approfittando del vicino parcheggio, sono abituati a fermarsi qui per prendere il giornale prima di andare al lavoro. “E’ un’edicola molto amata e so che a tanti dispiacerà sapere che chiudo – dice – per questo vorrei fare un appello: se qualcuno è interessato a rilevare l’attività, si faccia avanti. Sarei felice di sapere che la mia edicola continuerà a vivere anche senza di me e che il quartiere no perderà un punto di riferimento che c’è da decenni, molto prima che arrivasse la mia famiglia”.

Nel frattempo Alessandra continua a regalare sorrisi e gentilezza tra un giornale e una rivista ai tanti clienti che, sentendola parlare di chiusura, commentano dispiaciuti più del fatto di perdere un volto familiare che per l’idea di dover andare a comprare altrove: “Li conosco praticamente tutti e a tanti porto il giornale a domicilio ogni mattina, sono davvero una seconda famiglia e tanti mi sono stati vicini in momenti non facili, in tutti questi anni – conclude Alessandra – per questo spero davvero che qualcuno voglia continuare al mio posto, sarebbe un dispiacere doppio vedere la saracinesca abbassata per sempre”. E speriamo davvero che la lunga storia di questa storica edicola possa continuare con un altro volto sorridente come quello di Alessandra con cui iniziare la giornata.

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12 Commenti

  1. Invece di smantellarli non potrebbero essere ristrutturati? Mai visti i chioschi a Dubai? Ecco prendete esempio! Ce ne sono una marea e sono elegantissimi!

    1. Dipende dove e come.

      Piazzale Gerbetto è molto meglio ora senza edicola che 10 anni fa.
      Piazza San Fedele idem, molto meglio senza.
      In via Cesare Cantù la vista della torre è migliorata senza edicola.
      Etc…

      Via Albertolli potrebbe iniziare ad essere usata come via se non ci fosse un’edicola a impedirne di fatto l’ingresso.
      I portici di Piazza Duomo sarebbero molto meglio senza il cubo di lamiera in mezzo.

      Poi in altri casi un chiosco potrebbe anche stare bene ed essere ristrutturato, ma piazzati come sono ora, a caso, in mezzo alle migliori piazze cittadine no, non ha alcun senso.

  2. Da sempre, la forma, le dimensioni, il colore, i materiali con cui vengono costruite le edicole e i chioschi in genere sono normati da un apposito Regolamento Comunale, diverso da Comune a Comune. Che può dare risultati più o meno felici. La pavimentazione, poi, è suolo pubblico, quindi sempre di competenza comunale. Quanto alla rimozione dei chioschi, forse bisognerebbe capire che, a prescindere dalla loro funzione, hanno tuttora un ruolo di aggregatore sociale, specie laddove non esistono altre strutture idonee. Fanno parte della nostra storia, della nostra cultura (mai visti i turisti fargli le foto?), anche se la carta stampata è ormai massacrata dal digitale. In più hanno un ruolo, mai riconosciuto, di infopoint, ufficio turistico, di utilità innegabile. Che, forse potrebbero non avere degli “spazi urbani liberi”

    1. La funzione di aggregatore sociale ce l’hanno tante attività (un bar, un parrucchiere, un negozio, etc..) ma nulla che giustifichi la concessione di suolo pubblico (oltretutto a prezzi ridicoli) per vendere i propri prodotti in mezzo alle migliori piazze cittadine in maniera permanente.

      Lei approverebbe un prefabbricato di lamiera per tagliare i capelli in mezzo a Piazza Duomo? Non credo proprio.

      Ecco, non capisco perché invece debba andar bene per vendere figurine dei calciatori…

      1. No caro sigre parrucchieri bar non sono punti di aggregazione x pensionati etc ma solo riservati ai consumatori. Ę BEN DIVERSO. evidentemente non conosce i costi di concessione suolo pubblico x i chioschi che Non sono a ” prezzi ridicoli” , ma estremamente costosi: E. 5.000 x un chiosco di mq.10- pari a E.400 al mese, oltre al pagamento dell imu. Quattrini che il comune non incasserà più. Ignorante.

        1. Quando tocca passare agli insulti, si capisce come le argomentazioni siano scarse. Non si scaldi.

          Premesso che ad una edicola la funzione di aggregatore sociale non gliel’ha chiesta nessuno, anche le edicole sono punti di aggregazione unicamente per i clienti.
          Ad esempio io non ci vado, per me non aggregano nulla. Lei immagino le frequenta e le percepirà come tali.

          400€ al mese per piazzarsi in mezzo a piazza Duomo, in mezzo a piazza Volta, in qualsiasi posto di pregio? Ribadisco, sono prezzi assolutamente bassi.
          Se fossero alti come dice, bè gli edicolanti potrebbero sempre affittare un negozio e una vetrina vera, esattamente come fanno tutte le altre attività.
          Ma ho come il sospetto che dovrebbero spendere ben di più -> conferma come i prezzi siano ridicoli.

  3. Spero che questi osceni prefabbricati di lamiera pian piano vengano tutti rimossi.

    Nulla di personale contro l’onesto mestiere, ma è ovvio che l’utilità pubblica sia ormai ridotta a zero: i quotidiani sono una percentuale infima delle vendite, il business si basa su giocattoli e bigiotteria varia.

    Nulla che ne giustifichi il pugno negli occhi estetico. Basta vedere la foto, pure con 4 pavimentazioni diverse per capire quanto siano brutte.

  4. Sono troppe le edicole che hanno chiuso a Como . E il comune ha delle responsabilità perché la tassa di suolo pubblico applicata ai chioschi é esagerata (circa E.5.000/anno x mq.12) senza contare che non permette la vendita di altra merce.la chiusura di edicole causa danni economici a giornali, giornalisti e famiglie che lavorano in edicola e lasciando i cittadini senza informazione.

    1. Nel 2023 non sono più le edicole a garantire l’informazione: i cittadini ne hanno accesso pure se queste chiudono.

  5. Chiudono tutti non vendono più giornali
    Chi è quel cretino che la prende!?
    Perché non dite che è cpa del sindaco???

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