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A Como parla il prete degli ultimi: “Denunce e esposti anonimi contro la parrocchia. Figli delle tenebre, fatevi vivi”

“La vita della parrocchia di Rebbio è segnata anche da parecchie denunce ed esposti anonimi, si potrebbe dire in quasi tutti gli ambiti di azione”. Così ha scritto don Giusto della Valle, parroco di Rebbio e Camerlata, sull’ultimo numero del periodico Il Focolare.

“Mi chiedo – prosegue – perché questi ‘figli delle tenebre’ che denunciano ed ancor di più fanno degli esposti in modo anonimo non abbiano il coraggio di farsi vivi per un colloquio faccia a faccia schietto e sincero. Si tratta di singole persone oppure c’è una regia generale dietro le quinte? Il vangelo insegna ce se vuoi bene a una persona vai a casa sua a farle visita e gli dici quanto pensi, la correggi e accetti la sua correzione. Nel Vangelo Gesù dice anche ‘beati quelli che ricevono insulti, menzogne e ogni sorta di male a causa Sua: speriamo che quella che cerchiamo sia la causa di Gesù e non la nostra”.

In passato è capitato che le scelte e le azioni del parroco (sempre in prima linea per gli ultimi) siano state messe in discussione ma mai si era sentito parlare di “denunce ed esposti anonimi”. E deve essere successo qualcosa di molto forte se don Giusto ha deciso di parlarne pubblicamente sul periodico parrocchiale.

In questo senso arriva la solidarietà della Consulta Diocesana Aggregazioni Laicali della Caritas di Como:

Alla luce di quanto si apprende oggi leggendo i giornali, esiste un processo di intimidazioni e minacce che mettono a dura prova l’azione lodevole e generativa di molti che in Como si prodigano nell’accoglienza, nell’integrazione, nell’inclusione di chi sta a margine nella nostra società.

Si tratta di comunità parrocchiali, di associazioni, di volontari che in vari luoghi della città “raccontano” un’esperienza di solidarietà e condivisione che rendono la città attrattiva non solo dal punto di vista turistico ma anche per l’impegno nella costruzione di un mondo migliore garantendo a tutti i diritti fondamentali.

Per questo esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alla comunità parrocchiale di Rebbio, ai volontari della comunità di San Rocco, all’associazione Eskenosen e a quanti, anche senza visibilità, vivono e praticano la solidarietà nella nostra città.

Sicuri di intercettare la vicinanza di molti altri cittadini/e, auspichiamo che la nostra presa di posizione contro ogni intimidazione e a favore di una cultura della solidarietà possa incontrare un’ampia condivisione.

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15 Commenti

  1. Oltre la solidarietà la consulta diocesana perché non fa avere a questo prete cibo, vestiario, soldi per pagare le bollette e un alloggio per tutti? Sempre noi dobbiamo pagare? Potrebbe anche dispiacermi per questa gente, ma non mi considero responsabile di tutti i mali del mondo. la chiesa, per esempio, dovrebbe insegnare ai popoli più poveri di ogni parte del pianeta che mettere al mondo figli come se fossero conigli, in contesti così poveri, non è una benedizione, ma solo miseria che si aggiunge alla miseria!

  2. Ma. Don giusto invece di continuare a chiedere a caso … perché nn chiede alla chiesa ., al Vaticano ??? Loro hanno case .. appartamenti .. banche .. uno stato !!! E secondo le loro parole accolgono tutti !!!! Quindi don giusto chieda allo stato vaticano di aprire le loro porte dorate e accogliere sti “ poveretti “”

      1. Sono assolutamente d’accordo con “cumasch” e, dalla sua risposta, deduco che lei non lo sia, ma dà l’idea di essere uno di quelli a cui piace fare il frxxxx con il cxxx degli altri, o che faccia parte del popolo dei n.i.m.b.y. (not in my back yard), insomma: tante belle parole, ma….!

  3. Siamo passati da una fase in cui i poveri se la prendevano con i ricchi e chiedevano più equità nella distribuzione della ricchezza a una fase dove i ricchi se la prendono con i poveri e pretendono più decoro nella manifestazione della povertà. Mi viene in mente l’osservazione di Max Weber, in “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, quando ravvisava nel dogma calvinista del paradiso in terra, la giustificazione del successo del capitalismo. Ma anche se il paradiso fosse quello che i ricchi vivono in terra, perché mai i poveri dovrebbero continuare a vivere il loro inferno senza dar troppo fastidio e senza poter chiedere carità e misericordia?

  4. QUINDI IL DON COSA VUOLE?..CASE E SOLDI DA DARE AI SUOI AMICI, CHE PER ESPERIENZA PERSONALE SONO IN GIRO A SPACCIARE, BERE E LIBERARSI DI FLUIDI CORPOREI IN STRADA?..QUELLO CHE FA LUI NON RISOLVE DI CERTO ILPROBLEMA ANZI LO CREA ANCORA DI PIÙ…GRAZIE

    1. Mi scusi, ma quando dice per “….esperienza personale….” cosa intende? Presumo che ha appurato personalmente che questi signori vendevano droga come purtroppo la vendono anche tanti italiani. Posso anche comprendere che ha personalmente visto qualcuno di loro abusare di alcolici ma purtroppo anche moltissimi italiani sono alcolisti. Faccio un po’ di fatica a capire come ha fatto ad appurare che i fluidi corporei sono stati liberati in strada. Era lì sotto a controllare tipo e consistenza? Ed è proprio sicuro che non siano le solite cagate di qualche razzista?

    2. Per capire cosa fare per risolvere il problema, andrebbe prima descritto il “problema”.
      Per don Giusto, ed io condivido, il problema è che molta gente non ha da vivere e per questo cade nella rete di chi li vuole spacciatori o più semplicemente perde la dignità. Quello che fa don Giusto va nella direzione di risolvere quel problema. Io ammiro don Giusto ed ammetto di non avere il coraggio di fare anche solo un centesimo di quello che fa lui.

      Se invece per lei il “problema” è la sola esistenza di questa gente e quello che fanno, presumo che la soluzione che ha in testa preveda semplicemente di spostare questo problema lontano dai suoi occhi, non certo di risolverlo.

      Se ciò la fa dormire tranquillo, io e lei abbiamo coscienze molto diverse.

    3. Auguro a lei, e ai suoi cari, di non trovarsi mai un giorno in condizione di indigenza, solitudine e forse nella necessità di emigrare.

      Nel caso ho idea che tutto il suo livore si scioglierebbe come neve al sole.

  5. Fra le denunce è bene ricordare quella di Alessandra Locatelli, che chiamato in causa le autorità sanitarie per valutare gli spazi che don Giusto aveva messo a disposizione dei giovani migranti. Quella Locatelli che da vice sindaco di Como, ispirò l’ordinanza – per motivi di decoro – anti poveri. Come multare (fra loro don Roberto Malgesini) che al mattino portavano la colazione ai senza tetto. Quella Locatelli ritroviamo ministro nel governo Meloni. Incredibile, ma vero.

    1. Perché strano? Locatelli incarna perfettamente le ideologie di questo governo. Frasi tipo ” con noi o contro di noi” e ” molti nemici molto onore” fanno parte dell’ ideologia di Meloni e soci.

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