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“Como città senza piscine”, il maxi servizio Rai. Rapinese e Ciabattoni non rispondono nemmeno alla tv

Chissà cosa penserebbe Giuseppe Sinigaglia di questa città d’acqua senza piscine? Inizia con questa domanda il lungo servizio del Tg3 Lombardia realizzato da Laura Carcano sulla Como senza vasche, ma la risposta non ha potuto ottenerla nemmeno la Rai dal sindaco Alessandro Rapinese o dall’assessore alle Opere pubbliche Maurizio Ciabattoni poiché, come espressamente dichiarato nel servizio, alla richiesta di poterli intervistare entrambi “non hanno risposto all’invito”. Questione non solo locale, insomma.

Tornando alle piscine, il caso si trascina dal luglio 2019, quando chiuse senza mai più riaprire l’olimpionica di Muggiò (foto in alto), la cui riapertura promessa nel giugno 2022 entro 3-6 mesi dell’attuale sindaco Alessandro Rapinese è rimasta sulla carta in attesa dell’eventuale accordo di programma con la Regione per una cittadella dello sport nel quartiere di cui però a oggi non c’è quasi nulla. La mancanza d’acqua per società, atleti e semplici appassionati si è poi riproposta ancora più grave tra metà 2023 e inizio 2024, con l’enorme allungamento dei tempi di chiusura della piscina Sinigaglia per lavori di profonda manutenzione (l’impianto doveva riaprire in autunno ma di rinvio in rinvio se ne parlerà forse a maggio).

Nel lungo servizio sono stati ospitati vari interventi tra cui, sul piano sportivo, quelli di Giovanni Dato (presidente della Pallanuoto Como) e di Mario Bulgheroni (presidente della Como Nuoto). “Noi – ha detto Dato – ci alleniamo tra Villa guardia, San Fermo, Lugano, e Varedo (in provincia di Monza e Brianza) che è il campo gara. Per Muggiò una data non c’è, sentiamo parlare di progetti faraonici, si vola tanto a chiacchiere, ma all’atto pratico siamo a zero”.

Poi il caso delle Rane Rosa della Como Nuoto, formazione in A1 che però si deve allenare nella piscina di viale Geno sotto un tendone per mantenere la temperatura a 27 gradi. “Noi usiamo un cannone da cantiere per rompere l’aria – ha dichiarato con tono sconsolato il presidente della Como Nuoto – Le associazioni sportive dilettantistiche stanno soffrendo più di tutti la mancanza di acqua e della piscina che è determinante per tenere attivi e legati allo sporti i nostri giovani”.

Ricordato infine nel servizio Rai anche il clamoroso caso della piscina comunale di via del Dos a Como, molto utilizzata da persone disabili ma poi chiusa dal sindaco nell’estate 2022 per una dichiarata necessità di messa a norma rimasta ancora al palo. E su 60 disabili che fanno riferimento all’associazione Thais solo 8 erano residenti a Como, unica ‘categoria’ per cui il Comune di Como era disposto a sobbarcarsi le spese. Qui trovate il servizio integrale del Tg3 Lombardia realizzato da Laura Carcano.

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14 Commenti

  1. La cosa peggiore è che ci sono comaschi che credono ancora alle sparate dello sceriffo e dei silenziosi subalterni che nn parlano x nn trovarsi in mezzo alla strada,,.ricordate ..tanta lapa poca poca sapa ..se poi pensate che la prima …..fatta è stato chiudere la piscina bel Dosso …mettendo in croce famiglie di adulti ragazzi e bambini disabili che avevano una valvola di sfogo in quel centro .e POI Tutte le Altre …… fatte e nn sono poche ..

    1. Questa situazione c’era già da prima del sindaco Rapinese. È inutile buttare tutta la colpa sul sindaco attuale, quelli prima non hanno brillato.

  2. Ma signori siamo a Como…. una città di confine che dovrebbe splendere…. pensate ai sudditi della provincia …..sono i peggio messi in Italia.

  3. Ma cosa volete la città si sta semplicemente adattando alla nuova cittadinanza da dove vengono loro non servono queste calzature non servono.

  4. I terremotati siamo noi, e non è questione di destra o sinistra. Qui non ci sono infrastrutture, non c’è niente

    1. Buongiorno io sono una persona con disabilità,a Como mancano piscine,spazio per i giovani, vespasiani , insomma di tutto,poi pretendono che si sia fiducia a persone che promettono cosa? Niente la gente e obbligata a scappare da ormai 1 città morta.

  5. Può essere che sindaco e assessore abbiano organizzato sondaggi via social attestanti che i loro elettori non si tuffano, non nuotano, non hanno disabilità, cronicità o necessità riabilitative. Inoltre, forse i nostri baldi amministratori hanno anche la prova che i loro supporter non parcheggiano in convalle, quindi non lavorano in città, non prendono il treno e il bus. Sapranno forse che gli stessi possano ammansirsi con show televisivi e annunci roboanti anche se privi di conseguenze operative. La domanda quindi è: qual è il profilo dei residui sostenitori del Sig. Rapinese?

  6. Per quanto mi riguarda , penso alle famiglie che hanno bisogno , soprattutto per i figli disabili ,e per i giovani , insomma è veramente una vergogna non c’è nessun altro commento per dire povera Como in che mani siamo.

  7. Senza piscine, senza cinema, senza toilet pubbliche, l’unica cosa che per ora abbonda sono i bar ed i turisti, ma per quanto?

  8. Qui la situazione è da quarto mondo!!!
    E mi chiedo se sia tutto regolare (un cannone da cantiere per rompere l’aria????) Ma la norma tecnica degli impianti sportivi e natatori ammette e prevede una cosa del genere?
    E l’ATS cosa dice? come fanno con il ricambio dei volumi d’aria? Per non parlare della sicurezza, il cannone sarà certamente certificato in corretta posa!!
    Per non parlare di Muggio, destinata al crollo finale come le piscine di Via del Dos, dove degli imminenti e prontissimi lavori, si è persa traccia.
    E il Sindaco con il fido Ciabax cosa fa?
    Silenzio tombale
    Ma il PD? La Minghetti i fratellini, insomma la minoranza non si pronuncia? non dice nulla?

    1. Quindi il problema vero non è la mancanza di impianti o l’immobilità della Giunta, ma sono i cannoni da cantiere e il PIDDDIì che non fa nulla?
      Bene bene…

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