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“Como città giardino”: il progetto del Duc di Como ottiene 120mila euro. Esulta Butti

Il progetto di rilancio del Distretto Urbano del Commercio (Duc) di Como, “Como città giardino”, presentato al bando regionale “Distretti del commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana” si è piazzato al sesto posto in graduatoria (primo tra i Comuni capoluogo), su oltre 120, ottenendo un pieno punteggio e per questo l’Amministrazione riceverà un finanziamento complessivo di 120.000 euro da parte di Regione Lombardia. L’Amministrazione provvederà ad integrare i finanziamenti regionali con risorse proprie.

“Si tratta di un grandissimo risultato – commenta l’assessore al Commercio Marco Butti – fortemente cercato grazie alla fattiva e sinergica collaborazione con le associazioni di categoria che ringrazio per il rapporto instaurato e il confronto costante e costruttivo. Dopo il bando di ottobre dedicato alle imprese apriamo l’anno con questa notizia positiva, sulla quale lavoreremo da subito assieme ad altri obiettivi come l’online e la micrologistica. Non è tutto: a breve partirà anche con la campagna di comunicazione e promozione dei saldi, a sostegno degli esercizi commerciali”.

Il progetto del DUC Como città giardino: l’elemento attrattore: i giardini urbani
Il DUC di Como ha elaborato una strategia di rilancio che intende ricreare interesse verso le zone dello shopping valorizzando il suo legame con il lago, i giardini delle ville ed in particolare con il parco urbano di Villa Olmo, che tanto hanno contribuito alla sua notorietà.

L’idea guida è la creazione di un elemento teso a suscitare interesse e curiosità, ma al tempo stesso capace di rimanere coerente con gli attrattori principali del territorio: i giardini urbani.

Il DUC di Como punta ad attrarre vecchi e nuovi acquirenti con installazioni/arredi verdi semi-permanenti che costituiscano una costante motivazione di visita. Tali elementi possono presentarsi sotto forma di pareti viventi o vere e proprie installazioni artistiche a seconda del luogo in cui si posizionano e la funzione a cui si intende dedicarle.

Si tratta di uno strumento flessibile che consente ad ogni stagione di proporre temi diversi rinnovando l’attrattività delle installazioni e creando l’attesa nel pubblico per la nuova proposta. Si viene a creare, cioè, un elemento attrattore costante che giustifica ogni giorno una visita in centro e in cui lo shopping diventa parte di una esperienza più ampia fatta di visite ai musei e ai monumenti, di soste nei bar e nei ristoranti.

Lo strumento per il rilancio: la promozione
L’intervento costituirà l’elemento attrattore che consente di attivare azioni di marketing dedicate a rilanciare lo shopping cittadino. La promozione diviene un elemento essenziale per la rinascita del DUC di Como.

Sarà quindi realizzata un’articolata campagna di promozione che prende le mosse dalla creazione di una presenza strutturata nel web a cui seguirà una diffusa campagna promozionale. Oltre a recuperare il terreno perduto sui target di domanda tradizionali, si agirà per intercettare la domanda inespressa, introducendo degli elementi di innovazione che facilitino il processo di acquisto da parte del cliente potenziale.

La promozione avrà anche lo scopo di stimolare le imprese del DUC nello sviluppo di due servizi chiave: lo shopping online e la micrologistica di prossimità. Si tratta di servizi che hanno l’obiettivo di agevolare l’acquisto da parte di chi ha poco tempo da dedicare allo shopping ma anche da parte del residente che potrebbe essere favorito da questi servizi di trasporto della spesa.

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Un commento

  1. Sarebbe tutto perfetto se l’Amministrazione non dovesse integrare con risorse proprie i finanziamenti regionali. Considerando che per questi giocattoli 120k euro è poca roba, l’integrazione rischia di essere molto più cospicua del contributo.
    A questo punto ci si chiede ma per quale motivo l’Amministrazione dovrebbe investire soldi per un progetto finalizzato ad attivare azioni di marketing dedicate a rilanciare lo shopping cittadino? Non sarebbe più opportuno che il contributo regionale e anche, perché no, un futuro contributo comunale integrassero un cospicuo investimento delle imprese commerciali private che beneficeranno del rilancio dello shopping cittadino? Ho l’impressione che non sarà così. Uno dei peggiori vizi italici è privatizzare i profitti dopo aver socializzato costi e investimenti. Tra l’altro, c’è da chiedersi, il Comune non dovrebbe pure fatturare le preziose consulenze di marketing del nostro brillante Assessore? Sarebbe opportuno con l’impegno che ci mette.

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